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Biathlon, dietro a Wierer e Vittozzi l’Italia femminile lavora per costruire il futuro, non per ottenere risultati immediati

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Alle ore 11.45 di sabato 27 novembre si aprirà ufficialmente la Coppa del Mondo di biathlon 2021-22. La prima gara ad andare in scena sarà un’individuale femminile. Al riguardo andiamo ad analizzare quali possono essere le ambizioni delle giovani azzurre, ovvero coloro che non rispondono al nome di Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi, delle quali ci occuperemo con dovizia di particolari nei prossimi giorni.

Questo gruppo è capitanato da Michela Carrara, ormai assurta al ruolo di numero 3 della squadra sia per rendimento che per età anagrafica. A livello junior la valdostana si confrontava ad armi pari con Ingrid Landmark Tandrevold, ma il circuito maggiore si è dimostrato ben altro affare rispetto alle competizioni giovanili. Durante l’ultimo inverno, la ventiquattrenne del Centro Sportivo Esercito è finalmente riuscita a far breccia in zona punti e avrà come obiettivo quello di entrare quante più volte possibile nelle prime 40 posizioni, cercando magari di avvicinare la top-20 già sfiorata ai Mondiali di Pokljuka. Purtroppo, alla luce delle percentuali sinora espresse in carriera, l’impressione è che Carrara difficilmente possa essere dotata di continuità di rendimento, ma sia destinata a recitare la parte di atleta da alti e bassi. In tal senso, la speranza è che le luci siano più delle ombre, nel qual caso il bilancio sarebbe positivo.

Lo staff tecnico azzurro, inoltre, punta forte su Rebecca Passler, vincitrice di due medaglie agli ultimi mondiali junior e inserita d’imperio in Squadra A. Al riguardo sarebbe però doveroso muoversi con i piedi di piombo. Come appena detto, le gare giovanili sono una cosa, la Coppa del Mondo è un altro paio di maniche, soprattutto considerando come la ventenne altoatesina sarà all’esordio assoluto. Dovrà quindi innanzitutto prendere le misure con il massimo circuito, allo scopo di farsi le ossa ed esplorare i propri limiti, senza pretendere alcunché o strapparsi i capelli se non dovessero arrivare risultati.

Basta andare a leggere l’albo d’oro dei Mondiali junior per rendersi conto come le medaglie in tale ambito non siano garanzia di successo. Per esempio assieme a Magdalena Neuner salivano sul podio Darya Domracheva, Veronika Vitkova e Marie Laure Brunet, ma anche Carolin Hennecke, Susann König e Marine Dusser. Chi si ricorda cosa hanno ottenuto le ultime tre? Un paio di loro, non a caso, sono state “bruciate” dalle attese troppo elevate generate da certi risultati.

Dunque, riporre aspettative immediate su Passler sarebbe controproducente. Se dovesse fare bene sin da subito, allora sarebbe una benaccetta sorpresa, ma se dovesse faticare, sarebbe comunque una dinamica più che comprensibile. Per la verità, dalla ventenne altoatesina non bisognerebbe aspettarsi niente di più di ciò che ci si attende da ogni componente della squadra denominata “Progetto Milano-Cortina 2026”, composta da ben 7 atlete. Qualsiasi ragazza inserita in questo gruppo può attualmente essere considerata una candidata a un pettorale olimpico a Pechino 2022. Chi si saprà far valere in Ibu Cup, magari poi comportandosi dignitosamente in Coppa del Mondo, avrà l’opportunità di partecipare ai Giochi cinesi. Senza grosse ambizioni, sia chiaro, ma quantomeno con la possibilità di incamerare un’esperienza a Cinque cerchi in ottica futura.

Foto: Federico Angiolini

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