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Tennis, Jannik Sinner fa ancora fatica nei Masters 1000 e negli Slam. Con una eccezione

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La sconfitta contro Taylor Fritz negli ottavi di finale del Masters 1000 di Indian Wells ha lasciato dei dubbi sulla competitività di Jannik Sinner nei tornei maggiori. La caduta sul cemento statunitense ha infatti confermato che il nostro azzurro deve farne ancora di strada per poter affermarsi ai massimi livelli.

Andando ad analizzare i risultati del numero 2 d’Italia negli Slam e nei Masters 1000 del 2021, possiamo notare come l’anno corrente si sia aperto con la sconfitta al primo turno agli Australian Open. Non uno scivolone clamoroso, vista la qualità dell’avversario (il canadese Denis Shapovalov), ma che ha comunque lasciato l’amaro in bocca a tutti gli appassionati (soprattutto considerando che Sinner era reduce dalla vittoria della settimana prima nell’ATP 250 di Melbourne).

Passata la prima “delusione”, c’è stata poi la grande eccezione in un torneo Masters 1000: sul cemento di Miami il nostro azzurro ha mostrato un livello di tennis davvero alto ed è riuscito a giungere ad un passo dal trionfo (è stato superato in finale dal polacco Hubert Hurkacz in 2 set). Sembrava essere l’avvio della consacrazione definitiva del classe 2001, invece dopo la grande prestazione  in California sono arrivate in rapida successione le sconfitte al secondo turno nel Masters 1000 di Montecarlo (dove non ha avuto troppe colpe dato che è stato sconfitto dal numero 1 al mondo Novak Djokovic), nel Masters 1000 di Madrid (superato dall’australiano Alexei Popyrin in due set) e agli Internazionali d’Italia (anche qui senza troppi rimpianti contro Rafael Nadal).

Arrivati al periodo degli Slam “estivi”, Sinner ha subito un’altra sconfitta da Nadal, stavolta negli ottavi di finale del Roland Garros, e poi è stato rovinosamente superato dall’ungherese Marton Fucsovics al primo turno di Wimbledon. Successivamente, non sono di certo andati meglio i tornei sul cemento americano: uscita al primo turno nel Masters di Toronto (disfatta dolorosissima contro l’australiano James Duckworth), eliminazione al secondo turno nel Masters di Cincinnati (lo statunitense John Isner ha avuto la meglio in 2 set), sconfitta contro il tedesco Alexander Zverev negli ottavi di finale agli Us Open e infine la caduta di pochi giorni fa con Fritz.

Se guardiamo tutti gli scontri di Sinner di quest’anno possiamo trovare una chiave di lettura interessante: manca la vittoria contro i più forti. Le sfide contro Djokovic, Nadal, Zverev, Tsitsipas e Medvedev l’hanno sempre visto uscire da sconfitto. Sintomo che il tennis del numero 2 d’Italia deve ancora crescere per raggiungere i livelli più alti. Per farlo, l’italiano dovrà innanzitutto migliorare il servizio, il suo colpo più debole, e poi dovrà imparare a gestire meglio alcuni scambi in cui si fa prendere dalla fretta fino a commettere errori gratuiti, spesso fatali. Detto ciò, non c’è da preoccuparsi. Tutti questi risultati hanno a malincuore influito negativamente nella corsa per le ATP Finals di Torino, ma sono all’interno di un percorso di crescita di un ragazzo classe 2001 (importante non scordaselo) che ha ancora tutto il tempo per esplodere definitivamente.

Foto: LaPresse

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