Formula 1

F1, Mattia Binotto soddisfatto della nuova power-unit: “Grande step in avanti rispetto al 2020, ora le Mercedes sono più vicine”

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La Ferrari vuole tornare protagonista, o quantomeno provare a farlo. Dopo anni difficili per la scuderia di Maranello e per tutti i tifosi della “Rossa”, la nuova power-unit vista per la prima volta a Sochi dovrebbe rappresentare il punto di svolta per ritrovare la competitività dei tempi migliori.

Il sistema ibrido aggiornato sul propulsore della Ferrari permette al team di avvicinare notevolmente Mercedes e Red Bull in termini di prestazioni, anche se per colmare definitivamente il gap sarà imprescindibile l’evoluzione del motore termico in ottica 2022. I motoristi di Maranello sono già al lavoro per affinare gli aggiornamenti in tempo per l’inizio della prossima stagione.

Già, perché dall’anno venturo è in programma il congelamento delle power-unit fino al 2026, e diventa quindi fondamentale non tralasciare il minimo dettaglio per evitare di compromettere le prestazioni di un intero quadriennio. La strada intrapresa sembra comunque essere quella giusta, come conferma Mattia Binotto ai microfoni de La Stampa.

Siamo più vicini alla Mercedes, rispetto al 2020 il passo avanti è consistente. Sappiamo che c’è ancora parecchio margine rispetto al miglior motore, ma adesso il divario non è più così drammatico. In questo momento la potenza extra è disponibile per tutto il rettilineo, ed i benefici si vedono sia in uscita di curva che in fondo al dritto”.

Insomma, il percorso verso una monoposto ai limiti della perfezione è ancora tanto, ma nel frattempo le migliorie introdotte dal team appaiono sufficienti per infastidire seriamente il dominio di Red Bull e Mercedes. Non dimentichiamoci poi che casa Ferrari può contare su due piloti già affermati e di grande prospettiva come Carlos Sainz e Charles Leclerc, che potrebbero colmare eventuali lacune residue con il loro grande talento. Staremo a vedere, intanto grazie alla nuova power-unit i tifosi possono dormire sonni più tranquilli.

Foto: Lapresse

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