Combinata nordica
Combinata nordica, i favoriti per la Coppa del Mondo 2021-2022: Jarl Magnus Riiber è il centro di gravità permanente, ma già si vede la “next gen”
La XXXIX edizione della Coppa del Mondo maschile di combinata nordica prenderà il via venerdì 26 novembre da Ruka, in Finlandia. Ancora una volta tutti i riflettori saranno puntati su Jarl Magnus Riiber, che ormai da tre anni ha assunto il ruolo di dominatore della disciplina. Il ventiquattrenne norvegese ha infatti conquistato le ultime tre Sfere di cristallo, mostrando una superiorità a tratti devastante nei confronti di tutti gli altri atleti.
A partire dal novembre 2018, il fenomeno di Oslo ha vinto 37 delle 53 gare di primo livello a cui ha preso parte, mettendosi peraltro al collo 2 ori mondiali! In altre parole, il prodigio scandinavo ha una percentuale di successo che sfiora il 70%! Si tratta di un dato irreale, considerando come la combinata nordica sia uno sport outdoor e quindi soggetto alla variabile impazzita del meteo. C’è anche un’altra statistica che fotografa alla perfezione l’egemonia del norsk. Se sommiamo i punti raccolti da tutti gli atleti nell’ultimo triennio, notiamo come Riiber ne abbia marcati 4.244, mentre l’avversario più vicino ne abbia messi assieme 2.530, ovvero poco più della metà!
Lo si è già detto più volte, ma vale la pena di ripeterlo. Il norvegese ha alzato l’asticella al punto tale da portare la combinata nordica in una nuova dimensione. Le sue qualità sul trampolino sono eccezionali, poiché può permettersi di confrontarsi (quasi) ad armi pari con gli specialisti del salto, ma al tempo stesso sa incidere anche nello sci di fondo, tenendo botta ai migliori sulla distanza e facendo leva su un finale graffiante. In altre parole, se questo non è il combinatista perfetto, poco ci manca.
Per Riiber il 2021-22 potrebbe essere un autentico crocevia, poiché andrà all’assalto dell’oro olimpico, ovverosia l’unico titolo ancora mancante nella sua bacheca. Se dovesse vincerne almeno uno, allora avrà chiuso il cerchio e si troverà di fronte a un bivio. Proseguirà nella combinata nordica, con l’intento di polverizzare ogni record esistente, oppure dopo aver conquistato tutto il conquistabile in questa disciplina, cercherà nuovi stimoli dedicandosi esclusivamente al salto con gli sci? La seconda ipotesi è oltremodo affascinante, ma non da’ alcuna garanzia di successo, anzi. Molto dipenderà dall’esito delle gare olimpiche e soprattutto dalle motivazioni del “cannibale” in caso di affermazione a Cinque cerchi.
Cionondimeno, ci sono due ragazzi ben più giovani di chi sta dominando da un triennio che potrebbero a loro volta addentrarsi nella “dimensione Riiber” nel prossimo futuro. Uno è Johannes Lamparter, classe 2001 che ha già saputo sconfiggere il norvegese sul suo terreno ai Mondiali di Oberstdorf. Il ventenne austriaco ha dimostrato di poter avere dei picchi di rendimento impressionanti, senza però essere (ancora?) dotato della costanza di rendimento necessaria per sfidare il norsk sul lungo periodo. Tuttavia, sulla giornata secca occhio al tirolese. L’altro è Jens Lurås Oftebro, classe 2000 e compagno di squadra di Riiber. Nel 2019-20 il norvegese poteva sfidare il più esperto connazionale sul trampolino, ma non riusciva a tenergli testa nel fondo. Viceversa lo scorso anno non c’è stata partita nel salto, ma sugli sci stretti il più giovane dei due scandinavi è cresciuto prepotentemnete. In altre parole, è verosimile che il ventunenne di Jardar stia attraversando un’evoluzione in grado di renderlo un atleta completo.
