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Mondiali ciclismo su pista: che Italia! Dieci podi e terzo posto nel medagliere

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Roubaix quest’anno ci porta fortuna. La località transalpina che solo qualche settimana fa ha visto trionfare Sonny Colbrelli nella Regina delle classiche premia ancora una volta i colori azzurri al Mondiale di ciclismo su pista. Tante gioie e pochissimi rimpianti per uno squadrone italiano forte come non mai e soprattutto di grande prospettiva.

Che la rassegna potesse essere trionfale lo si era capito fin dall’assegnazione del primo titolo. Le protagoniste dello scratch femminile hanno dovuto inchinarsi ad una strepitosa Martina Fidanza, che ha salutato la compagnia a cinque giri dal termine conquistando l’oro iridato dopo quello europeo del 2020.

Non hanno deluso i quartetti dell’inseguimento: gli uomini si sono riconfermati sul tetto del mondo a due mesi di distanza dal successo olimpico, mentre le ragazze non sono riuscite a ribaltare la supremazia delle tedesche. Comunque un argento oltre le aspettative per le portacolori azzurre, che in ottica futura daranno sempre più fastidio alle fenomenali teutoniche.

Un grido liberatorio ha accompagnato l’oro mondiale di Letizia Paternoster, capace di scacciare in un sol colpo gli incubi che l’hanno attanagliata negli ultimi due anni. Il trionfo nella corsa ad eliminazione è arrivato da vera dominatrice, tanto che nemmeno le più quotate Jennifer Valente e Lotte Kopecky sono riuscite ad insidiarla.

Sarebbe stata da apoteosi una finale tutta tricolore nell’inseguimento individuale maschile, ma purtroppo Ashton Lambie ha rotto le uova nel paniere a Jonathan Milan e Filippo Ganna, rispettivamente secondo e terzo. Nulla da rimproverare al giovane Campione Europeo della specialità, mentre Filippo ha pagato la caduta in allenamento ed un primo chilometro di qualificazione tutt’altro che esaltante. Per l’anno prossimo sognare il derby italiano in finale è più che lecito.

Medaglie di bronzo pesanti come macigni sono quelle conquistate da Elia Viviani ed Elisa Balsamo nell’omnium, la gara più lunga e dispendiosa. Elia si riconferma sul podio dopo la prova olimpica, e nella “sua” corsa ad eliminazione (alla prima storica edizione) riesce a cogliere quel successo intercontinentale che gli mancava per consacrare il palmarès. Ora possiamo dirlo: Elia Viviani ha vinto tutto.

Elisa invece ha confermato di essere ad altissimi livelli nella stagione che l’ha incoronata Campionessa del Mondo su strada. E per concludere in bellezza Simone Consonni e Michele Scartezzini si sono laureati vice Campioni iridati nella madison, nonostante le previsioni della vigilia li escludessero dal lotto dei favoriti.

Alla fine il bilancio conclusivo recita quattro ori, tre argenti, tre bronzi e terzo posto nel medagliere dietro alle superpotenze Germania e Olanda. Data la giovane età media della squadra ed il convincente percorso di crescita sentenziato da questi Campionati del Mondo è lecito guardare al futuro con estrema fiducia.

Foto: Federciclismo

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