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Ciclismo, Greg van Avermaet: “La vaccinazione è ottima, ma bisogna programmarla meglio. Migliori stagioni alle spalle”

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Campione olimpico del 2016, ha appena concluso una delle peggiori stagioni della carriera. Greg van Avermaet non ha assolutamente convinto in quest’annata, anche e soprattutto a causa di problemi fisici. Il belga ha raggiunto la veneranda età di 36 anni ed ora diventa difficile tornare al top.

Le sue parole in un’intervista a Cyclingnews: “Per la prima volta nella mia carriera ho notato che il mio corpo non rispondeva. Prima, anche se vincevo, ero sempre là, ma poi neanche questo. L’aspetto positivo è che la mia campagna primaverile è andata abbastanza bene – un bel podio al Fiandre e alcune top 10 – ma la seconda parte è molto di più nella mia testa”.

Andando a guardare indietro: “L’errore più grande è stato probabilmente aver fatto la seconda dose prima di un grande sforzo come il Giro del Delfinato, che è una delle gare più dure della stagione. Credo che questo abbia avuto effetti sulla mia forma. Ho avuto un buon livello, ma non ho più raggiunto il picco. È l’unica spiegazione che riesco a dare”.

Il belga non è assolutamente no vax: “Naturalmente lo rifarei ancora, ma lo programmerei meglio. La vaccinazione è ottima, ma la farei in un momento diverso dell’anno. Penso che specialmente per gli atleti sia importante farlo in un periodo non troppo intenso e anche prendersi del tempo per recuperare”.

Guardando verso il futuro: “Credo sia importante resettare tutto, riposarsi al meglio per permettere al mio corpo di recuperare. Ho ancora molte ambizioni. È ancora il Fiandre ad attirarmi maggiormente. Sono arrivato terzo un’altra volta – è vero, non sono mai stato in grado di lottare per la vittoria, ma ho dimostrato che è un buon obiettivo per me. Voglio andare avanti e sperare di riuscire ad avere ancora buoni risultati”. 

Gli anni d’oro sono già passati: “Sicuramente il mio periodo migliore è alle spalle, ma ho ancora molte energie. Ho bisogno di più recupero e di allenamenti più specifici rispetto a quando avevo trent’anni, ma ci sono abbastanza esempi di corridori in grado di vincere corse importanti a trentasette anni”.

Foto: Lapresse

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