Di Lampater e Oftebro si parla però in prospettiva, mentre nell’immediato il più accreditato sfidante di Riiber risponde al nome di Vinzenz Geiger, sempre sul podio della classifica generale nell’ultimo biennio, seppur con grande distacco dal vincitore. Il ventiquattrenne tedesco può tranquillamente essere considerato uno dei cinque più forti nella componente fondo ed è dotato di finali difficili da contrastare. Il problema del bavarese è il rendimento sul trampolino, dove nonostante sia uno dei migliori quindici del circuito, incassa sovente distacchi troppo elevati dal coetaneo. Affinché possa davvero impensierire Riiber, è necessaria una crescita nel salto senza perdere qualità sugli sci stretti.
Sinora abbiamo parlato di combinatisti di età compresa fra i 20 e i 25 anni, ma non bisogna dimenticarsi del folto gruppo di veterani che verosimilmente punterà tutte le proprie fiches su Pechino, allo scopo di fregiarsi di un successo che, da solo, cambia i connotati di una vita. In questo novero di uomini spiccano i due classe 1988 Eric Frenzel e Akito Watabe. Il tedesco ha già vinto cinque Coppe del Mondo, due ori olimpici e tre ori iridati. Si tratta di un palmarès che gli vale, almeno per qualche mese ancora, il ruolo di più grande di tutti i tempi. Il sassone ha ormai imboccato la proverbiale parabola discendente, ma di sicuro non abdicherà dal trono olimpico senza combattere, cercando un ultimo acuto. Il giapponese, invece, in bacheca ha “solo” una Coppa del Mondo, essendo stato per una vita “il secondo” di Frenzel. A differenza del teutonico, il nipponico è ancora al top della forma, tanto da essere uno dei pochi a poter sfidare Riiber ad armi pari nel salto. L’asiatico paga però un atavico limite legato all’assenza di cambio di passo sugli sci stretti, dal quale è sempre stato penalizzato nell’arco della sua carriera. Il trentatreenne di Hakuba, infatti, anziché essere ricordato come uno dei migliori interpreti nella storia della disciplina, rischia di passare agli annali come uno dei più grandi piazzati di ogni tempo.
A proposito di piazzati, una medaglia d’oro permetterebbe a Fabian Rießle di scrollarsi di dosso questa fastidiosa etichetta, peraltro meritata, perché non potrebbe essere definito altrimenti un uomo salito sul podio 54 volte, ma con sole 9 presenze sul gradino più alto! Al contrario Jørgen Graabak un oro olimpico lo ha già vinto e bissarlo a otto anni di distanza sarebbe un’impresa rimarchevole. Attenzione, inoltre, a non sottovalutare il finlandese Ilkka Herola, già capace di togliersi grandi soddisfazioni agli ultimi Mondiali. Infine, chissà che Johannes Rydzek non possa tornare ai fasti del passato. Il trentenne bavarese è stato “uomo da grandi eventi” (un oro olimpico e tre iridati sono lì a dimostrarlo), ma da diverse stagioni non riesce più esprimersi a dovere sul trampolino. Già, perché questo è il cruccio dei vari Geiger, Frenzel, Rießle, Graabak, Herola e Rydzek. Concedere troppo terreno a Riiber nel salto. È evidente, quindi, quale debba essere la chiave di volta per provare a battere, almeno sulla gara secca, il norvegese. Del limite atavico di Watabe abbiamo già parlato, dunque l’asiatico deve sperare nell’allineamento dei pianeti. Chissà, poi, se qualche outsider saprà salire di colpi al punto tale da inserirsi nella muta di chi battaglierà per i risultati più prestigiosi.
Fra di essi si può indicare un nome da seguire più di altri, ovvero quello di Mario Seidl. L’austriaco si è infortunato gravemente a un ginocchio nel marzo 2019, perdendo l’intero 2019-20 e vivendo un 2020-21 di autentica rieducazione agonistica. Se il ventinovenne del salisburghese dovesse essere pienamente ristabilito, allora sul trampolino si iscriverebbe alla stessa categoria a cui appartengono Riiber e Watabe. Certo, in questo sport esiste anche il fondo, e Seidl non è mai stato fortissimo sotto questo aspetto. Cionondimeno, nel caso fosse al top del suo potenziale, Super Mario potrebbe rompere le uova in tanti panieri.
Riguardo l’Italia, si rimanda a quanto scritto nella giornata di lunedì, reperibile nell’articolo dedicato.
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Foto: La Presse