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ATP Finals, Jannik Sinner spazza via Hurkacz, torna top10 ed è in corsa per le semifinali!
Dallo stare a guardare ad entrare nella storia del tennis italiano in mezza giornata. Jannik Sinner ha preso a malincuore il ruolo di sostituto di Matteo Berrettini e non lo fa rimpiangere nel suo debutto alle ATP Finals, battendo Hubert Hurkacz con un doppio 6-2 in meno di un’ora e mezza giocando un tennis vicinissimo a quello praticamente perfetto visto a Sofia e vendicandosi del ko della finale al Masters1000 di Miami.
Nella storia, dicevamo: poiché Jannik, a vent’anni e tre mesi, diventa il secondo italiano dopo lo stesso Berrettini a vincere un match al torneo di fine anno tra i migliori al mondo, dopo i tentativi andati a vuoto di Barazzutti e Panatta. Con questo successo l’azzurro torna in top 10 superando Felix Auger-Aliassime e fa anche un pensierino alle semifinali, ma bisognerà battere Daniil Medvedev, già sicuro del primo posto, e sperare in Hurkacz contro Alexander Zverev.
L’inizio aveva fatto temere un po’, con una palla break subito sventata, ma Jannik si fa subito trasportare dal calore del pubblico di Torino e prende il sopravvento nel terzo gioco. Colpi pesantissimi da metà campo e l’altoatesino mette la freccia; per mettere a segno il 3-1 c’è bisogno di un game fiume da più di undici minuti, da cui ne esce successivamente l’energia necessaria per piazzare il doppio break, più grazie alla sua bravura in risposta, con cui riesce a dominare lo scambio: 5-1 e frazione abbondantemente in archivio.
Un set avanti e senza nulla da perdere: Sinner si carica sempre più, non avvertendo la stanchezza di un anno da 66 partite. E i primi tre giochi sono davvero tanto simili a quanto vissuto tre quarti d’ora prima: prima l’azzurro si salva grazie anche ad un errore del polacco che getta nel cestino il 2-0 con un dritto fuori dalle righe, per poi prendere il sopravvento con dritto e rovescio. Il break è servito, e Hurkacz viene assalito mano mano dalla frustrazione, vedendo che dall’altra parte c’è un mostro che gli ribatte tutto ciò che passa dalle sue parti. Alla risposta lunga del polacco sul match point il pubblico esulta, e Jannik ha il tempo per una dedica semplice, ma d’effetto: “Matteo sei un idolo” per lo sfortunato Berrettini, con vicino un cuore. Un cuore per Matteo, il cuore che ha fatto vedere Sinner.
L’azzurro ha limitato gli errori in maniera ottimale, con il saldo vincenti/non forzati in positivo (17/11); dall’altra parte anche Hurkacz se la cava bene, con un sufficiente 14/14, ma il polacco paga tanto la pessima resa al servizio, con cui vince meno del 50% dei punti (23/47) ed un 5/16 con la seconda. Anche Sinner ha un lato umano, concedendo cinque palle break, ma le annulla tutte: ciò racconta il cinismo dell’altoatesino, che corona così l’anno più bello della sua vita sportiva. Per ora.
Foto: LaPresse