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Rugby, Test Match: l’Italia fa sembrare grande anche l’Uruguay. Sarà un Sei Nazioni di sofferenza

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Vincere, ma con poco – pochissimo – da salvare. L’Italia torna al successo dopo oltre due anni (erano i Mondiali 2019), ma la vittoria contro l’Uruguay non può certo rendere felice né i giocatori né lo staff tecnico e tanto meno i tifosi. Troppo brutta l’Italia per essere vera, ma la frase viene ripetuto troppo spesso e il dubbio che sia vera viene. E forse è più di un dubbio.

Contro i modesti sudamericani l’Italia non riesce mai a prendere in mano il pallino del match. Troppi gli errori individuali palla in mano, troppe le mancanze di sostegno in avanzamento, ma anche troppi i falli commessi che hanno permesso agli ospiti di allontanare il pericolo quando difendevano, ma anche di rendersi pericolosi. Al punto che a pochi minuti dalla fine l’Italia si è salvata miracolosamente dalla beffa di un pareggio che, per quel che si è visto in campo, l’Uruguay meritava tutto.

Se la mischia ha spesso dominato, ancora si sono visti i limiti nelle touche, mentre sia in attacco sia in difesa – ahimé – le cose migliori si sono viste quasi solo da chi non ha una formazione italiana. Da Ignacio Brex a Monty Ioane, passando per l’esordiente Haime Faiva o per Seb Negri, le note positive parlano quasi tutte straniero. Se si eccettua la buonissima prestazione di Pierre Bruno, meritatamente man of the match.

L’Italia vista in questo novembre fatica a trovare spunti palla in mano, non è pronta nei punti d’incontro, fatica nelle fasi statiche e difende male. Poco aggressivi, gli azzurri concedono troppo ad avversari di livello, come l’Argentina, ma anche ad avversari onestamente modesti, come l’Uruguay. Che ci sia un problema di testa ormai è evidente – basti pensare a come, invece, si è imposta l’Italia A – ma non si può giustificare con l’assenza di vittorie o la paura di perdere la modesta, a dir poco, prestazione di ieri. La strada per Crowley appare lunga, lunghissima, e il Sei Nazioni è a pochi mesi di distanza. E se l’Italia è quella di ieri, allora sarà un torneo di grande, grandissima sofferenza.

Foto: Valerio Origo – LPS

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