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Volley, Italia campione d’Europa…ma SuperLega invasa di stranieri. Una cultura che non cambia. E le squadre piccole…

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L’Italia ha vinto gli Europei 2021 di volley maschile, rendendosi protagonista di una cavalcata memorabile culminata col successo contro la Slovenia al tie-break. La nostra Nazionale è tornata sul tetto del Vecchio Continente a sedici anni di distanza dall’ultima volta, ma il “problema” dei troppi stranieri in SuperLega, il massimo campionato italiano, è sempre lampante. Diamo uno sguardo ai numeri del torneo che inizierà nel weekend del 9-10 ottobre: 70 stranieri su 173 tesserati, ovvero il 40,4% del totale, in rappresentanza di 27 Nazioni (quattro Continenti: 20 dalle Americhe, 47 dall’Europa, 2 dall’Asia, 1 dall’Oceania).

In particolare si segnalano 9 francesi (spiccano Earvin Ngpeth a Modena, Jean Patry e Barthelemy Chinenyeze a Milano, Thibaut Rossard e Antoine Brizard a Piacenza) e 8 brasiliani (su tutti Bruninho e Yoandy Leal a Modena, Ricardo Lucarelli a Civitanova), senza dimenticarsi di ben 7 bulgari (guidati da Matey Kaziyski a Trento), 5 tedeschi (spicca il bomber Georg Grozer a Piacenza). Da ricordare anche 4 olandesi (Nimir Abdel-Aziz a Modena è il nome grosso) e 4 statunitensi (Matt Anderson a Perugia, Max Holt e Aaron Russell a Piacenza meritano una sottolineatura), oltre alla grande stella polacca Wilfredo Leon a Perugia.

Troppi stranieri? Probabilmente sì, anche perché la presenza del 59,6% di italiani è anche dovuta al fatto che ogni squadra è obbligata a schierare in campo contemporaneamente tre ragazzi con passaporto tricolore. Se non ci fosse quel vincolo… Una cultura ormai sempre più massiccia da qualche stagione e che non sembra cambiare, soprattutto in alcuni ruoli cruciali (leggasi opposto, ma non solo) dove si preferisce non fare crescere un italiano. “Fateli giocare” è un urlo da diversi anni, ma spesso non viene ascoltato.

Basti pensare che Giulio Pinali e Yuri Romanò, opposti titolari dell’Italia capace di vincere i Mondiali, saranno riserve rispettivamente di Kaziyski e Patry (salvo cambi di idea in corso d’opera). Alessandro Michieletto e Daniele Lavia avranno massima fiducia da Trento, Simone Anzani e Gianluca Galassi saranno pedine di lusso tra Civitanova e Monza, Simone Giannelli si è trasferito a Perugia. Anche quattro azzurri vincitori dei Mondiali Under 21 saranno titolari. Ma bisognerebbe osare un po’ più.

Approfondiamo ulteriormente i dati della vigilia: Verona ha 7 stranieri su 13 giocatori in rosa, Perugia e Piacenza pareggiano (7-7), Taranto e Padova vanno in controtendenza (rispettivamente 11 e 10 italiani). Gli opposti non italiani saranno il 66,6% del totale (16 su 24), gli schiacciatori il 61,5% (32 su 52). Il discorso si ribalta per centrali (14 su 45 stranieri, il 31,1%) e palleggiatori (7 su 26, il 26,9%), addirittura 25 liberi italiani su 26 (il tedesco Julian Zenger a Trento è l’unico intruso, tra l’altro sarà titolare).

Questo discorso potrebbe non riguardare le big che si affidano a veri fuoriclasse internazionali (e ben venga), ma interessa sicuramente formazioni che lottano nelle parti basse della classifica: assicura davvero dei vantaggi inconfutabili affidarsi al nome esotico e dal talento non così lampante, piuttosto che fare crescere un giovane italiano? La domanda appare retorica.

Foto: CEV

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