Artistica
Ginnastica artistica, l’Italia è una potenza mondiale: un volo tra i grandi, 4 medaglie e un futuro celeste
L’Italia della ginnastica artistica ha compiuto definitivamente un passo da gigante e ormai va annoverata tra le grandi potenze internazionali. I Mondiali 2021 si sono rivelati un trionfo per la nostra Nazionale: 4 allori conquistati e terzo posto nel medagliere finale. Il miglior risultato dell’ultimo secolo abbondante: bisogna risalire al 1913 per trovare una spedizione da 8 podi e annesso trionfo nel medagliere, ma davvero parliamo di un altro sport e di una concorrenza tutt’altro che globale. Sarà anche vero che la rassegna iridata andata in scena a Kitakyushu (Giappone) era priva di alcuni pezzi pregiati poiché in riposo dopo le Olimpiadi di Tokyo 2020, ma le prestazioni della nostra delegazione sono state oltremodo significative e il livello tecnico-tattico degli esercizi offerti è stato eccezionale, indipendentemente dagli avversari.
https://www.oasport.it/2021/10/ginnastica-artistica-mondiali-2019-le-pagelle-dellitalia-voti-alti-per-gli-azzurri-bartolini-guida-la-truppa-da-4-medaglie/
Nicola Bartolini si è laureato Campione del Mondo al corpo libero, un titolo che un azzurro non aveva mai conquistato nella storia. Su questo attrezzo non si vinceva una medaglia addirittura dal 1966 (bronzo con Franco Menichelli), il sardo ha saputo fare la differenza con la precisione dei suoi arrivi e con un’esecuzione semplicemente magistrale, certosina in ogni singolo frangente e studiata in maniera meticolosa. Il 25enne è definitivamente entrato in una nuova dimensione: da talento della Polvere di Magnesio è diventato una splendida conferma, incanalando tutte le sue potenzialità nel verso giusto e approcciando la ginnastica nella maniera giusta. La testa calda che egli stesso ricorda si è trasformata in una mentalità lucida e correttamente esuberante, cruciale per ottenere questi risultati. In primavera il bronzo agli Europei, in estate la delusione per la mancata qualificazione alle Olimpiadi, il pensierino di smettere e poi il colpaccio nel Sol Levante.
Asia D’Amato ha vissuto due anni un po’ complessi a causa della pandemia e di un problema fisico. Per lei e la sua gemella Alice non è nemmeno un momento facile perché l’amato papà sta attraversando un periodo difficile, ma non si è mai tirata indietro e ha continuato a sfornare una bella ginnastica. La caparbietà non le è mai mancata, è stata splendida ai Giochi dove la squadra ha conquistato il quarto posto (sfiorando il podio) e sabato si è consacrata con un bellissimo argento al volteggio: riportava in gara i due salti dopo due anni (quarta agli Europei 2019) e subito faceva centro da autentica fuoriclasse, mettendosi al collo il suo primo alloro internazionale individuale da senior. La Fata, bronzo iridato con la squadra due anni fa, meritava questo riconoscimento dopo un po’ di peripezie e si tratta di una medaglia che deve aiutare a ricordare costantemente a questa 18enne genovese che è un punto di riferimento dell’Italia e dell’artistica internazionale. Prima italiana a conquistare una medaglia alla tavola, prima italiana dopo Vanessa Ferrari a meritarsi un podio individuale (escludendo le gioie del 1950).
La storia di Marco Lodadio è davvero da romando: da primo escluso dalla finale alla medaglia d’argento. In qualifica rimane fuori dai migliori otto per 66 millesimi, poi il cinese Zhang Boheng si chiama fuori e lui viene ripescato. Il romano sale per ultimo sugli anelli, esegue il miglior esercizio degli ultimi anni e strappa un argento da fenomeno leonino: per la terza volta consecutiva sul podio iridato (dopo l’argento nel 2019 e il bronzo nel 2018), un numero degno dei più grandi di questo sport. Il 29enne è reduce da un difficile recupero dopo l’operazione alla spalla, non si era potuto presentare al top della forma alle Olimpiadi ed era rimasto escluso dall’atto conclusivo per una manciata di decimi. Non voleva nemmeno partecipare a questi Mondiali, ma per fortuna ci ha ripensato perché il risultato acquisito e la modalità in cui ci è riuscito possono rappresentare un trampolino di lancio per il prossimo futuro.
