Basket

NBA 2021-2022: parte la stagione regolare. Brooklyn Nets favoriti, ma con il nodo Irving. Bucks e Lakers pronti alla sfida

Pubblicato

il

Saranno subito sfide importanti, quelle che nella notte apriranno la lunga stagione NBA 2021-2022 di ritorno a 82 partite e a un calendario normale. Nel 75° anniversario della massima lega professionistica americana i Milwaukee Bucks riceveranno l’anello nella sfida con i Brooklyn Nets, mentre i Los Angeles Lakers ospiteranno i Golden State Warriors, che dovranno cercare un’identità più a stagione in corso che nelle sue fasi iniziali.

Per i Bucks, rispetto alla squadra del titolo, non è cambiato troppo e soprattutto sono rimasti molti dei pezzi migliori attorno a Giannis Antetokounmpo. Non c’è più PJ Tucker, ma sono ancora in squadra Thanasis Antetokounmpo e Bobby Portis ed arrivati il cavallo di ritorno George Hill e Rodney Hood; il rientro dall’infortunio di Donte DiVincenzo può garantire molto a coach Mike Budenholzer, se non altro perché nella sua idea è la guardia titolare.

I grandi favoriti, però, sono i Nets. O almeno, lo sono con tutti a disposizione, perché se su Kevin Durant e James Harden, una coppia che da sola fa drizzare i capelli a qualunque squadra avversaria, resta il problema di Kyrie Irving. Le sue convinzioni, infatti, lo hanno portato non solo a non vaccinarsi, ma anche a finire fuori squadra per questo: sarebbe anche la ragione per cui è in stallo l’estensione da 187 milioni di dollari in quattro anni da destinare al giocatore. Di sicuro, non giocando a causa delle sue scelte, perde oltre 17 milioni di dollari per la regular season, che è la somma delle gare casalinghe saltate (il compenso per le trasferte gli arriverà comunque, perché è stata la squadra a decidere di non portarselo dietro, come raccontato da Sean Marks).

I Los Angeles Lakers, dopo una stagione 2020-2021 molto travagliata, cercano di ripresentarsi ai nastri di partenza con nuova linfa. Se è vero che per LeBron James c’è la variabile tempo che potrebbe iniziare a farsi sentire (anche se il suo concetto di tempo è diverso da quello del 99% dei giocatori NBA), è altrettanto vero che il roster gialloviola, a leggerlo, non fa dormire sonni tranquilli a molti. Parliamo infatti di Anthony Davis, Russell Westbrook, Rajon Rondo, Dwight Howard, Carmelo Anthony, Trevor Ariza, Marc Gasol. Sarà la formazione più vecchia per età con 31.5 anni di media, ma è un’arma che si può rivelare molto importante, quella dell’esperienza.

Attenzione anche alle possibili outsider, e l’anno scorso abbiamo visto fin troppo bene come sia possibile ribaltare totalmente le gerarchie. Sembra difficile che si ripeta un’annata totalmente fuori dagli schemi come quella conclusa nello scorso luglio, ma sono sempre da tenere d’occhio squadre come i Miami Heat, che sono riusciti ad assicurarsi Kyle Lowry e PJ Tucker, una coppia di tutto rispetto. Il tutto sempre ruotando (anche) intorno a Jimmy Butler. Gli Utah Jazz, che sperano di dover utilizzare meno cerotti della scorsa stagione, hanno aggiunto al duo Donovan Mitchell-Rudy Gobert notevole qualità, soprattutto con Rudy Gay e Hassan Whiteside a supportare un roster già ricco di talento e qualità per situazioni specifiche. E poi i Phoenix Suns, che semplicemente non hanno stravolto nulla tenendosi parecchio della struttura dell’annata scorsa e inserendo JaVale McGee.

Saranno tanti i temi di quest’annata. Uno dei molti riguarda Luka Doncic e la sua capacità di elevare i Dallas Mavericks a squadra che possa giocarsi traguardi importanti, se non nell’immediato almeno nel giro di un paio di stagioni. Il suo duello con Trae Young, che è tale se non altro perché sono messi in competizione dal momento del draft 2018, sarà tra gli argomenti portanti lungo questi mesi. Tutto da comprendere anche per gli Atlanta Hawks, dove Young è riuscito a dare tantissimo, anche supportato da un roster di grande esperienza. E a Danilo Gallinari può toccare un’altra bella stagione da autentico guru con licenza di rivelarsi decisivo.

Sono stati numerosissimi i casi dell’estate, ma uno più di tutti si è guadagnato le prime pagine, se non altro perché si sta ancora sviluppando: quello di Ben Simmons. Sostanzialmente scaricato da Philadelphia, in una vicenda i cui contorni non si possono definire in poche parole, attualmente è seguito da numerose franchigie, ma nessuna sembra aver ancora fatto il passo decisivo. Si tratta, però, di una situazione che evolve con sviluppi anche sorprendenti ogni giorno.

Foto: LaPresse

Exit mobile version