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America’s Cup, tornano i ciclisti a bordo! Rivoluzione dei “cyclors” al posto dei “grinder”: cosa cambia? Ineos sorride. E qualche pro’…

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Ritorneranno i ciclisti in America’s Cup! Questa è una delle più grandi rivelazioni che traspare dal protocollo ufficiale comunicato ieri sera da Team New Zealand (Defender) e Ineos Britannia (Challenger of Record). Dalle strettissime maglie di 85 pagine di regolamento è emerso chiaramente che i cosiddetti “cyclors” avranno diritto di cittadinanza a bordo delle barche, cosa che invece era stata vietata durante l’ultima campagna e che aveva fatto la differenza nel 2017, quando Team New Zealand fece saltare il banco alle Bermuda adottando proprio questa soluzione.

Spieghiamo nel dettaglio la situazione. All’interno dell’equipaggio figurano alcuni “grinder”, ovvero persone addette a girare le cosiddette manovelle con l’impiego di mani e braccia, in modo da fornire energia alla barca. I “cyclors” sostituirebbero i “grinder”: al posto di utilizzare gli arti superiori userebbero le gambe, generando così una potenza chiaramente superiore. Un cambio di direzione legato al fatto che gli equipaggi verranno ridotti di tre unità (da 11 a 8) e per compensare la perdita si è pensato di permettere l’impiego degli arti inferiori in questa particolare mansione.

Un cambiamento che sta già facendo discutere e che sicuramente rivoluzionerà la competizione sportiva più antica al mondo. Ben Ainslie, CEO di Ineos Britannia, ha scherzato in questo modo: “Devo cercare di convincere Chris Hoy (sei volte Campione Olimpico tra chilometro, velocità e keirin, n.d.r.) a tornare… Scherzi a parte: c’è stata molta discussione, i tradizionalisti preferiscono i grinder che usano la forza delle braccia, ma c’è una soluzione per cercare di migliorare la performance in aria. Le squadre sono libere di scegliere, ma sarei meravigliato se qualche team non esplorerà questa vita“.

Questa rivoluzione potrebbe davvero sorridere a Ineos, vista la sua presenza nell’universo ciclistico: il sodalizio che annovera diversi fuoriclasse tra cui Egan Bernal (vincitore di un Giro d’Italia e un Tour de France) potrebbe dare un sostegno di primissimo piano. A questo punto potrebbe essere davvero necessario trovare ciclisti specialisti da schierare sugli scafi anche per le altre realtà come la stessa New Zealand e per Luna Rossa. Ricordiamo che vige la stringente regola della cittadinanza: soltanto britannici per Ineos, neozelandesi per i Kiwi, italiani per Luna Rossa e via dicendo…

Magari qualche professionista potrebbe essere interessato, ma uscire dalle maglie dei contratti di livello World Tour o Professional non è semplice: staremo a vedere cosa arriverà all’orizzonte, la situazione è tutta in fase di definizione.

Foto: CREDIT COR 36 Studio Borlenghi

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