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Biathlon, i favoriti della Coppa del Mondo 2021-2022: poker di cristallo già prenotato per Johannes Bø?

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Sabato 27 novembre le nevi di Östersund ospiteranno la gara d’apertura della XLV Coppa del Mondo maschile di biathlon, per la cui conquista c’è un grande favorito. Il soggetto in questione è, ça va sans dire, Johannes Thinges Bø, il quale andrà alla caccia della quarta Sfera di cristallo consecutiva. Il norvegese è reduce da un’annata al di sotto delle aspettative, al termine della quale si è comunque imposto in classifica generale, seppur soffrendo molto più del previsto. Il fatto che il ventottenne scandinavo abbia deluso, soprattutto in occasione dei Mondiali, ma abbia comunque vinto la Coppa del Mondo, dimostra quanto elevato sia il suo potenziale.

Il diretto interessato e lo staff tecnico norsk hanno ricondotto il regresso al ritiro del grande rivale Martin Fourcade, avvenuto a marzo 2020. La tesi è piuttosto contorta, in quanto si sostiene che l’addio del francese abbia generato attorno a Bø una pressione sconosciuta in passato, ovvero quella di “dover vincere” ogni gara a priori, essendo indiscutibilmente superiore alla concorrenza. La spiegazione convince fino a un certo punto. Intendiamoci, c’è sicuramente un fondo di verità, ma viene da pensare che sia stato omesso un passaggio intermedio. Johannes ha subito un calo del 7% nella sua precisione al poligono tra il 2019-20 e il 2020-21, inverno durante il quale è stato peraltro molto meno straripante delle abitudini sugli sci stretti. Insomma, l’addio del francese è verosimilmente stata la causa scatenante di una preparazione estiva meno accurata delle abitudini. Ben sapendo di essere inattaccabile, il norvegese ha relativamente tirato il fiato, ma purtroppo per lui tanti giovani sono prepotentemente cresciuti di colpi, ricordandogli quanto sia esasperato  il livello medio dell’attuale biathlon maschile. Per la verità, Bø avrebbe comunque conquistato sul velluto la Coppa del Mondo se non fosse stato per l’inopinata esplosione del connazionale Sturla Holm Lægreid.

Il ventiquattrenne di Bærum, tiratore sopraffino, è migliorato esponenzialmente nel fondo, raggiungendo improvvisamente l’empireo della disciplina. Non solo il giovane norsk ha conteso al caposquadra la classifica generale sino all’ultima gara, ma è addirittura stato l’uomo dei Mondiali di Pokljuka, durante i quali ha vinto 2 medaglie d’oro (a fronte dello zeru tituli iridati di Bø). Ne è scaturito uno splendido confronto di stili tra i due, con Johannes obbligato a fare la differenza sugli sci e Sturla a far leva sul tiro. Nel 2021-22 assisteremo a una rivincita? Possibile, ma non certo scontato. Al momento lo scenario più probabile è quello di ritrovare Johannes davanti a tutti con un margine superiore rispetto allo scorso anno, una previsione ricavabile da quanto emerso dalle impressioni dei protagonisti. Il più esperto dei due norvegesi ha dichiarato di non aver lasciato nulla al caso e di essersi concentrato maggiormente sull’allenamento durante l’estate 2021, mentre il più giovane connazionale ha ammesso di non ritenersi ancora all’altezza del compagno-rivale sul piano atletico. Dunque Bø favorito perpetuo per ogni traguardo, ma Lægreid non sarà l’unico a provare a mettergli i bastoni tra le ruote. Anzi, due sfidanti provengono proprio dalla stessa squadra, se non addirittura dalla medesima famiglia!

Parliamo, ovviamente, di Tarjei Bø e Johannes Dale. Il fratello maggiore di Johannes è reduce da una delle migliori stagioni della carriera, inferiore per risultati solo al fatato 2010-11, al termine del quale vinse la Coppa del Mondo. Il trentatreenne di Stryn non vale il più giovane consanguineo sul lungo periodo, ma sulla gara secca sarà sempre in agguato, pronto ad approfittare del minimo passaggio a vuoto dei rivali. Chiaramente per Tarjei l’obiettivo principale sarà l’oro olimpico individuale, titolo che gli permetterebbe di chiudere un cerchio iniziato più di dieci anni orsono, ma mai completato anche a causa di troppi malanni. Dale, che del Bø più forte è omonimo, era unanimemente considerato il capofila della next gen norvegese. Coetaneo di Lægreid, sino allo scorso anno lo aveva costantemente sovrastato, ma nel 2020-21 ne è stato improvvisamente scavalcato. L’accecante luce emessa dall’esplosione di Sturla ha letteralmente eclissato la contemporanea crescita di Dale, sicuramente meno eclatante, ma non per questo meno rimarchevole. Il ventiquattrenne di Lillestrøm deve ancora girare un paio di viti al poligono e magari formarsi completamente sugli sci stretti, però in prospettiva ha tutto per diventare uno degli uomini da battere nel prossimo futuro.

