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ATP Finals 2021, il sorteggio peggiore possibile per Matteo Berrettini

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Matteo Berrettini arriva alle ATP Finals per la seconda volta, e stavolta con credenziali ben più importanti della prima. Nel percorso verso Torino ha dimostrato di essere un top player, arrivando tre volte su quattro ai quarti in uno Slam (e in un’occasione, a Wimbledon, si è spinto fino alla finale), raggiungendo un ultimo atto in un Masters 1000, e più in generale con risultati che ne hanno garantito la continuità ai livelli più alti. Il tutto mancando di fatto due parti della stagione per infortunio (tra Melbourne e Montecarlo e tra Wimbledon e mezza estate USA, con annesse Olimpiadi saltate).

Per il romano la strada verso le semifinali sarebbe stata impervia in ogni caso, ma per le condizioni attuali dei suoi avversari l’urna è stata ancor meno benevola. Ci saranno infatti il russo Daniil Medvedev, il tedesco Alexander Zverev e il polacco Hubert Hurkacz contro di lui al Pala Alpitour di Torino, dal quale è attesa una grande dose di tifo per un giocatore che, nell’ultimo anno e mezzo, ne ha potuto vivere poco e per la maggior misura nell’ottavo a Roma contro il greco Stefanos Tsitsipas in termini di pubblico sul suolo italiano.

La prima sfida sarà quella di domenica contro Zverev, che quest’anno l’ha battuto in un’occasione, e molto importante: la finale del Masters 1000 di Madrid, vinta dal tedesco per 6-7(8) 6-4 6-3. In generale il conteggio dei precedenti è 1-3 e rispecchia diverse fasi della carriera dei due. A Roma, nel 2018, Berrettini stava iniziando a scoprire il mondo ATP e resse bene per un set contro Zverev già affermato; l’anno dopo, invece, sempre al Foro Italico, lo sconfisse tra la gioia della sua gente. Più avanti, in semifinale a Shanghai, non poté nulla contro una versione inattaccabile del tedesco. Quest’ultimo ha vinto a Vienna dopo la semifinale agli US Open, ma alcune volte qualche segnale non perfetto lo mostra. Nel pronostico, ad oggi, è favorito, il che non lascia certo tranquillo il numero 1 d’Italia, costretto fin da subito a giocarsi un autentico scontro diretto.

0-2 invece il bilancio con Medvedev: Berrettini ne ha un ricordo di inizio anno, all’ATP Cup (della quale, peraltro, è incerto il destino nel 2022). Un 6-4 6-2, quello, che contribuì a far capire che il russo sarebbe stato grande protagonista della stagione. Ha fatto di più, molto di più, bloccando ogni progetto Grande Slam di Novak Djokovic a New York. Ad oggi, con ottime probabilità, se c’è un solo giocatore che può batterlo, quello è il serbo, e nessun altro. Medvedev, in breve, può tranquillamente chiudere il girone con tre vittorie.

Contro Hurkacz, invece, i ricordi sono più dolci: 1-1 nel bilancio (sarebbe 2-1, ma l’ATP non conta le qualificazioni dei tornei, in questo caso 2° turno a Melbourne, pur riconoscendole), ma con la semifinale di Wimbledon ancora fresca nella memoria. Il polacco ha però fatto vedere un ottimo tennis di recente, soccombendo a Djokovic soltanto in semifinale a Parigi-Bercy, e dopo avergli dato molti problemi. La vera mina vagante, in breve, è lui.

Un raggruppamento di questo genere vede chiaramente Medvedev e Zverev nel ruolo di favoriti per l’ingresso in semifinale: a Berrettini servirà forzatamente (o quasi) sconfiggere uno dei due per avere delle chance concrete. Forse avrebbe sorriso di più potendosi trovare con Tsitsipas, al momento non al meglio fisicamente, di fronte, posta la sostanziale indifferenza, in termini di pericolosità, tra Hurkacz e Ruud, perché il norvegese, pur essendo più giocatore da terra, ha dimostrato di potersi difendere molto degnamente anche sulle superfici veloci. Le Finals, però, sono queste: di facile c’è ben poco. Certo, c’è di più difficile, e lo stesso romano lo sa bene, ricordando il 2019 in cui si trovò chiuso da Djokovic e Federer.

Foto: LaPresse

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