Si sono spenti i riflettori al Capital Indoor Stadium di Pechino (Cina), l’imponentissimo impianto sportivo che ha ospitato il 14 e il 15 ottobre l’Asian Open, evento di pattinaggio artistico non solo inserito nel circuito di seconda fascia ISU Challenger Series ma valido, seppur un parterre di partecipanti ridotto all’osso e senza l’ausilio di alcuna diretta streaming-televisiva, anche come test olimpico. Gli attesissimi della vigilia, i padroni di casa delle coppie Wenjing Sui-Cong Han, non hanno deluso le aspettative, replicando a distanza con due buone performance quanto fatto lo scorso weekend dai russi Anastasia Mishina-Aleksandr Galliamov, secondo le ultime indicazioni diventati i loro principali outsider.
I Vice Campioni Olimpici in carica hanno ben figurato già dallo short program, iniziato nel migliore dei modi con il triplo toeloop in parallelo, con un davvero imponente triplo flip lanciato e con un ottimo twist, chiamato di livello 4 come la trottola e il sollevamento, ma concluso leggermente sulle corde, non riuscendo a centrare il massimo del livello nella serie di passi (di livello 3) e realizzando una spirale assegnata solo di livello 2.
Di buona fattura anche il libero, dove i due fuoriclasse hanno deciso di ripescare il loro programma cult della stagione 2016-2017 interpretato sulle note de “Bridge Over Troubled Water” di John Legend. Al netto di due sbavature nel triplo salchow in parallelo e all’arrivo del triplo flip lanciato, valutato con un GOE leggermente negativo, oltre che di un livello perso nel sollevamento del gruppo 3, gli atleti hanno portato a buon fine quanto pianificato, ricevendo una valutazione nel totale di 223.48, ben distanziando Cheng Peng-Yang Jin, comunque vicini a quota 200 con 196.68. Terzi invece Yuchen Wang-Yihang Huang con 174.37.
Bella prova anche anche l’individuale maschile, grazie alla battaglia interna in casa Giappone tra Shun Sato e Yuma Kagiyama, vinta in modo decisamente netto da quest’ultimo, confezionando due performance con cui ha raggiunto 277.78, diciannove punti in più del diretto avversario, fermo al secondo posto con 256.16. Più lontano poi Jin Boyang, piazzatosi sul gradino più basso del podio con 224.09.
Sorpresa in campo femminile con la vittoria della nipponica Mai Mihara che, grazie a un free program composto da sei tripli e tre doppi (tra cui si conta oltre i due axel un loop andato doppio anziché triplo), è riuscita ad avere la meglio di misura con 203.58 sulla compagna di squadra più quotata Kaori Sakamoto, prima dopo il corto e seconda con 202.58 a causa principalmente di due sanguinosi errori nei due piatti forti della casa, ovvero l’axel e il loop, girato soltanto da due giri. Da menzionare poi Joanna So, di Hong Kong, terza con 155.65.
Nella danza infine trionfo schiacciante quanto scontato per i pattinatori stanziati a Montrèal Shiyue Wang-Xinyu Liu, abili a regolare senza patemi con 186.58 Hong Chen-Zhuoming Sun, al posto d’onore con 160.83.
CLASSIFICA FINALE COPPIE D’ARTISTICO
CLASSIFICA FINALE INDIVIDUALE MASCHILE
CLASSIFICA FINALE INDIVIDUALE FEMMINILE
CLASSIFICA FINALE DANZA SUL GHIACCIO
Foto: LaPresse