Salvatore Maresca vanta una densità di risultati da fare paura: bronzo agli Europei, titolo italiano, bronzo ai Mondiali nel giro di sei mesi. Per sua stessa ammissione era poco calcolato fino allo scorso autunno: i risultati c’erano a livello nazionale, ma sembrava mancare quel guizzo per fare saltare il banco in contesti più rilevanti, poi la svolta tanto attesa e una rivoluzione atletica che lo hanno portato ai vertici. L’uomo delle prime volte. A Basilea si era capito che non era un exploit isolato: di podi fortuiti ce ne sono stati nella storia dello sport, ma quello del campano era solido poiché frutto di un esercizio di elevato spessore agli anelli e costruito in ogni minimo dettaglio. Infatti si è visto anche in Giappone, dove ha ribadito la propria caratura in maniera nitida.
Soprattutto va evidenziato come il 28enne sia un animale da gara: non si scioglie in finale, ma anzi alza ulteriormente l’asticella e sembra non avere paura di nulla. Tutto questo all’esordio in una rassegna iridata, come a maggio era al debutto in maglia azzurra. Il ribattezzato Thor è la dimostrazione di come la ginnastica (e lo sport in generale) possa fare bene, dare una speranza, farti seguire la retta via anche se è la più difficile. La scuola italiana agli anelli non delude mai e la doppietta argento-bronzo rappresenta un risultato sontuoso, migliore del doppio bronzo confezionato da Matteo Morandi e Andrea Coppolino nel 2003.
L’Italia dei Mondiali 2021 di ginnastica artistica non si valuta soltanto in base alle medaglie, ma appunto anche considerando la qualità delle prove proposte. Carlo Macchini e Thomas Grasso hanno concluso le proprie finali al quarto posto: il 25enne marchigiano con lo stesso punteggio della medaglia di bronzo (giù dal podio per la regola dei pari meriti) ma ha fatto capire che alla sbarra è ormai un big di livello mondiale e che il futuro è tutto suo, forse abbiamo trovato definitivamente l’erede di Igor Cassina (per stessa ammissione del Campione Olimpico di Atene 2004); il 20enne romagnolo è la sorpresa più bella di questa spedizione perché era al suo debutto, non aveva il nome da pedigree (poco conosciuto dalle grandi giurie) nonostante avesse già fatto intuire il suo talento in ambito nazionale eppure al volteggio è stato meraviglioso e il bronzo era ad appena un decimo, con un futuro roseo davanti (ha già annunciato un incremento delle difficoltà e il sogno di inventare un nuovo salto).
Un plauso grandissimo a Elisa Iorio, tornata alla ribalta dopo due anni complessi a causa di un infortunio. La romagnola, bronzo con la squadra due anni fa, ha conquistato un buon sesto posto alle parallele: l’esercizio è stato incantevole, la medaglia non è arrivata soltanto perché la concorrenza era quella dei giorni migliori, ma abbiamo capito che la 18enne può dire ancora tanto e sarà una pedina cruciale per la Nazionale. Brava Alice D’Amato con l’ottavo posto nel concorso generale individuale: da diploma mondiale, peccato per qualche errore di troppo che l’ha privata di una top-5 sicura. Peccato per Desiree Carofiglio e Nicolò Mozzato che sono rimasti fuori dalle finali, ma i loro rientri dopo dei lunghi infortuni sono stati decisamente importanti.
Ora l’Italia sogna a occhi aperti e guarda con ottimismo verso il prossimo futuro: le Olimpiadi di Parigi 2024 sono dietro l’angolo, mai come questa volta abbiamo la possibilità di qualificare entrambe le squadre. Gli uomini sono degli eccellenti specialisti, ma possono abbinare anche altri attrezzi ai loro pezzi forti e cercare il colpaccio (unico modo per avere cinque posti ai Giochi). Le donne sono una corazzata nel team event come testimoniano i risultati degli ultimi anni e il DT Enrico Casella ha già nuovi assi nella manica, utili per puntellare una formazione che rappresenta un riferimento globale e che ci farà divertire ancora per diverso tempo.
© foto di Simone Ferraro / FGI