Seguici su

Biathlon

Biathlon, per l’Italia il peggior inizio dal 2012. Quando la prima top-10? Nove anni fa si dovette aspettare gennaio

Pubblicato

il

L’Italia del biathlon ha vissuto un opening stagionale davvero sofferto. In quattro gare, tra uomini e donne, non è arrivato neppure un piazzamento nella top ten. Il miglior risultato raccolto sommando ambedue i settori è il 13° posto di Lisa Vittozzi nell’individuale di sabato. Tale piazzamento della ventiseienne veneta di scuola friulana è peraltro l’unica presenza azzurra nelle prime venti posizioni. La compagine del Bel Paese, composta da cinque donne e altrettanti uomini, ha complessivamente marcato 68 punti. Sono ben undici le nazioni ad aver avuto un picco più elevato nell’arco delle quattro competizioni in terra svedese. Passi per le superpotenze, ma vedere Giappone e Stati Uniti fare meglio dell’Italia è senza dubbio una notizia.

Per carità, niente di drammatico, la stagione è ancora giovane e tutta da giocare. Cionondimeno, è curioso constatare come per la prima volta da tempo immemore il biathlon azzurro cominci con l’affanno. C’eravamo infatti abituati a vedere successi e podi sin dagli albori dell’inverno, mentre il principio della stagione 2021-2022 ricorda tempi che sembravano ormai andati. Effettivamente si fa fatica a trovare un approccio di Coppa del Mondo così poco soddisfacente per gli azzurri.

Per esempio, è vero che anche lo scorso anno la partenza non fu globalmente fulgida, tuttavia ci fu l’abbagliante lampo rappresentato dalla vittoria di Dorothea Wierer nella competizione inaugurale. A ben guardare, per ritrovare un incipit senza podi nelle prime quattro gare individuali si deve risalire al 2017-18, altro inverno olimpico, quando però fioccarono i piazzamenti nella top-ten, firmati peraltro da tre atleti diversi.

Già, nessuna top-ten in quattro competizioni, è questo il dato eclatante. Per trovare qualcosa di analogo bisogna tornare indietro quasi di un decennio, addirittura al 2012, quando a parte il 12° posto di Dominik Windisch nella 20 km di Östersund, arrivarono le briciole. Era però letteralmente un’altra epoca, poiché la golden generation femminile stava muovendo i primi passi nel massimo circuito e, per di più, Wierer (ancora ben lontana da maturare agonisticamente) aveva subito un brutto infortunio alla caviglia durante l’autunno. L’Italia del biathlon era trainata dagli uomini, con Lukas Hofer già a ricoprire il ruolo di punta di diamante. In ogni caso, non bisogna dimenticare come l’altoatesino venisse da un’estate molto complicata a causa di serie vicissitudini nella sfera familiare.

ITALIA – RENDIMENTO PRIME QUATTRO GARE STAGIONALI
(DUE MASCHILI + DUE FEMMINILI)

ANNO

VITTORIE

PODI

TOP-TEN

PUNTI

2012-13

0

0

0

66

2013-14

0

0

4

176

2014-15

0

0

2

166

2015-16

1

2

3

187

2016-17

0

0

1

109

2017-18

0

0

3

152

2018-19

0

1

4

238

2019-20

1

1

3

242

2020-21

1

1

1

146

2021-22

0

0

0

68

 

Dunque 2021 in tutto e per tutto “anagramma” di 2012. Le cifre sono più o meno le stesse, solo rimescolate, non solo sul calendario, ma anche per il rendimento del biathlon italiano. Nove anni fa si dovette aspettare gennaio per vedere un azzurro far breccia nella top-ten. Si spera non si debba attendere altrettanto, magari rompendo il ghiaccio già nelle sprint di giovedì.

Foto: La Presse

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità