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Ginnastica, Italia scuola mondiale agli anelli: esempio da emulare, i più vincenti della storia. E la doppietta Lodadio-Maresca…

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L’Italia ha un rapporto speciale con gli anelli, indubbiamente l’attrezzo su cui gli azzurri hanno ottenuto il maggior numero di soddisfazioni nel corso di una storia ultrasecolare. Ai Mondiali, infatti, il Bel Paese vanta ben 24 medaglie in questa specialità: 8 ori, 3 argenti, 13 bronzi. Siamo una vera e propria scuola a livello internazionale perché nessuna Nazione ha ottenuto così tanti allori iridati al castello! L’Unione Sovietica è ferma a 23 (ma con 12 ori), la Cina ha ottenuto 17 podi e ci è superato in termini di ori (9) soltanto sabato pomeriggio grazie a Lan Xingyu. Siamo al terzo posto nel medagliere di specialità.

Alle spalle del nuovo Campione del Mondo, però, si sono piazzati due nostri portacolori: Marco Lodadio ha conquistato la medaglia d’argento proprio come nel 2019, quando migliorò il bronzo dell’anno precedente; Salvatore Maresca si è issato sul terzo gradino del podio al suo debutto assoluto in questa competizione. Un micidiale uno-due che rinverdisce i fasti di un’accademia senza eguali, guidata da ottimi maestri e da continui esempi da emulare.

Sono numeri non banali considerando la storicità dei Mondiali di ginnastica artistica (nati nel 1903 e giunti alla 50ma edizione), la concorrenza globale e la crucialità di questo attrezzo, così mascolino viste le prove di forza a cui sono chiamati gli atleti e così distintivo del settore maschile (insieme all’unicità del cavallo con maniglie). Alle nostre latitudini è stata costruita una vera e propria scuola agli anelli, apprezzata e conosciuta in ogni angolo del Pianeta, invidiata e fucina di grandi talenti.

I cinque ori consecutivi di Yuri Chechi (1993-1997) intervallati dall’apoteosi alle Olimpiadi di Atlanta 1996 e preceduti dai bronzi del 1991 e del 1989; le recenti gioie di Marco Lodadio e la storica doppietta con Salvatore Maresca; i tre bronzi consecutivi di Matteo Morandi (2003-2005), con quello centrale condiviso insieme ad Andrea Coppolino (terzo anche nel 2001).

Sono soltanto alcune delle nostre gioie ai Mondiali, ma ricordiamo anche quelle alle Olimpiadi: già detto di Yuri Chechi (che fu anche bronzo ad Atene 2004) non bisogna dimenticare il bronzo di Matteo Morandi a Londra 2012 (ultimo alloro a cinque cerchi per la ginnastica artistica italiana al maschile), il trionfo di Francesco Martino a Parigi 1924, il terzo posto di Giovanni Lattuada a Los Angeles 1932, l’argento di Franco Menichelli a Tokyo 1964. Italia da imitare, anche se non sarà facile ottenere gli stessi risultati.

Foto: Simone Ferraro/FGI

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