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Boxe, Aziz Abbes Mouhiidine fa sognare l’Italia: Finale dei Mondiali, la montagna da scalare contro il colosso La Cruz
Aziz Abbes Mouhiidine salirà sul ring per cercare l’impresa della vita e laurearsi Campione del Mondo. L’appuntamento è per sabato 6 novembre (sesto e ultimo match della sessione che inizierà alle ore 18.00) alla Stark Arena di Belgrado (Serbia) dove l’azzurro è stato semplicemente impeccabile nelle ultime due settimane: cinque vittorie consecutive in maniera assolutamente autoritaria, da padrone indiscusso della scena e in grado di impressionare per sagacia tecnica, acume tattico, velocità di gambe, precisione dei colpi e controllo del quadrato. Sono doti naturali in possesso del nostro portacolori, che aveva già sfoggiato un bel talento nel 2018 (oro ai Campionati dell’Unione Europea e ai Giochi del Mediterraneo), ma che poi nel 2019 aveva avuto dei passaggi a vuoto, tra cui spicca l’eliminazione all’esordio nella rassegna iridata contro il non irresistibile giordano Hussein Iashaish.
Da quel momento una lenta risalita, chiaramente bloccata dalla pandemia, e il sogno sfumato di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020, bloccato la scorsa primavera dal colosso russo Muslim Gadzhimagomedov nel torneo di qualificazione di Parigi (ma va annotato che tenne ampiamente testa al Campione del Mondo). Dalla delusione nella capitale transalpina il 23enne non si è più fermato e in terra slava ha tramortito l’armeno Narek Manasyan, il temibile croato Toni Filipi, l’ecuadoriano Julio Castillo (argento iridato nel 2019), l’insidioso indiano Sanjeet Sanjeet e soprattutto il quotatissimo spagnolo Emmanuel Reyes Pla contro cui aveva perso i due precedenti (nel 2018 e sei mesi fa). Il campano ha riportato l’Italia sul podio iridato a distanza di otto anni dall’ultima volta (insieme a Salvatore Cavallaro, bronzo tra i pesi medi) e ora sogna il colpaccio che lo renderebbe sportivamente immortale, proprio come fece Clemente Russo nella stessa categoria di peso nel 2013.
Il nostro peso massimo è atteso dalla durissima Finale della categoria di peso fino a 92 kg. Il nativo di Solofra (in provincia di Avellino), che vanta un record tra i dilettanti di 77 vittorie e 16 sconfitte (oltre a un pareggio, tra l’altro proprio all’esordio il 28 luglio 2012), è seguito dai maestri Emanuele Renzini e Gennaro Moffa (che è anche suo zio). Il poliziotto, che si è già assicurato un assegno da 50.000 dollari per la medaglia d’argento (il montepremi raddoppierebbe in caso di titolo), dovrà scalare un’autentica montagna d’oro se vorrà fare risuonare l’Inno di Mameli in questo impianto, proprio come fece la Nazionale di volley femminile un paio di mesi fa agli Europei.
Aziz Abbes Mouhiidine, che vuole dedicare qualcosa di grande al compianto papà (venuto in Italia dal Marocco per completare gli studi in ingegneria, poi responsabile di cantieri e marito di Emilia, mamma del nostro portacolori), è ben consapevole che servirà una magia inenarrabile, visto che di fronte si troverà un autentico fuoriclasse, probabilmente il miglior pugile a livello dilettantistico considerando tutte le categorie di peso. Stiamo parlando del cubano Julio Cesar La Cruz Peraza, Campione Olimpico in carica. Il 32enne è un autentico fenomeno, con un palmares semplicemente da brividi: due ori a cinque cerchi (tra i mediomassimi a Rio 2016 e quello tra i massimi giusto tre mesi fa) e quattro titoli iridati (2011, 2013, 2015, 2017 sempre tra i mediomassimi).
Il cubano vanta addirittura 254 vittorie in carriera (30 per ko) a fronte di 22 sconfitte, l’ultima maturata il 20 settembre 2019 quando perse contro il kazako Bekzad Nudauletov nella semifinale dei Mondiali (ai tempi era ancora tra i mediomassimi). La Cruz boxa a mani basse, è veloce, ha degli ottimi tempi, è rapido e preciso. Sulla carta è nettamente favorito, ma il nostro peso massimo non si arrenderà già in partenza e cercherà il miracolo sportivo, con l’obiettivo di regalare un nuovo gioiello all’Italia in questa trionfale annata agonistica.
Foto: Jérémy Whyte (Boxing Road to Tokyo)