Ciclismo
Mauro Vegni: “Aspettiamo Pogacar al Giro, Nibali ci fa sognare. Tanti km per Ganna? Non in programma”
Abbiamo raggiunto telefonicamente Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia e delle corse targate RCS Sport: “Questo Giro è stato concepito per dare l’opportunità ai corridori di poter battagliare sin dalle prime tappe. E’ uno dei Giri più duri degli ultimi anni”.
Com’è nata l’idea di questa presentazione a tappe del Giro d’Italia?
“E’ nata per cercare qualcosa di nuovo. Abbiamo pensato che così facendo si potesse arrivare a più gente. Come in tutti i casi c’è sempre qualcuno che non è stato contento, altri invece a cui è piaciuto. Del resto non si può sempre accontentare tutti. Nel complesso direi che siamo soddisfatti dell’attenzione che è stata riposta sulla nostra corsa.”
Che Giro sarà?
“E’ un Giro che dà la possibilità di prestarsi tutti i giorni a novità di classifica. Abbiamo cercato di dare tutti i giorni la possibilità di attaccare e alle persone di vedere sempre una corsa in bilico. Sarà un Giro d’Italia difficile sin dalle prime tappe. C’è un dislivello molto alto (quasi 51.000 metri, ndr) e questo significa che quasi tutte le tappe non saranno semplici.”
Al momento sembra che il Giro non sia nei piani di Pogacar, Roglic, Bernal ed Evenepoel. State provando a convincere qualcuno di loro? Ed il livello sarebbe comunque alto senza i quattro big?
“Sì sicuramente, è nell’interesse di tutti. Penso che un grande corridore debba cimentarsi su tutti i terreni. L’unico che al momento non è ancora venuto al Giro è Tadej Pogacar, ma lo aspettiamo. Il nostro obiettivo, come sempre, è fare un Giro di alta qualità, se non ci saranno questi quattro big, vorrà dire che ce ne saranno altri.”
Perché l’accoppiata Giro-Tour fa così paura?
“Dal mio punto di vista i corridori prima di tentare certe cose vogliono mettere “in cascina” certi risultati. L’accoppiata Giro-Tour la fanno poi in un secondo momento. Secondo me per un corridore giovane è più facile provare l’accoppiata soprattutto per i tempi di recupero più veloci. Penso che l’età migliore per fare questo tipo di prova sia intorno ai 24 anni. Del resto è diminuita l’età in cui un corridore comincia ad acquisire la piena maturità.”
Ha dichiarato che vincere tre o quattro volte il Tour de France non faccia poi così tanta differenza. Può spiegarci meglio?
“Ogni corridore a mio modo di vedere deve avere degli stimoli per andare un po’ più in là. Secondo me vincere tre o quattro Tour non cambia. Sei un grande corridore, questo è fuori discussione, ma la bellezza è vincere gare su terreni diverse ed essere ricordato come corridore che si è saputo differenziare. Mi piacerebbe che un corridore come Pogacar pensasse ad un modo per entrare nell’olimpo del ciclismo. Un esempio? Vincere l’accoppiata Giro-Tour, l’ultimo a riuscirci fu Marco Pantani. Ma questo è solo un mio pensiero…”
Al momento l’eccellenza del ciclismo italiano è Filippo Ganna, eppure mai come nel 2022 ci saranno così pochi chilometri a cronometro. Per quale motivo?
“Un Grande Giro per me deve contenere tutte le specialità del ciclismo, quindi tappe per velocisti, scalatori e le prove contro il tempo. E’ chiaro però che il percorso deve essere livellato in base a tutte le tappe ma senza esagerare nel chilometraggio. Nelle tappe in salita i corridori si equivalgono abbastanza, così come in quelle veloci, a cronometro invece la disparità è troppo elevata e quindi questo potrebbe incidere molto sulla vittoria finale.”
In un futuro è ipotizzabile pensare ad un Giro con 80-90 chilometri a cronometro come negli anni ’90, per consentire così a Filippo Ganna di attaccare la maglia rosa?
“Al momento non è nei nostri programmi. I risultati è giusto acquisirli tappa dopo tappa e al momento ci sarebbe troppa disparità.”
Tutti parlano del prestigio del Tour, eppure la varietà del percorso del Giro non ha eguali…
“Io guardo quello che faccio in casa mia, non quello che fanno gli altri. Il Giro si articola certamente su un percorso molto intrigante. Ognuno di noi cerca di fare qualcosa di nuovo sempre. Qualche volta viene bene, altre meno. Sono gli atleti poi a fare la differenza.”
Cosa ti aspetta da Nibali al Giro 2022?
“Da Vincenzo mi aspetto una prestazione importante. Nibali è un grande campione, un corridore che se ha la fortuna di stare bene può fare delle belle cose. Poi è chiaro che gli anni passano per tutti, ma al momento è ancora il corridore italiano che ci fa più sognare nelle grandi corse a tappe. Attualmente all’orizzonte non vedo un suo erede.”