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Parigi-Bercy 2021: Novak Djokovic contro Daniil Medvedev, una finale che sa di rivincita

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Alla fine sono sempre loro: Novak Djokovic e Daniil Medvedev continuano a ribadire lo status di numero 1 e 2 delle classifiche mondiali. A Parigi-Bercy, lontano da quella terra del Roland Garros che di certo non gli è amica, il russo cerca di fare il bis del 2020, mentre il serbo vuole comandare per la sesta volta, aggiornando un record che è già suo nel palasport principale della capitale francese.

Medvedev potrebbe invece diventare il secondo giocatore a vincere per due volte consecutive il Masters 1000 del Palais Omnisports (Accor Arena), dopo che Djokovic l’ha fatto per tre volte nel 2013, 2014 e 2015. Può però anche configurarsi come secondo russo a conquistare il torneo in più di un’occasione. Prima di lui ci riuscì Marat Safin, che riuscì a laurearsi tre volte trionfatore nel 2000, 2002 e 2004, quando ancora la finale si disputava al meglio dei tre set su cinque, circostanza questa abolita dopo la stagione 2006.

Per il percorso all’interno del tabellone, i favori del pronostico pendono più a favore del vincitore degli US Open, il quale è andato (piuttosto relativamente, per la verità) in difficoltà solo con l’americano Sebastian Korda. L’uomo che proprio da New York non giocava, pur con un match in meno sulle spalle a causa del forfait di Gael Monfils negli ottavi, è stato bravo a reggere l’urto del ritorno con l’ungherese Marton Fucsovics e poi a sopravvivere a una partita molto strana con il polacco Hubert Hurkacz, ben più che desideroso di legittimare ulteriormente l’approdo alle Finals, di cui questa partita potrebbe essere un antipasto.

Medvedev cerca di proseguire una serie estremamente positiva che lo caratterizza dall’agosto del 2019, o meglio dal 1000 di Cincinnati di quell’anno. Fino ad allora era 4-5 nelle finali giocate, da allora ne ha vinte nove e perse appena due, per un totale di 13-7 come record, che diventa di 4-1 quando si parla solo, appunto, di 1000. “Leggermente” diversa la situazione di Djokovic, alla finale numero 55 in un torneo di questa categoria con un bilancio di 36-16. 85-37, invece, quello all’interno delle 123 finali ATP finora disputate dal 2006 a oggi.

Vincendo, il serbo andrebbe a quota 979 vittorie in carriera, avvicinandosi a quella quota 1000 che, a conti fatti, potrebbe raggiungere all’inizio del 2022. Il russo, invece, salirebbe a 210, un numero che sembra infinitamente più basso rispetto a quello del suo avversario, ma che in fondo rende l’idea dell’eccezionalità della carriera del suo avversario. Del resto, Djokovic il primo torneo ATP l’ha vinto a poco più di 19 anni e a 21 era già numero 3 del mondo, mentre Medvedev ha invece dovuto aspettare ben di più su entrambi i fronti. Ma un posto nella storia già ce l’ha: è il primo giocatore ad aver spezzato l’egemonia del serbo, di Federer, di Nadal e di Murray nell’occupazione lunga 16 anni dei primi due posti del mondo, alternativamente. E potrebbe non essere lontano un momento in cui lo vedremo là dove riuscì a sedere, 21 anni fa, Safin, che pure ci rimase per poco.

Foto: LaPresse

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