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Coppa Davis, in vista il trasferimento della fase finale ad Abu Dhabi? L’indiscrezione dai media inglesi
Dalle pagine del Telegraph viene lanciata una pesante indiscrezione, poi ripresa anche dalla BBC e in seguito da un po’ tutti i media di stampo tennistico e non solo. La Coppa Davis, nel suo attuale format, potrebbe vedere spostate le Finals già dal 2022. E non in uno dei suoi luoghi tipici, in Europa o negli Stati Uniti, o anche in Australia. La destinazione, infatti, sarebbe Abu Dhabi.
Secondo quanto raccolto, infatti, ci sarebbe sul piatto un accordo della durata di cinque anni, i cui dettagli economici non si conoscono. Si tratta di un’eventuale ulteriore mossa del gruppo Kosmos, che ha sostanzialmente concertato insieme all’ITF tutta la serie di cambiamenti dalla finale 2018 (Francia-Croazia) in avanti, per cercare di dare respiro a una situazione che, a livello economico, non brilla.
Nei giorni scorsi, infatti, il presidente della Federazione francese, Gilles Moretton, di parere totalmente opposto a quel Bernard Giudicelli che l’ITF fece di tutto per salvare in ottica cambiamento, ha dichiarato a Le Figaro: “Questa riforma è stata fatta in particolare per i soldi, che però non ci sono. Ai giocatori erano stati promessi 15 milioni di euro, ma le casse del momento di Kosmos hanno obbligato ad abbassare la quota a 9 milioni. Inoltre erano previsti ancora 9 milioni per lo sviluppo delle piccole federazioni, ma quest’anno saranno esattamente la metà: 4.5. È un fiasco totale!”
Numeri che rendono l’idea di quanto anche il gruppo Kosmos sia stato colpito dai guai legati al Covid-19. Senza contare che non ci sarà in nessun luogo il pubblico integrale: alla Madrid Arena potrà entrare al massimo il 75%, al Pala Alpitour di Torino il 60% e all’Olympiahalle di Innsbruck non ci sarà nessuno spettatore.
Allo stato attuale delle cose, il campo da tennis con la maggior capienza presente ad Abu Dhabi è quello dove dal 2009 si tiene l’esibizione Mubadala World Tennis Championships, che può contenere poco più di 5.000 posti. E il paradosso è che, quando la Slovacchia per la finale del 2005, poi persa con la Croazia, scelse una sede un po’ più piccola di questa (la Sibamac Arena, oggi AXA Arena NTC, di Bratislava, da poco meno di 4.500 posti), fu l’ITF stessa a varare una norma capace di impedire la scelta di sedi tanto piccole per eventi tanto importanti.
Uno dei grandi motivi di apprensione, scrive Simon Briggs sul Telegraph, riguarda il pubblico. Questo, se non altro, perché definire il tennis degli Emirati Arabi Uniti sviluppato è quantomeno un eufemismo, e poi anche perché sono state assai miste le reazioni verso altri eventi proprio in quell’area geografica. E da più parti risuona una richiesta quantomeno di parlarne con i giocatori, o comunque con le parti coinvolte. Per il momento l’ITF ha cercato di abbassare i toni, dichiarando che il consiglio della Federazione internazionale e Kosmos stanno per prendere una decisione tra le varie sedi possibili.
Sono diversi i critici dell’attuale format di Davis: Alexander Zverev non tornerà più a giocare con la Germania fino a quando, e sono parole sue, non potrà vincere “la vera Coppa”. Ancora più dura era stata una consistente parte del clan francese, in netta contrapposizione con il successivamente uscito di scena Giudicelli. Furono pesantissime le parole di Yannick Noah, ai tempi capitano non giocatore: “Vergogna a chiunque tra giocatori, dirigenti e media abbia appena venduto l’anima della Coppa Davis“.
Foto: LaPresse / Olycom