Biathlon
Biathlon, Tommaso Giacomel e Didier Bionaz sono due diamanti grezzi da tramutare in gioielli veri e propri
La struttura della squadra italiana maschile di biathlon è attualmente davvero curiosa, poiché abbiamo tre atleti over-30 a cui fanno compagnia quattro under-25. Una serie di ragioni ha infatti generato una sorta di spaccatura generazionale che, però, non si sta rivelando un handicap. Al contrario, la possibilità di avere un “traino” rappresentato da un trio esperto sembra fare solo bene al quartetto emergente.
In realtà, tra i componenti della next gen azzurra, i più interessanti sono i ragazzi del 2000. L’intrigante tandem composto da Tommaso Giacomel e Didier Bionaz promette scintille nel prossimo futuro. Chi ci segue da tempo lo sa, questi due hanno un futuro potenzialmente radioso di fronte a loro. Inutile glissare o jouer la prudence, come dicono in Francia. Questi sono forti per davvero e hanno tutte le carte in regola per diventare, un giorno, uomini in grado di vincere gare di Coppa del Mondo. Quando, ancora, non si sa. La crescita di ogni atleta è imprevedibile e, soprattutto, a volte raccogliere un successo può dipendere anche dalle circostanze.
Diciamo, quindi, che la prospettiva è quella di avere due uomini di primissimo piano. Però si parla di un “domani” e non di un “oggi”. D’accordo, già lo scorso anno si sono visti risultati impressionanti. Bionaz, oltre ad assaggiare a più riprese la top-25, ha rischiato di salire sul podio nell’individuale di Anterselva, dove senza un errore all’ultimo poligono sarebbe arrivato terzo. Giacomel, quattro presenze in zona punti, toglie invece il fiato per il modo in cui spara. Un approccio da “o la va o la spacca” che, quando “va”, produce degli zero rapidissimi.
Dunque il potenziale del valdostano e del trentino è impressionante ma, al momento, di potenziale si tratta. Affinché diventi realtà sarà necessario seguire un percorso di crescita composto da tante tappe intermedie. Aspettarsi risultati eclatanti nel 2021-22 sarebbe un grosso errore, perché a volte per fare tre passi avanti bisogna prima prendere la rincorsa e farne due indietro. Questo per dire che sarà fondamentale gestire al meglio i due diamanti grezzi di cui l’Italia è dotata, con l’obiettivo di formarli progressivamente allo scopo di tramutarli in gioielli veri e propri. Il processo richiede, però, tempo e pazienza. Pertanto non bisogna avere alcun genere di aspettativa su Tommaso e Didier per i prossimi mesi, se non quella di vederli progredire in maniera propedeutica a farli diventare big della disciplina nell’avvenire. I “loro” Giochi olimpici saranno quelli di Milano-Cortina 2026 e quelli del 2030, ovunque si disputeranno. Pechino 2022 potrà, eventualmente, essere un bonus per fare esperienza e forgiarsi in ottica futura.
Vedremo, inoltre, se Patrick Braunhofer e Daniele Cappellari avranno qualche possibilità in Coppa del Mondo. Leggermente più stagionati dei compagni di squadra (l’altoatesino è nato nel 1998, il friulano nel 1997), questi due ragazzi sono tiratori eccelsi, perché parliamo di gente in grado di sparare con una precisione del 90% se non di più! Ci sono, tuttavia, ancora lacune da colmare sugli sci stretti. Ora come ora, è difficile immaginarli competitivi per la zona punti nel massimo circuito. Potranno comunque fare bene in Ibu Cup, dove hanno già saputo attestarsi a più riprese nelle posizioni di vertice. Se poi dovessero salire di colpi anche nel fondo, allora si potrebbero aprire nuove prospettive.
Foto: La Presse