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Combinata nordica

Combinata nordica, l’Italia spera di recitare il ruolo di outsider, ma per esserlo dovrà impegnarsi al massimo

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Venerdì 26 novembre 2021 segnerà l’inizio della Coppa del Mondo maschile di combinata nordica. Quali sono le ambizioni dell’Italia in vista della nuova stagione? Ebbene, la speranza è che gli azzurri possano essere degli outsider per le posizioni di vertice, ma la realtà dei fatti rischia di essere ben più cruda.

La squadra è trainata dall’esperto tandem composto da Alessandro Pittin e Samuel Costa. Il primo ha ormai scollinato la trentina, ma calca i palcoscenici più prestigiosi ormai da tre lustri. Il veterano di Cercivento potrebbe infatti essere l’unico azzurro assieme ad Arianna Fontana in grado di partecipare sia a Torino 2006 che a Milano-Cortina 2026. Questo però è il futuro remoto, quello prossimo parla di Pechino 2022 e del sogno di una nuova fiammata olimpica dopo il bronzo di Vancouver 2010 e il troppo spesso dimenticato quarto posto di Sochi 2014.

Purtroppo per pitbull gli exploit stanno diventando merce sempre più rara e lo scorso anno non è certo stato positivo. L’egemonia sugli sci stretti è stata ormai persa in favore di Ilkka Herola, ma durante la passata stagione tanti altri avversari hanno fatto meglio nella componente fondo. Anzi, troppi. È anche vero che Alessandro ha contratto il Covid-19 a novembre 2020, dunque potrebbe averne risentito. Pertanto, non ci sarà da stupirsi se tornerà a essere brillante sugli sci. Magari non il migliore in assoluto, ma comunque uno dei primi cinque del mondo. L’augurio, quantomeno, è proprio questo.

Cionondimeno, il cruccio rimane il trampolino. Nel fondo si può andare forte quanto si vuole, ma se si parte con minuti di distacco dai primi non si otterrà mai nulla di rilevante, a meno di una serie di circostanze fortunate che, però, si possono verificare una/due volte all’anno. Vedremo quale sarà il livello del friulano nel salto e da lì capiremo quali connotati potrà assumere il suo inverno. Di sicuro, gli impianti di piccoli dimensioni dovrebbero essere il contesto meno ostico e, quindi, più fertile per ottenere risultati di grido che, ora come ora, sembrano essere piazzamenti nella top-ten.

Costa ha caratteristiche diverse, essendo in grado di difendersi molto bene in entrambe le componenti. Per la verità, sino al 2017 era addirittura capace di fare la differenza nel salto, tanto da essere uno dei migliori cinque del circuito sul trampolino. Non a caso, in un passato ormai lontano sono arrivati anche dei podi in Coppa del Mondo. Purtroppo quei tempi appaiono passati definitivamente, perché il ventinovenne gardenese sembra aver perso il quid necessario per occupare le primissime posizioni al termine del segmento di salto. Ora come ora, la prospettiva più probabile è quello di vederlo galleggiare costantemente tra il 15° e il 30° posto, con qualche occasionale vampata da top-ten. Va rimarcato come nell’ultimo triennio l’altoatesino abbia sviluppato la peculiarità di dare il meglio di sé nella prima metà di stagione, calando poi nella seconda parte. Se così dovesse essere, non sarebbe il massimo in ottica Pechino 2022.

Il terzo violino della squadra italiana è Aaron Kostner, ben più giovane rispetto ai due compagni già citati. Attenzione al ventiduenne gardenese, ben equilibrato fra le due componenti della disciplina, perché se dovesse essere assistito dalla salute potrebbe avere ambizioni almeno pari a quelle del conterraneo Costa. L’inverno 2019-20 è stato troncato da un brutto infortunio e il 2020-21 ha rappresentato quello di “rieducazione agonistica”. Nel 2021-22 lo vedremo al pieno potenziale? Si spera possa essere così. L’incognita riguardo l’altoatesino riguarda la sua resistenza sul lungo periodo, ovvero la capacità di esprimere appieno il suddetto potenziale per almeno un paio di mesi l’anno, non solo per un paio di settimane. C’è da dire che, sinora, Kostner ha saputo far combaciare il proprio picco stagionale con il grande appuntamento dell’inverno, una qualità non da poco.

La quarta forza del team è Raffaele Buzzi, reduce dalla migliore stagione della carriera. Il ventiseienne friulano, decisamente più fondista che saltatore, avrà l’ambizione di entrare in zona punti quante più volte possibile, magari provando anche a fare capolino tra i primi venti. Tutto, dipenderà, da quanto bene sarà in grado di difendersi sul trampolino. Sarà infine interessante osservare la crescita del giovanissimo Iacopo Bortolas, classe 2003 e talento sopraffino nel salto. Il ragazzo è un diamante grezzo da sgrossare e gestire al meglio, senza fretta e senza forzature. Il teenager trentino potrà già incamerare esperienza di rilievo in Coppa del Mondo e magari venire convocato per Pechino 2022, ma il suo focus primario sarà verosimilmente una medaglia ai Mondiali junior. Domenico Mariotti e Stefano Radovan, venuti al mondo rispettivamente nel 2001 e nel 2003, potrebbero trovare saltuariamente spazio nel circuito maggiore, tuttavia il loro habitat naturale appare essere ancora la Continental Cup.

Foto: La Presse

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