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Ciclismo, Peter Sagan: “La TotalEnergies sta costruendo una squadra attorno a me! Sono quelli che mi hanno voluto di più”

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Avrà sorpreso molti addetti ai lavori, ma Peter Sagan ha paragonato la sua decisione di lasciare il WorldTour ed unirsi al team TotalEnergies in vista della prossima stagione al suo arrivo alla Bora-Hansgrohe alla fine del 2016. La squadra tedesca, infatti, aveva ottenuto la promozione nel WorldTour per la stagione 2017 grazie, principalmente, al bottino di punti UCI in dotazione di Peter Sagan salvo poi, rapidamente, affermarsi come un pilastro della massima serie.

Lo slovacco, quindi, non è assolutamente distratto dalle discussioni sul suo movimento. “Quando sono entrato alla Bora-Hansgrohe nel 2016 la gente diceva anche che si trattava di una piccola squadra – il suo commento a Cyclingnews – Nel giro di pochi anni, invece, ha acquisito l’importanza che conoscete. Non mi interessa che TotalEnergies non sia attualmente nel WorldTour, dal mio punto di vista voglio aiutarli a crescere”.

Tra le motivazioni che hanno spinto il fuoriclasse nativo di Zilina a sposare questa nuova avventura, ha inciso anche l’entusiasmo del manager Jean-René Bernaudeau. “Ci sono state diverse squadre che hanno mostrato interesse nei miei confronti, ma la compagine di Bernaudeau ha mostrato il massimo rispetto per me. Mi volevano davvero e lo hanno mostrato tutto il tempo. Hanno risposto a tutte le nostre domande immediatamente. Stanno costruendo una squadra intorno a me ed è questo che mi ha attratto del progetto sopra ogni altra cosa”.

Sagan ha vissuto una stagione 2021 non propriamente scintillante. Ha collezionato 5 successi (tra i quali una tappa del Giro d’Italia), di pari passo con la positività al Covid-19 e un infortunio al ginocchio che lo ha costretto ad abbandonare il Tour de France già nel corso della terza tappa. Un problema che, successivamente, lo ha escluso anche delle Olimpiadi di Tokyo. Come se non bastasse, il ciclista classe 1990 non vince una Classica da 3 anni, ovvero dalla Parigi-Roubaix nel 2018.

“Il ciclismo è cambiato molto negli ultimi tre anni – spiega – Sono arrivati ​​nuovi protagonisti e le gare stesse sono cambiate. Non hai altra scelta che adattarti e continuare a lavorare. Quando vincevo regolarmente, e sono diventato tre volte campione del mondo, non ho ricevuto questi successi a mo’ di regalo. Poteva sembrare facile, ma non lo era affatto. Le mie vittorie sono sempre state il risultato di sacrifici. Questo è il prezzo da pagare per arrivare in cima e per restarci”.

Foto: Lapresse

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