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Sinner-Alcaraz, la rivalità del futuro passa dalla (quasi) sicura sfida di Parigi

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Il tennis del post-big three sta piano piano prendendo sempre più forma. Già durante quest’annata non sono stati pochi i tornei di grido in cui non abbiamo visto uno tra Novak Djokovic, Rafa Nadal e Roger Federer tra i partecipanti, con Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas ed Alexander Zverev che stanno scalando le gerarchie. Poco dietro di loro c’è però la generazione dei millennials, che sta guadagnando sempre più consensi grazie alle prestazioni di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, sempre più protagonisti del panorama mondiale e che potrebbero affrontarsi due volte nel giro di pochi giorni.

Il sorteggio del tabellone di Parigi-Bercy ha difatti ‘regalato’ all’azzurro, settima testa di serie del seeding, un accoppiamento quantomeno complicato al secondo turno, dove affronterà il vincente tra lo spagnolo e la wild card Pierre-Hugues Herbert. Il che farebbe il paio con la possibile finale tra di loro nel torneo di Vienna, in corso di svolgimento: se per Jannik il compito di giocarsi il torneo austriaco è sulla carta più facile poiché fra poche ore affronterà il sempre tignoso Frances Tiafoe, per l’iberico il compito è assai più difficile con Alexander Zverev.

Vent’anni compiuti da poco più di due mesi per Sinner, quasi diciotto e mezzo per Alcaraz, allievo di Juan Carlos Ferrero che però, quando lo osservi giocare, pare avere almeno una decina di stagioni nel circuito. Fisico praticamente rifinito ad arte e vicinissimo allo sviluppo massimo, dà sempre l’impressione di avere un piano in ogni scambio, come ha potuto provare sulla sua pelle Matteo Berrettini. Ma soprattutto, ha l’estrema convinzione di poter arrivare su ogni palla, proprio come Rafa Nadal, di cui è considerato l’erede per mantenere in vetta il tennis spagnolo. Anche con il giovane nato ad El Palmar ogni tanto si assiste a quella sensazione di frustrazione dell’avversario che non sa a che santo votarsi per fare punto, e la sua classifica non fa altro che migliorare.

Ma dall’altra parte il nativo di Sesto Pusteria non è che se la stia passando male, anzi. Sappiamo bene che il cemento indoor è la superficie che si adatta di più alle sue caratteristiche e lo sta dimostrando bullizzando tutti coloro che si sta ritrovando di fronte, ultimo quel Casper Ruud che tutti, tra esperti ed addetti ai lavori, reputano più che meritevole per le Finals di Torino. Che anche Sinner, da lunedì numero 9 virtuale al mondo (e con la possibilità di migliorare) sta inseguendo, con un gioco che, nonostante i due anni in più all’anagrafe rispetto al suo rivale, ha ancora enormi margini di espansione. Negli ultimi mesi l’azzurro sta aggiungendo tante varianti nel suo gioco, tra backspin e palle corte, e negli ultimi tempi il servizio sta portando più gioie rispetto al passato. E poi, il suo pregio maggiore: la pesantezza di palla, quella capacità di imprimere ritmo allo scambio che massacra moralmente gli avversari. Ed è una scena a cui stiamo assistendo sempre più spesso.

Due modi completamente differenti per giocare, per vivere il tennis. Due giocatori che stanno bruciando le tappe a modo loro, con i risultati che però arrivano in maniera sempre più repentina in loro favore. In questi giorni, tra Vienna e Parigi-Bercy, potremmo assistere al primo (e anche al secondo) capitolo di una rivalità che potrebbe infiammare gli anni a venire del tennis mondiale. Il consiglio è di rimanere attaccati agli schermi dei televisori: potrebbe essere uno di quegli eventi da raccontare ai nipotini.

Foto: © e-motion/Bildagentur Zolles KG/Martin Steiger

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