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Coppa Davis 2021, la superficie sarà più lenta rispetto alle ATP Finals di Torino. La spiegazione. Cambia il colore

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L’Italia si sta preparando per disputare la Coppa Davis 2021. Ormai mancano soltanto due giorni al match d’esordio contro gli USA. Gli azzurri scenderanno in campo venerdì 26 novembre (ore 16.00) sul cemento indoor del PalaAlpitour di Torino, lo stesso impianto dove settimana scorsa si sono disputate le ATP Finals, il torneo di fine anno riservato ai migliori otto tennisti della stagione. In quell’occasione gli atleti avevano più volte parlato della superficie velocissima e si pensava che i campi rimanessero intatti per ospitare il girone degli azzurri nella massima competizione per Nazionali.

Non sarà invece così, perché sono state effettuate delle modifiche all’impianto, come ha riferito Luca Fiorino di Supertennis. Si giocherà sempre sul cemento (GreenSet), ma con uno strato in più (tra l’altro dal colore blu si è passati al verde). Si tratta di un fattore determinante perché, unito al cambio di palle (dalle Dunlop impiegate alle Finals si passerà alle Wilson), renderà le condizioni di gioco differenti per la Coppa Davis. Sono stati gli stessi giocatori, sempre secondo quanto riporta il collega, a riferire che i campi di Torino saranno più lenti durante la Coppa Davis rispetto a quelli delle ATP Finals.

Si puntualizza, tra l’altro, che dopo alcuni scambi le palle si gonfiano e diventano ancora più lente. Jannik Sinner (che ha giocato le Finals, battendo Hubert Hurkacz e perdendo al tie-break del terzo set contro Daniil Medvedev) e compagni esordiranno contro gli americani in un incontro già determinante per il passaggio del turno: un successo contro gli statunitensi, infatti, varrebbe una seria ipoteca sul primo posto nel girone (completato dalla non irresistibile Colombia) e l’annessa qualificazione ai quarti di finale. Un’eventuale sconfitta contro la compagine di Isner, Opelka e Tiafoe ci costringerebbe a sperare in uno dei due ripescaggi riservati alle due migliori seconde classificate tra i sei raggruppamenti.

Foto: Lapresse

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