Tennis
Italia, cosa è mancato per vincere la Coppa Davis? Matteo Berrettini e un doppio competitivo
Il cammino dell’Italia in Coppa Davis si è fermato questa sera nei quarti di finale contro la Croazia. Fatale la sconfitta in doppio della coppia Sinner/Fognini contro i numeri uno al mondo Mektic/Pavic, ma è stato soprattutto il ko di Lorenzo Sonego contro Borna Gojo a compromettere il percorso della squadra capitanata da Filippo Volandri. Il rammarico è tanto, perché l’Italia era nettamente superiore in singolare e non bisognava arrivare a giocarsi tutto in doppio, dove invece gli azzurri erano chiamati ad una vera e propria impresa.
L’obiettivo era quello di arrivare a Madrid ed è stato mancato. Certamente l’assenza di Matteo Berrettini ha cambiato notevolmente i piani di Filippo Volandri, che si è trovato a dover fare a meno di un giocatore assolutamente fondamentale per l’Italia, anche in virtù della formula della Coppa Davis, con i due singolari che sono cruciali, rendendo a volte il doppio superfluo.
Con Berrettini l’Italia poteva puntare a vincere la Coppa Davis, anche perché Sinner sarebbe diventato un numero due difficilmente battibile per qualsiasi Nazionale. Matteo avrebbe poi completato l’opera da numero uno, con i soli Djokovic e Medvedev superiori rispetto al romano. Inoltre la presenza del numero sette del mondo sarebbe stata importante anche per il doppio, visto che sarebbe stato quasi sicuramente un titolare.
Il capitolo doppio va sicuramente affrontato, anche perché in Italia non esiste, a parte Simone Bolelli, un vero e proprio specialista. Lo stesso Bolelli si è poi presentato a Torino in cattive condizioni e, dunque, non è mai stato possibile schierarlo. Per vincere la Coppa Davis non serve avere un duo come quello croato, ma comunque una coppia affidabile e che ha già giocato molte partite insieme. La Federazione e Volandri dovranno lavorare nei prossimi anni proprio su questo tema, cercando di trovare una coppia che possa disputare molti tornei e che poi possa essere utilizzata in Davis.
Non è un compito facile, anche perché bisogna convincere certi giocatori al doppio impegno in tornei importanti come Masters 1000 e Slam, oppure chiedere ad un Fabio Fognini, che si sta avvicinando al tramonto della sua carriera da singolarista, di intraprendere un nuovo percorso anche in doppio, affidandogli un compagno con cui possa giocare tanto durante l’anno. Anche in questo modo il ligure potrebbe rimanere una risorsa importante per la Nazionale anche per il futuro.
A Madrid questa volta ci va la Croazia, con l’Italia che resta a Torino con tanti rimpianti e recriminazioni. L’obiettivo ora è tornare nel 2022 e prendersi finalmente la Coppa Davis con una squadra ancora più forte.
Foto: LaPresse