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Rugby, Test Match: vittorie per Scozia, Inghilterra, Galles e Francia. Disfatta per l’Emisfero Sud

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Non solo Italia-Uruguay (per fortuna degli amanti del bel rugby) oggi in Europa. Si sono disputati, infatti, diversi match che hanno visto coinvolte molte delle più forti squadre al mondo. Ecco come è andata.

Vince la Scozia contro il Giappone, si impone per 29-20 e protagonista assoluto è Stuart Hogg. La meta dell’estremo nel primo tempo è stata la venticinquesima meta con la Scozia per Hogg che diventa, così, il miglior marcatore di sempre. Ma a dare il via alle danze è stata la marcatura di Duhan van der Merwe che ha portato la Scozia in vantaggio. Risponde il Giappone dalla piazzola con Rikiya Matsuda e al 26’ un altro calcio vale il sorpasso per gli ospiti. La risposta arriva dopo un giro d’orologio e, come detto, è la 25sima meta di Hogg con la Scozia, che così torna avanti. E allo scadere è Darcy Graham a segnare e si va al riposo sul 19-6 per i padroni di casa. La ripresa inizia con il giallo a Jamie Bhatti e altri tre punti per Matsuda. Ancora Matsuda mette a segno il piazzato del 19-12, ma al 54’ arriva la marcatura di Stuart McInally che rilancia la fuga scozzese. Al 64’ arriva la meta giapponese con Tevita Tatafu, mentre poco dopo Matsuda riporta a suoi sotto break. Un calcio di Russell a un minuto dalla fine, però, chiude il discorso e la Scozia si impone.

Vittoria di strettissima misura per l’Inghilterra contro il Sudafrica, con i padroni di casa che si impongono 27-26 nella rivincita della finale mondiale di due anni fa. Eroe di giornata Marcus Smith, che a 30″ dalla fine mette i tre punti che valgono il sorpasso e il successo per la squadra di Eddie Jones. Il pomeriggio era iniziato con la meta di Manu Tuilagi, con il centro inglese che però doveva uscire per infortunio dopo la marcatura. Il Sudafrica risponde dalla piazzola con Pollard, ma al 17’ è Freddie Steward a sfondare e marcare la seconda meta per i padroni di casa. Tre piazzati di Pollard riducono il vantaggio inglese fino al 17-12 con cui si chiude il primo tempo. A inizio ripresa, però, cambia la musica con altri due piazzati, il secondo di Elton Jantjies, che porta il Sudafrica avanti. Un errore degli ospiti regala, però, la chance a Raffi Quirke di andare oltre e Inghilterra che torna in vantaggio. Passano tre minuti e in superiorità numerica torna sotto con la meta di Makazole Mapimpi al 69’. Al 73’ è Frans Steyn a trovare il piazzato del sorpasso e il Sudafrica sembra inviato al successo. Fino allo scadere, quando, come detto è Marcus Smith a piazzare tra i pali e regalare ai suoi la vittoria.

Stesso finale anche a Cardiff, dove un piazzato di Rhys Priestland a tempo ampiamente scaduto regala al Galles un clamoroso successo per 29-28 sull’Australia. Pronti, via e dopo tre minuti è però l’Australia a colpire. Calcio al largo, pallone preso da Andrew Kellaway e Wallabies avanti 0-7. Pochi minuti e Biggar accorcia dalla piazzola. Al 15’ match che cambia drasticamente. Placcaggio alto e folle di Rob Valetini e rosso diretto per il numero 8 australiano. Biggar e O’Connor colpiscono entrambi con piede, poi Beale fa avanti volontario e Australia che si ritrova per 10 minuti in 13. Pronti, via e il Galles segna con Ryan Elias per il nuovo vantaggio. Al 27’ pareggia O’Connor dalla piazzola, poi è Biggar a colpire poco prima del riposo per il 16-13 con cui si va negli spogliatoi. Al 47’ il match sembra chiuso. Intercetto di Nick Tompkins che raccoglie l’ovale e va fino in fondo. Galles che scappa via oltre break e in superiorità numerica. Ma non è così. Prima un’infrazione costa il giallo a Gareth Thomas, poi una fantastica azione australiana al 64’ viene conclusa da Nic White che riporta sotto i suoi. Riallunga Biggar dalla piazzola, ma è Filipo Daugunu a colpire nuovamente per l’Australia che si ritrova sotto 26-25. A pochi minuti dalla fine un fallo gallese manda Kurtley Beale sulla piazzola dalla distanza. Pali trovati e Australia a +2. Il resto l’abbiamo detto. Tempo scaduto, fallo australiano, Rhys Priestland sulla piazzola, tre punti, Galles.

Poker dell’Emisfero Nord in serata, quando una Francia spettacolare batte gli All Blacks 40-25, con la Nuova Zelanda al secondo ko dopo l’Irlanda. Partenza fortissima della Francia, cui bastano solo due minuti per trovare la via della meta con Peato Mauvaka che schiaccia e Bleus che volano sul 7-0. Passano cinque minuti e gli All Blacks vedono premiati i loro sforzi con un fallo francese che Jordie Barrett trasforma in tre punti. Continua la pressione della Nuova Zelanda, Francia che si rifugia nuovamente in fallo e al 10’ Barrett va di nuovo sulla piazzola per il 7-6. Ma è troppo poco per la squadra ospite, che continua il novembre ben poco convincente tre minuti dopo, quando è il giovane talento francese Romain Ntamack a segnare la meta che permette ai suoi di riallungare. Al 26’ Melvyn Jaminet va sulla piazzola per il +11 transalpino, ma non è finito qui il primo tempo. Soffrono gli All Blacks, non riescono a colpire e, anzi, subiscono la terza marcatura al 32’. È di nuovo Peato Mauvaka a sfondare e a schiacciare per il 24-6 con cui le due squadre vanno al riposo. Cambia ritmo la Nuova Zelanda a inizio ripresa ed è ancora Jordie Barrett a mettere punti sul tabellone, questa volta però con una meta, anche se non trasforma. Insistono gli All Blacks, alla disperata ricerca della rimonta e al 51’ colpiscono nuovamente, questa volta con l’ala Rieko Ioane e con i punti dalla piazzola di Barrett il punteggio va sul 24-18. Match completamente riaperto, con mezz’ora da giocare, ma al 55’ Melvyn Jaminet riporta i Bleus oltre break con un altro calcio che vale tre punti. All’ora di gioco tutto di nuovo da rifare. Ardie Savea trova il buco vincente, Barrett trasforma e punteggio che va sul 27-25 per i padroni di casa. Al 64’, però, la svolta decisiva. Lo stesso Ardie Savea viene ammonito, Jaminet mette tre punti sul seguente piazzato, ma soprattutto al 68’, in superiorità numerica, arriva la meta di Damian Penaud che vale il 37-25 per la Francia. E a tempo scaduto altro piazzato per Jaminet che rende ancora più amaro il ko neozelandese.

Foto: Jean Catuffe/DPPI – LPS

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