Ginnastica e cultura fisica

Ginnastica ritmica, le Farfalle come Mozart e Rossini: uno spartito vincente, Italia scuola mondiale e un genio passionale

Pubblicato

il

Wolfgang Amadeus Mozart era conosciuto per la leggerezza e la raffinatezza del suo stile musicale, per il suo estro e la sua ispirazione repentina. Gioachino Rossini era apprezzato per l’inconfondibile brillantezza ritmica del suo stile, un misto di “frenesia” che ha portato ai celeberrimi “crescendo rossiniani”. Ludwig van Beethoven era ammirato per il grande rigore e lo studio metodico delle sue opere. Le nostre Farfalle sono la perfetta fusione di tre geni illuminati (ma potremmo sprecare i paragoni chiamando in causa anche altre arti): precise, puntuali, armoniose, rigorose nello studio e nell’esecuzione, emozionanti, passionali, coinvolgenti.

Cinque artiste, nel senso più letterale del termine, che si fondono per dare vita a uno spettacolo sportivo e scenico di rara bellezza. Le azzurre si sono definitivamente consacrate ai Mondiali 2021 di ginnastica ritmica: dopo l’argento nel concorso generale a squadre e nella finale di specialità con le cinque palle, la nostra Nazionale si è laureata Campionessa del Mondo nell’esigente e affascinante esercizio misto (tre cerchi e quattro clavette). Si tratta della classica ciliegina sulla torta di una stagione incominciata col terzo posto sul giro completo agli Europei, culminata col bronzo nell’all-around alle Olimpiadi di Tokyo 2020 (quella è l’unica gara prevista nel programma a cinque cerchi) e proseguita in questo weekend con tre gioie iridate.

L’Italia ha fatto, continua a fare e farà sempre scuola nella ginnastica ritmica internazionale. Siamo un modello da emulare e da studiare, preso in considerazione a ogni latitudine, studiato attentamente per cercare di carpire tutti i segreti del tanto noto “stile Maccarani” che negli ultimi venti anni ha fatto epoca e storia. Emanuela Maccarani è nitidamente la direttrice d’orchestra di un gruppo che inevitabilmente è cambiato col passare delle stagioni, ma che non ha quasi mai mancato l’appuntamento con le medaglie nei grandi appuntamenti internazionali a cui ha preso parte nel corso di due decenni memorabili.

Gli esercizi sono degli autentici quadri di bellezza che ammaliano gli occhi, spartiti musicali che risuonano nelle orecchie e regalano gioie. “Tree of Life suite” era la melodia su cui Alessia Maurelli e compagne si sono esibite oggi a Kitakyushu (Giappone) regalandosi una gioia indimenticabile: l’Albero della Vita che crea infinite suggestioni e parallelismi. L’inno di Mameli torna a risuonare a tre anni di distanza dall’ultima volta in un Mondiale, per il decimo titolo di tutti i tempi: non c’era miglior modo per festeggiare e per consacrare questo fantastico gruppo all’immortalità dello sport tricolore in un’annata sempre più da incorniciare.

© Ph by Simone Ferraro / FGI

Exit mobile version