Formula 1

F1, promossi e bocciati GP Messico 2021. Verstappen e la vecchia guardia brillano, la Ferrari delude

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Il Gran Premio del Messico di F1 si è concluso con l’affermazione di Max Verstappen (Red Bull) davanti a Lewis Hamilton (Mercedes) e Sergio Perez (Red Bull). Un esito che nell’ambito del Mondiale ha permesso al ventiquattrenne olandese di allungare a +19 sul trentaseienne britannico, mentre nella classifica costruttori ha consentito al team di Milton Keynes di azzerare il ritardo da quello di Brackley. Chi sono i promossi e i bocciati della gara di Mexico City? Andiamo a dare un’occhiata ai “tabelloni”.

PROMOSSI

MAX VERSTAPPEN – Va bene, Bottas al via gli ha lasciato una voragine, ma i fuoriclasse si riconoscono anche dalla capacità di saper sfruttare al massimo l’opportunità propizia. Inoltre, parliamoci chiaro, la prima staccata è stata da brividi e sorpassare due Mercedes in un colpo solo all’esterno rimane un’impresa rimarchevole. Passata la “febbre del sabato pomeriggio”, l’olandese si è spianato da solo la strada verso il successo, conquistandolo autorevolmente con il piglio di chi è ormai degno di fregiarsi del titolo iridato.

LA VECCHIA GUARDIA – Il trentaseienne Lewis Hamilton chiude secondo, contenendo gli attacchi dell’arrembante Sergio Perez, dotato di una vettura superiore. Il trentaquattrenne Sebastian Vettel disputa una delle migliori gare della stagione e, senza commettere neppure una sbavatura, si issa al settimo posto. Il quarantaduenne Kimi Räikkönen regala le ultime fiammate di una splendida carriera attestandosi in ottava piazza, mentre il quarantenne Fernando Alonso lotta come un leone per i due punticini del nono posto. Non è un caso che questi quattro abbiano vinto 14 Mondiali.

PIERRE GASLY – Meriterebbe una seconda chance in un top-team, perché sarà anche vero che ha deluso in Red Bull nel 2019, ma vi è arrivato ancora acerbo. Oggi appare pienamente maturato, in quanto sbaglia molto poco e tira fuori il massimo dal mezzo a disposizione. Il quarto posto di ieri consente addirittura all’AlphaTauri di agganciare l’Alpine nel Mondiale Costruttori. Chissà che nel 2023 non possa tornare a far coppia con Verstappen.

IL PUBBLICO – Ragazzi, che spettacolo! Verrebbe voglia di avere due gare all’anno in Messico solo per potersi nutrire della passione degli spettatori di Mexico City. Atmosfere come quella del weekend appena concluso fanno benissimo alla F1 e rivalutano persino un GP troppo a lungo privo di grandi emozioni.

BOCCIATI

VALTTERI BOTTAS – Ormai è un pendolo che passa dalle stelle alle stalle, e viceversa, sempre più rapidamente. Sensazionale in qualifica, quando ottiene la pole position contro ogni pronostico, in gara gli va tutto storto. Il paragone con Mansell all’Estoril del 1990 è forzato e non sta in piedi, ma tra partenza mediocre e staccata leggermente anticipata non ne ha azzeccata una. Il contatto con Ricciardo è stato pura sfortuna, così come la sosta lenta, ma ancora una volta se c’è da sorpassare, il finlandese mostra evidenti limiti rispetto agli altri top driver. Ormai avrà imparato a memoria il posteriore della MCL35M. Non basta certo il giro veloce per rendere positiva una giornata da dimenticare.

FERRARI – Il fatto di aver guadagnato di 17 punti sulla McLaren in un colpo solo, portandosi a +12,5 nella corsa al terzo posto del Mondiale Costruttori, è l’unico aspetto positivo del weekend messicano. D’accordo, le Rosse sono arrivate quinta e sesta, ma hanno deluso. Il Messico doveva essere terreno fertile per la SF21, invece le vetture di Maranello sono state di fatto doppiate. Peraltro, non si può neppure parlare di “terza forza”, perché Gasly si è rivelato imprendibile con l’AlphaTauri. C’è poco da dire, Mexico City rappresenta un passo indietro per il Cavallino Rampante, che quantomeno ha messo fieno in cascina nella graduatoria iridata.

ALFA ROMEO – I casi sono due. O Giovinazzi sta per essere silurato e viene trattato come un appestato, oppure si è deciso di confermarlo, ma il rinnovo del contratto gli è stato venduto come un favore. Non si spiega altrimenti la decisione di rovinare la gara del pugliese con un pit-stop oltremodo anticipato, usandolo a tutti gli effetti come gregario in funzione di Räikkönen. Antonio è comunque arrivato 11° (per il terzo GP consecutivo), ma mai quanto ieri avrebbe meritato (e potuto) entrare in zona punti.

Foto: LaPresse

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