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Scherma, Stefano Cerioni: “Non siamo più il Dream Team, dobbiamo cambiare mentalità e organizzazione”

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Le Olimpiadi di Tokyo hanno fatto suonare l’allarme ed è il momento di cambiare. La scherma italiana, da sempre miniera di medaglie e di ori ai Giochi, non ha ottenuto il metallo pregiato in Giappone e questo ha portato a un cambio di rotta in un contesto ambientale instabile e dalle mille frizioni.

Poco meno di un mese fa sono stati nominati i tre nuovi Commissari Tecnici: Stefano Cerioni (fioretto), Luigi Tarantino (sciabola) e Dario Chiadò (spada). A fare rumore, inevitabilmente, è stato il ritorno di Cerioni in azzurro dopo le sue esperienze lontano dall’Italia. Il tecnico jesino era conteso con la Francia in vista delle Olimpiadi di Parigi 2024, ma alla fine la Federazione italiana è riuscita a trovare gli argomenti giusti per riportare a casa il tecnico. Classe ’64, oro olimpico nel fioretto individuale a Seoul 1988, il suo passato da CT del settore maschile nel 2005 e poi dal 2008 di quello femminile era coinciso con molteplici successi.

Cerioni poi aveva deciso di andare via e di lavorare Russia, ottenendo anche in questo caso tanti risultati. Ora il ritorno nel Bel Paese per una nuova sfida. “Riprendiamo da dove avevamo lasciato, anche se sono passati parecchi anni e le cose sono molto cambiate. Non sarà un lavoro semplice ritrovare i ritmi e le vittorie che avevamo in passato, ma il lavoro è bello e il progetto stimolante. Ho accettato l’idea di tornare in Italia per che mi hanno fatto sentire indispensabile e questo mi ha convinto. Con i francesi eravamo molto avanti, ma l’Italia è riuscita a infilarsi nell’ultimo spiraglio disponibile. Ma non si tratta di soldi“, le considerazioni di Cerioni intervistato da Giorno – Carlino – Nazione Sport.

Il CT da questo punto di vista ha le idee chiare: “All’estero ci sono i centri federali dove un tecnico sceglie 10-15 atleti e lavora con quelli quotidianamente. Visti i risultati, mi sono rafforzato nella convinzione che il modo giusto sia quello, quindi nei limiti del budget vorrei fare più allenamenti e non solo una settimana al mese. Probabilmente ci riusciremo, dobbiamo creare un gruppo affiliato di maestri“.

Un Cerioni che da avversario sapeva e sa quali sono i difetti della Nazionale: “Il fatto che arrivassero i risultati ci faceva pensare che gli altri dovevano imparare da noi, oggi dobbiamo cercare di essere sempre un po’ avanti, cercare tattiche nuove“.

A conclusione, l’affermazione perentoria: “Non siamo più il Dream Team, dobbiamo capirlo e affrontare gli avversari. Senza timore, ma con rispetto: loro non hanno più paura di noi, ci affrontano in modo diverso, prima avevamo un vantaggio mentale. Ma le nuove generazioni non devono essere paragonate al Dream Team, solo dare tutto quello che hanno. La possibilità di trovare campioni c’è ancora“.

Foto: Federscherma / Bizzi

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