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Biathlon, le favorite della Coppa del Mondo 2021-2022: Tiril Eckhoff è la donna da battere, ma Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi sono tra le outsider per la Sfera di cristallo

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La XXXV edizione della Coppa del Mondo di biathlon femminile scatterà da Östersund, in Svezia, nella giornata di sabato 27 novembre. Ai nastri di partenza della nuova stagione, la donna da battere va indubbiamente considerata Tiril Eckhoff. Per anni la norvegese ha ricoperto il ruolo di “mina vagante”, in quanto pericolosissima sulla gara secca, ma assolutamente inaffidabile sul lungo periodo. D’altronde poteva colpire tutti i bersagli, così come mancarne più della metà. Eppure, nell’ultimo biennio, la scandinava si è resa protagonista di una metamorfosi, diventando un vero e proprio “siluro” in grado di seguire una direzione ben precisa e di affondare anche la più poderosa delle corazzate.

Così, dopo aver raccolto 6 vittorie dal 2011 al 2019, ne ha arpionate 7 nel solo inverno 2019-20 e addirittura 13 nel 2020-21! Cercate il termine “crescita esponenziale” sull’enciclopedia e troverete il grafico dei successi di Eckhoff, il cui segreto è semplicissimo. Ha smesso di sparare con il 75% e ha cominciato a tenere una precisione dell’85%. Ciao ciao bambine, perché grazie alla sua velocità nel fondo, componente dove non teme confronti, ha potuto sbaragliare tutte le avversarie. Adesso però per Eckhoff arriva il bello sotto tanti punti di vista. In primis perché siamo a quota 26 affermazioni. Una stagione anche leggermente  inferiore a quella passata la proietterebbe al secondo posto all-times delle plurivittoriose, dietro solo a Magdalena Forsberg, issatasi a 42. Il record della svedese resiste dal 2002 dopo essere sopravvissuto agli assalti di Magdalena Neuner, Darya Domracheva e Laura Dahlmeier. Potrebbe vacillare di fronte a Tiril? Molto dipenderà da quanto accadrà nei prossimi mesi, tema che ci porta al secondo punto della lista. Eckhoff lo scorso anno si è messa in bacheca la Sfera di cristallo e ha già 3 ori mondiali al collo. Manca solo il titolo olimpico per chiudere il cerchio e vincere tutto ciò che può essere vinto nel biathlon, traguardo sinora raggiunto solamente da sei donne nella storia. C’è un “però” grande come una casa al riguardo. Di norvegesi in grado di dominare una stagione come ha fatto la trentunenne di Bærum se ne sono già viste un paio (Liv Grete Poirée nel 2003-04 e Tora Berger nel 2012-13), ma entrambe sono calate inesorabilmente nell’annata successiva a quella in cui hanno trionfato in lungo e in largo. Il copione si ripeterà anche nel 2021-22? A breve la risposta.

Di certo c’è che la Norvegia potrebbe anche calare una seconda regina, perché Marte Røiseland-Olsbu è ormai da tempo sempre nelle posizioni di vertice. Coetanea di Eckhoff, ma decisamente meno quotata a livello junior, ha saputo costruirsi con il duro lavoro e nell’inverno passato ha chiuso la classifica generale in seconda posizione. Basta questo per farne la principale alternativa della compagna di squadra? Onestamente sembra di no, perché la trentunenne di Arendal ha finora dovuto selezionare gli obiettivi, sacrificando la propria candidatura alla Sfera di cristallo per raccogliere medaglie pesanti ai Mondiali, oppure accontentandosi di piazzamenti iridati quando ha voluto essere competitiva sul lungo periodo. A meno della più classica delle “annate di grazia”, in un inverno olimpico è verosimile pensare che Røiseland-Olsbu guardi soprattutto alla manifestazione a Cinque cerchi, poiché Pechino 2022 potrebbe rappresentare l’ultima occasione per mettersi al collo l’oro più prestigioso in assoluto.

