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Nuoto, Nicolò Martinenghi inizia da Kazan la caccia all’eccellenza in vista di Parigi 2024. Peaty in Russia non ci sarà

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Non più l’eterna promessa, ma una solida realtà. Nicolò Martinenghi alle Olimpiadi di Tokyo ha trovato il suo punto d’equilibro, vincendo la propria sfida nella piscina olimpica: un bronzo dal sapore dolcissimo e storico nei 100 rana. Da 21 anni, infatti, che un nuotatore azzurro non riusciva a spingersi a tanto e il riferimento è chiaramente a Domenico Fioravanti (oro a Sydney).

Nicolò, mettendo insieme una prestazione impeccabile, ha ottenuto il massimo possibile viste le sue attuali possibilità. Il britannico Adam Peaty e l’olandese Arno Kamminga l’hanno preceduto, ma il 58″33 è stato sufficiente per essere nella top-3. Il lombardo quindi è stato in grado di scrollarsi di dosso quell’etichetta di eterno incompiuto che troppe volte aveva dovuto digerire mal volentieri.

In questa circostanza perplessità e dubbi sono stati dissipati dalla sua nuotata. Un atleta maturo e consapevole che dalle cadute ha saputo rialzarsi, reagendo alle problematiche fisiche che in troppe circostanze ne hanno impedito la definitiva esplosione. Ebbene, questa c’è stata nell’anno più importante e nella circostanza che conta maggiormente.

E’ il momento ora di dar seguito e di confermare lo status raggiunto e prova a migliorarlo ulteriormente. Gli Europei di Kazan di vasca corta, dal 2 al 7 novembre, saranno una competizione nella quale Martinenghi vorrà far valere le sue qualità. A meno di clamorose sorprese, non ci sarà Peaty che in questi ultimi mesi si è dedicato alla pista da ballo, con risultati più che apprezzabili. Pertanto l’azzurro vorrà cominciare dalla Russia a far valere il proprio peso in acqua al cospetto di chi risponderà presente per dare una bella sterzata in un’annata in cui ci sarà l’imbarazzo della scelta in quanto a eventi a cui prendere parte.

Il triennio che porterà a Parigi 2024 avrà diverse scadenze e il nostro portacolori vorrà ritagliarsi un ruolo da primattore, avendo un vantaggio anagrafico rispetto a Peaty (classe ’94 il britannico e classe ’99 l’italiano). Delle basi solide ci sono, non resta che continuare a seguire il percorso intrapreso.

Foto: LaPresse

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