Al di fuori della Norvegia c’è grande concentrazione di talento soprattutto in Francia, dove Quentin Fillon Maillet è da tempo al vertice assoluto della disciplina. Cionondimeno, il ventinovenne transalpino è ormai un piazzatissimo, essendosi attestato per tre volte di fila al terzo posto della classifica generale di Coppa del Mondo, conquistando peraltro 2 argenti e 3 bronzi iridati! Difficile pensare possa crescere ulteriormente di livello, quindi attendiamoci l’ennesima stagione di grande consistenza, seppur nella scia di altri. Passi per il lungo periodo, ma il dato incredibile è rappresentato dal fatto che un biathleta del suo livello non sia ancora riuscito a trovare la giornata di grazia sulla gara secca. Forse i pianeti si allineeranno proprio quando sarà in palio la medaglia d’oro più prestigiosa in assoluto? Talvolta la sorte è in grado di restituire tutti i debiti in un colpo solo. Sarà oltremodo interessante verificare il rendimento di Simon Desthieux, che in linea teorica nulla avrebbe da invidiare a Fillon Maillet. Il trentenne francese ha avuto un finale d’inverno 2020-21 particolarmente incisivo, durante il quale è finalmente riuscito a sfatare il tabù vittoria, confermandosi poi sul gradino più alto del podio nel giro di pochi giorni.  Chissà che non possa essere scattato il famigerato interruttore mentale. Se così fosse, allora l’equipe bleu avrebbe due punte di pari livello. Infine, restando nell’ambito della Francia, bisognerà capire quale sarà la competitività di Emilien Jacquelin, che invece non è mai stato un manifesto di costanza, soprattutto a causa di una dinamica di tiro estremamente rischiosa, ma sulla gara secca è uno dei pochi in grado di intimorire Johannes Bø, per stessa ammissione del norvegese. Il ventiseienne di Villard de Lens ha però avuto un infortunio di una certa gravità a un braccio durante l’autunno. Ha di conseguenza perso diverse settimane di allenamento, dunque non ci sarà da sorprendersi se dovesse partire più lentamente delle abitudini.

Vedremo, poi, come si presenteranno ai nastri di partenza della nuova annata agonistica gli svedesi Sebastian Samuelsson e Martin Ponsiluoma. Il primo, nato nel 1997, è considerato un potenziale big del biathlon maschile ormai da anni. Nello scorso inverno ha finalmente cominciato ad affacciarsi costantemente nei quartieri alti delle classifiche, scrollandosi di dosso la fastidiosa nomea di “eterna promessa”. In linea teorica, il ventiquattrenne della Svealand non ha nulla da invidiare ai coetanei Lægreid e Dale. Anzi, a ben guardare è emerso in anticipo rispetto alle controparti norvegesi, tuttavia ha vissuto un periodo di penombra da cui sembra finalmente uscito. Proseguirà la sua scalata verso l’Olimpo? A breve la risposta. Ponsiluoma è invece leggermente più navigato (classe 1995), ma è stato al pari di Lægreid la grande rivelazione del 2020-21. Nessuno avrebbe infatti immaginato potesse salire sul podio con relativa regolarità e, addirittura, vincere un oro iridato. I suoi progressi sugli sci sono stati eclatanti, pertanto, in caso di riconferma, potrà rappresentare la classica variabile impazzita.

In un momento storico in cui due superpotenze della disciplina quali Germania e Russia sono in affanno (i tedeschi hanno addirittura perso la propria punta di diamante, ovvero Arnd Peiffer), l’Italia può al contrario permettersi di recitare un ruolo di primo piano. Non si può competere con Norvegia e Francia, ma il movimento azzurro raramente si è trovato a disporre di una batteria di atleti così ricca e numerosa. Al riguardo, si rimanda agli articoli monotematici dei giorni scorsi.

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Foto: La Presse

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