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Ciclismo, George Bennett: “Più di un lavoro, avevo bisogno di un team come la UAE”

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Dopo sette anni nella Jumbo-Visma, il ciclista neozelandese George Bennett cambierà casacca nel 2022 per accasarsi al team UAE Emirates, andando così a rafforzare una squadra che punta a migliorare il supporto intorno alla stella Tadej Pogacar, in questo momento il migliore al mondo nelle corse a tappe.

“Quando non hai obblighi può capitare di cambiare colori di maglia, ma anche se penso al futuro devo dire che la Jumbo-Visma è stata una grande squadra per me – dice Bennett ai microfoni di Cyclingnews -. Sono stato con la squadra per sette anni e così ho costruito rapporti con i corridori e lo staff. Il ciclismo è molto più di un lavoro normale, quindi quando si cambia è anche triste. I corridori professionisti sono visti come eroi coraggiosi, ma siamo anche mercenari. Corriamo insieme, viviamo in hotel e sull’autobus della squadra insieme, ci confrontiamo su tutto, ma poi le nostre carriere possono prendere diverse vie“.

Bennett si è dimostrato un ottimo gregario, soffrendo un po’ i gradi di capitano, ma dimostrando di poter far bene anche nelle corse di un giorno. “Quando fai fatica nelle corse, corri così tanti rischi, cadi, trascorri tanto tempo ad allenarti in alto su un vulcano, capisci che è più di un lavoro. Ci deve essere lealtà verso una squadra ed una causa ed un legame con i tuoi compagni di squadra, altrimenti, non c’è modo di fare il ciclista. In fin dei conti, siamo anche mercenari che si svendono alla squadra che pensano la migliore. Eppure non corriamo rischi solo per i soldi nel conto in banca”.

Infine, un pensiero sul cambio di casacca e su quanto a 31 anni ci fosse bisogno di smuovere le acque. “Ho vissuto fuori dalla mia zona di comfort quando correvo da dilettante in Francia, poi per un team italiano e poi per un team olandese. Ho bisogno di ritrovare quella sensazione per spingermi oltre. Non è solo la UAE Team Emirates a volermi o ad avere bisogno di me, anche io avevo bisogno di cambiare qualcosa“.

Foto: LaPresse

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