Sono probabilmente altre le rivali più accreditate di Eckhoff, ovvero Dorothea Wierer e Hanna Öberg. Riguardo l’azzurra si rimanda all’articolo monotematico dedicatole nei giorni scorsi.

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Sulla svedese, invece, bisogna ricordarsi come lei possa sparigliare le carte, avendo già un oro olimpico (e uno iridato) al collo. Potrebbe dunque giocare la sua partita su un campo differente? Per la ventiseienne scandinava sarebbe infatti più significativo conquistare quella Sfera di cristallo finora sempre sfuggitale. In un inverno in cui in tante si concentrano sull’obiettivo a Cinque cerchi, cambiare prospettiva e puntare sulla classifica generale potrebbe conferirle un bel vantaggio sul lungo periodo. Cionondimeno, è probabile che il fascino del bis olimpico sia più elevato di quello della Coppa del Mondo, considerando come i Giochi si tengano a cadenza quadriennale, mentre la Sfera di cristallo venga assegnata ogni inverno. In generale, per Öberg sarebbe imperativo crescere di rendimento nel tiro in piedi, dove concede ancora troppo alle avversarie, oppure alzare l’asticella nel fondo. Se poi le due dinamiche dovessero collimare, allora avrebbe il cacio sui maccheroni.

A proposito di classe 1995, quest’annata ha dato i natali anche a chi una Coppa del Mondo l’ha letteralmente sfiorata. Parliamo, ovviamente, di Lisa Vittozzi, di cui abbiamo già parlato diffusamente in altra sede.

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Rimanendo sulla “linea giovane”, occhio anche a Ingrid Landmark Tandrevold, mancina norvegese del 1996. La venticinquenne scandinava sta crescendo silenziosamente, ma inesorabilmente. Nei prossimi mesi non sarebbe sorprendente vederla vicina alle più esperte connazionali, in attesa di ereditarne il testimone nel prossimo futuro. Tra le nuove leve, le wannabe Eckhoff o wannabe Wierer sono parecchie. In rigoroso ordine anagrafico citiamo la venticinquenne francese Julia Simon, che difficilmente sarà mai materiale da classifica generale, ma sulla giornata secca può battere chiunque; la ventiquattrenne ceca Marketa Davidova, la quale prima o poi potrebbe avere la stessa metamorfosi di Eckhoff; la ventiduenne svedese Elvira Öberg, sorella minora di Hanna e in prospettiva anche più forte sugli sci stretti, ma ancora bisognosa di trovare continuità al poligono. Le sue performance pre-stagionali nelle gare di Idre sono state letteralmente impressionanti, quindi andrà seguita con due occhi di riguardo.

Sarà interessante verificare se la venticinquenne bielorussa Dzinara Alimbekava, principale rivelazione del 2020-21, saprà confermarsi ai medesimi livelli dell’anno passato, oppure se rientrerà nei ranghi. Fra i Paesi di lingua tedesca, la sensazione è che la bavarese Franziska Preuß e la tirolese Lisa Theresa Hauser abbiano raggiunto i propri limiti, ma possano essere brutte clienti per chiunque. Vedremo, invece, se l’ex fondista Denise Herrmann tornerà a eccellere come accaduto nel biennio antecedente al suo opaco 2020-21. Nel qual caso, ci sarebbe una candidata in più al successo in ogni gara. In tema di ex fondiste, riuscirà Stina Nilsson a lasciare il segno? La svedese è reduce da una stagione di apprendistato e ora sogna di graffiare anche in Coppa del Mondo. Parlando in termini di potenziale, ci troviamo al cospetto di una possibile dominatrice. Resta da comprendere se la ventottenne scandinava saprà adattarsi alle dinamiche relative al tiro e alla sciata con la carabina in spalla. È un doppio “se” e non è scontato possa essere sciolto. Il sogno è quello di diventare la prima atleta, uomini o donne non fa differenza, a vincere un oro olimpico sia nello sci di fondo che nel biathlon.

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Foto: La Presse

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