MotoGP

MotoGP, Lin Jarvis: “Se Valentino Rossi non avesse parlato di Marc Marquez nel 2015 avrebbe vinto il Mondiale”

Pubblicato

il

La Yamaha è sempre più vicina a conquistare il titolo mondiale in MotoGP. La scuderia dei tre diapason, grazie a un Fabio Quartararo straordinario, sta per aggiornare la casella delle vittorie ferma al 2015 quando a vincere fu lo spagnolo Jorge Lorenzo.

Una stagione quella del sigillo del maiorchino tra le polemiche, frutto di un rapporto non semplice con Valentino Rossi di cui Lin Jarvis ha parlato nel corso di un’intervista concessa a Mat Oxley di Bike Magazine ripresa da Marca. Riavvolgendo il nastro, il direttore di Yamaha Racing ha rivelato come l’accordo che portò Rossi nel 2004 alla scuderia di Iwata fu un rischio, premiato dai risultati: “Vincere il titolo nel 2004 a Phillip Island è stato un momento magico“.

L’arrivo di Lorenzo in Yamaha quattro anni dopo ha cambiato le carte in tavola. Un ingaggio che secondo Jarvis era stato formalizzato per un motivo chiaro: “Abbiamo ingaggiato Jorge perché pensavamo che Valentino sarebbe andato in F1. Da quel momento ci sono stati degli attriti e nel 2010 mi ha detto che dovevo scegliere tra Lorenzo e lui. Una proposta inaccettabile e il rapporto si deteriorò“.

Non a caso ci fu l’avventura del ‘Dottore’ in Ducati e l’esperienza dell’americano Ben Spies nel team ufficiale di Yamaha. Dopo due anni deludenti con la Rossa, ci fu però il nuovo avvicinamento con Iwata. Sono andato a incontrare Vale a casa sua a Tavullia. È stato un momento speciale ed è tornato con un atteggiamento diverso, più umile“, le parole di Jarvis.

Tuttavia, quanto accaduto nel 2015 ha fatto riemergere, secondo il direttore di Yamaha Racing, il carattere di Rossi nel contrasto con Marc Marquez: “Penso ancora oggi che se Valentino non avesse chiamato in causa Marquez avrebbe vinto il titolo. La MotoGP dopo l’appuntamento in Australia si è trasformata in uno stadio di calcio, con tifosi delle fazioni avverse che si insultavano. Questo ha cambiato in maniera profonda la categoria, avvelenando l’ambiente“, la sua conclusione.

Foto: LaPresse

Exit mobile version