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Biathlon, Dorothea Wierer chiuderà il cerchio fregiandosi della “Triplice Corona”?

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Terza, quinta, quinta, prima, prima, quinta. Non è la sequenza di marce da utilizzare nelle curve di qualche prova speciale di rally, bensì la posizione finale di Dorothea Wierer nella classifica generale di Coppa del Mondo dal 2015-2016 al 2020-2021. In altre parole, l’azzurra ha messo le mani su due Sfere di cristallo e ha chiuso le ultime sei stagioni nella top-five della graduatoria assoluta. Si tratta di un rendimento sul lunghissimo periodo con pochi eguali nella storia della disciplina.

D’altronde l’altoatesina ha raggiunto un livello di eccellenza assoluta, essendo ormai priva di qualsiasi punto debole. Proprio questa proverbiale solidità le ha permesso di scrivere importanti pagine di storia dello sport italiano, compresa la conquista di tre medaglie d’oro iridate, due delle quali arrivate sulle nevi dove è cresciuta.

Già, Coppe e titoli mondiali non mancano certo dalla bacheca della trentunenne di Rasun-Anterselva, a differenza di una medaglia olimpica individuale, sempre sgusciata dalle sue mani. Sochi 2014 “arrivò” giusto un filo troppo presto, nel senso che Dorothea non era ancora completamente sbocciata. Pyeongchang 2018 è invece, effettivamente, stata una delusione, perché già allora l’azzurra aveva tutte le carte in regola per salire sul podio. Invece qualche errore di troppo qua e là le ha impedito di issarsi nella top-three.

Gianmarco Tamberi insegna che a volte bisogna solo avere pazienza. Se si è al vertice della propria disciplina, prima o poi il treno giusto ripassa anche se si perde il primo. Il suo caso è diverso nelle premesse, ma non nella sostanza. Sarebbe partito da favorito assoluto a Rio de Janeiro 2016, ma l’oro olimpico è arrivato comunque da outsider a Tokyo 2021. Dal 7 al 19 febbraio 2022 per Wierer sono previsti ben quattro “Freccia Rossa” verso la gloria. Essere munite di biglietto, ovvero poter salire su quel benedetto convoglio, non garantisce però l’effettiva presenza. Ogni treno ha solo tre posti, ma l’overbooking è selvaggio, quindi le pretendenti ai sedili saranno molte più delle poltrone disponibili. Dunque, ci sarà da sgomitare. È evidente come il 2021-2022 dell’azzurra sia incentrato principalmente su Pechino, in quanto i Giochi olimpici sono il proverbiale tassello mancante. Storicamente, l’altoatesina è solita cominciare fortissimo a dicembre, ma non ci sarà da allarmarsi se dovesse essere meno brillante delle abitudini. Dopotutto, a differenza del passato, potrebbe aver effettuato scelte differenti in fase di preparazione.

Se dovesse arrivare un podio olimpico, infatti, il cerchio si chiuderebbe. Se poi quella medaglia dovesse essere d’oro, si completerebbe una circonferenza perfetta degna di Giotto, poiché la trentunenne di Rasun-Anterselva si imporrebbe su ogni fronte possibile. Sinora sono sei le donne capaci di fregiarsi della “Triplice corona” del biathlon: Kati Wilhelm, Andrea Henkel, Magdalena Neuner, Tora Berger, Darya Domracheva e Laura Dahlmeier. Dorothea sarà la “magnifica settima”? Per riuscirci dovrà badare “solo” a esprimersi al suo meglio. Se poi altre dovessero essere più brave di lei, amen, ma quando esegue tutto alla perfezione è pressoché impossibile sbatterla giù dal podio. Quindi, forza e coraggio, le medaglie olimpiche sono ampiamente alla portata, “basta” fare solo fare tutto nel verso giusto e nel momento giusto. Chi è forte, lo sa bene. E, soprattutto, lo ha già fatto.

Foto: La Presse

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