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Coppa Davis 2021: l’Italia al completo non parte battuta contro nessuno. Sinner-Berrettini presenti, incognita doppio

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Matteo Berrettini, Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Fabio Fognini, Lorenzo Musetti: questi i cinque giocatori chiamati da Filippo Volandri per le Finals di Coppa Davis. Dal 25 novembre il girone azzurro, con Stati Uniti e Colombia, si disputerà al Pala Alpitour di Torino, che pochi giorni prima avrà dato conclusione alle ATP Finals.

Proprio quest’ultimo appuntamento vedrà certamente in corsa il romano, mentre per quanto riguarda Sinner la questione della lotta tra Vienna, Parigi-Bercy e (forse) Stoccolma è ancora aperta. Per il romano (ed eventualmente per l’altoatesino) un vantaggio non da poco c’è: quello di avere in anticipo una serie di punti di riferimento all’interno dell’arena che fu costruita appositamente per le Olimpiadi Invernali del 2006.

Sarà un periodo particolare per Sonego, che potrà, quando chiamato in causa, giocare nella sua Torino, al termine del miglior anno della sua carriera. Non è stato lo stesso per Fognini, che però si conosce per la sua storica voglia di Davis: è stato spesso un fattore con il vecchio format, quello che ancora prevedeva i tre set su cinque, a differenza di quello attuale che sta subendo critiche (e sul quale si addensano ombre in termini futuri). Musetti, invece, sarà alla primissima presenza, con una scelta fatta da Volandri che indica in modo chiaro la volontà di affidarsi ai singolaristi per il doppio, senza richiamare Simone Bolelli che nella specialità è anch’egli in corsa per le Finals con l’argentino Maximo Gonzalez.

E proprio il doppio sarà l’argomento principale del quale parlare in chiave futura. Una cosa è certa: qualunque coppia parte sfavorita sulla carta con i colombiani Juan Sebastian Cabal e Robert Farah, mentre più chances potrebbero esserci contro gli americani. Questi ultimi hanno in Rajeev Ram il giocatore fondamentalmente sicuro del posto, con Jack Sock che, in virtù delle esperienze passate in doppio, potrebbe affiancarlo.

In chiave azzurra ci sono diverse combinazioni possibili: Berrettini/Fognini è un doppio che ha già fatto il suo vincendo a livello ATP quando il romano era entrato da poco nel tennis che conta. Alle Olimpiadi è stato sperimentato con buoni frutti il duo Sonego/Musetti, che per poco non ha eliminato i numeri 1 del mondo, i croati Nikola Mektic e Mate Pavic. In generale, Fognini può adattarsi bene un po’ con tutti, e potrebbe essere in maniera facile il perno sul quale impostare la situazione. Capitolo Sinner: l’altoatesino avrebbe dovuto giocare in due occasioni con Berrettini, ma per differenti ragioni ciò non si è verificato. Ha vinto quest’anno il suo primo torneo in doppio, in una strana (ma fortunata) coppia con l’USA Reilly Opelka, battuto ieri a Vienna, ma per sua stessa ammissione sa bene di non essere un’opzione principale per la specialità, tramite la quale sta cercando di affinare le questioni di rete.

Chiaramente, il livello dei singolaristi azzurri fa presupporre che siano poche le squadre in grado di vantare una così diffusa qualità. C’è la Serbia con Novak Djokovic, che però regge quasi da solo la situazione, e c’è anche la Russia, dove fa da sorta di “intruso” Evgeny Donskoy in mezzo a Medvedev, Rublev, Karatsev e Khachanov. Dato che la Germania non schiera Alexander Zverev, il quale in Davis non tornerà finché durerà questo format, l’Italia ha davvero da poco da temere. In quel “poco” c’è anche il Canada, che può usufruire di Felix Auger-Aliassime, Denis Shapovalov e del doppista Peter Polansky; il tutto senza scordare Spagna e Francia.

Le opzioni a disposizione di Volandri sono tante, ma starà a lui giocarsele bene alla prima assoluta da capitano non giocatore dopo un ventennio di Barazzutti. Quel che è certo è che, se non interverranno problemi fisici o altre evenienze, avrà in mano un’Italia che potrà dire la sua prima a Torino e poi, se ci sarà l’approdo in semifinale, a Madrid. Nelle sue scelte ci sono, complessivamente, nel solo 2021: una finale, due quarti e cinque ottavi Slam, due finali e una semifinale 1000, due vittorie 500 e cinque successi 250 solo in singolare. Numeri che spiegano da soli quale sia lo stato dell’arte dell’Italia: solo la Russia, per quantità e qualità, è comparabile (soprattutto per merito di Daniil Medvedev). In breve, ci sono tutti i presupposti, a scanso di infortuni, per una fase finale di questo format vissuta da protagonista.

Foto: © e-motion/Bildagentur Zolles KG/Martin Steiger

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