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Salto con gli sci
Salto con gli sci, presentazione Coppa del Mondo femminile. Chi sarà la donna da battere? Marita Kramer o Sara Takanashi? Slovene e Opseth le outsider
Una settimana dopo aver tenuto a battesimo il massimo circuito maschile, la località di Nizhny Tagil aprirà le danze anche della Coppa del Mondo femminile di salto con gli sci, giunta alla sua XI edizione, ovverosia quella con il più alto numero di pretendenti alla Sfera di cristallo nella giovane storia delle competizioni di primo livello riservate alle donne. Sì, perché solitamente il novero di candidate al successo in classifica generale era pari a due/tre unità, mentre alla vigilia di questo 2021-22 per contarle non sono sufficienti le dita di una mano.
Se proprio si deve indicare una prima inter pares, allora bisogna sicuramente guardare a Marita Kramer. L’austriaca è reduce dall’inverno dell’esplosione, durante il quale ha dato l’impressione di essere la più forte in assoluto, senza però essere riuscita a conquistare alcun successo pesante a causa di tanta sfortuna (vedasi le due prove di Coppa del Mondo mancate per colpa di un test falsamente positivo al Covid) e di qualche errore di troppo nelle gare con medaglie in palio. La ventenne di origine olandese sarà quindi ansiosa di rivalersi e ha tutte le carte in regola per assumere i contorni della dominatrice, avendo messo in mostra picchi di rendimento irraggiungibili anche per le due avversarie a cui si è dovuta arrendere nella corsa all’ultima Coppa del Mondo, ovvero Nika Kriznar e Sara Takanashi.
Proprio Kriznar nel 2020-21 è diventata la prima slovena di sempre a mettere le mani sulla Sfera di cristallo. Un’affermazione ottenuta in volata non senza qualche aiuto da parte della buona sorte. Per la ventunenne dell’Alta Carniola sarà molto difficile ripetersi, cionondimeno va tenuta in considerazione per le primissime posizioni della classifica generale, essendo in grado di mantenere una costanza ad alto livello invidiabile per chicchessia. Takanashi, invece, di Coppe del Mondo ne ha già vinte quattro, l’ultima delle quali però è datata 2016-17. La venticinquenne giapponese ha vissuto un lungo periodo di relativo appannamento, ritrovando lo smalto perduto proprio nel 2020-21. La nipponica, ai nastri di partenza della nuova annata agonistica, si propone come la principale alternativa a Kramer, anche se per l’asiatica l’obiettivo primario sarà quello di sfatare l’incredibile maledizione da cui è attanagliata durante i grandi appuntamenti. A fronte di 60 vittorie in Coppa del Mondo, la saltatrice del Sol Levante non si è ancora messa al collo nessun oro iridato od olimpico! Un’anomalia clamorosa, senza altri casi simili in tutto il panorama degli sport invernali.
C’è grande curiosità per capire quale sarà la competitività di Ursa Bogataj, autrice di un’estate sensazionale. Durante il Summer Gran Prix, la ventiseienne slovena si è espressa su un livello di eccellenza a lei sconosciuto in passato. Periodo di grazia, oppure esplosione tardiva? Saranno le competizioni su neve a darci una risposta, ma se la veterana di Lubiana dovesse proseguire sulla falsariga dei mesi più caldi, allora sarebbe automaticamente una candidata a tutti i traguardi più prestigiosi. Questo ruolo spetta anche alla norvegese Silje Opseth, che silenziosamente è cresciuta di colpi durante l’annata 2020-21, guadagnandosi il soprannome di “martello”. Forte di una solidità di rendimento quasi robotica, la ventiduenne norvegese è ormai una big della disciplina. Dovesse alzare anche solo leggermente la propria asticella, diventerebbe una pretendente al successo in ogni singola competizione.
Infine, non possono essere scartate a priori neppure Ema Klinec e Chiara Hölzl, che da quest’anno dovremo abituarci a chiamare Chiara Kreuzer, dopo essere convolata a nozze. La ventitreenne slovena si è finalmente disfatta dei panni di “meravigliosa incompiuta” vincendo un oro iridato a Oberstdorf 2021 e, in termini di talento puro, non ha nulla da invidiare a Kriznar. La ventiquattrenne austriaca, invece, viene da un’annata complessa, ma non bisogna dimenticare come nel 2019-20 abbia a lungo indossato il pettorale giallo prima di inchinarsi a Maren Lundby.
Già, Maren Lundby, come mai non è ancora stata citata? Semplicemente perché la ventisettenne norvegese ha deciso di prendersi un anno sabbatico. La campionessa olimpica in carica non difenderà il suo titolo a causa di uno stato di forma scadente, generato principalmente da un calo di motivazioni che l’ha attanagliata già nel periodo più acuto della pandemia. Infatti, lo scorso anno, la scandinava ha perso il ruolo di dominatrice assoluta della disciplina, riuscendo comunque a mettersi al collo il secondo oro iridato della carriera grazie a una proverbiale dimostrazione del detto “la classe non è acqua”. Dopodiché la vincitrice di tre Sfere di cristallo ha sentito il bisogno di staccare la spina dallo sport agonistico, pena il rischio di finire in burn-out. Lei ha giurato che non si tratta di un addio, bensì solo di un arrivederci. Speriamo sia davvero così. Nell’immediato, comunque, poco cambia. Nel 2021-22 non la vedremo in azione.
Andranno inoltre verificate le ambizioni di Eva Pinkelnig e Katharina Althaus, che per ragioni diverse sono uscite dal gotha della disciplina dopo averlo frequentato a lungo. La trentatreenne austriaca e la venticinquenne tedesca, al top del loro potenziale, non hanno nulla da invidiare a nessuna. Resta da capire se quel potenziale esista ancora, oppure se si sia rattrappito. Guai, infine, a dimenticare chi è forte di un passato glorioso e potrebbe sempre assestare la zampata vincente. Daniela Iraschko-Stolz non molla l’osso e, a 38 anni suonati, sarà nuovamente in bagarre con avversarie che potrebbero essere le sue figlie. Sulla gara secca l’eterna stiriana è sempre pericolosissima e il sogno è quello di arricchire ulteriormente un palmares costruito ormai nell’arco di un ventennio, ammesso che possa essere assistita dalla salute.
Al riguardo, è bene sottolineare come sia venuta meno la potenziale rivelazione dell’inverno, ovvero Nozomi Maruyama. La ventitreenne giapponese sembrava pronta a far breccia nel gotha della disciplina, ma si è gravemente infortunata durante i campionati nazionali di ottobre, dovendo rinunciare a tutta l’annata olimpica.
Volgendo lo sguardo alle vicende di casa Italia, le ambizioni sono sicuramente più contenute. La punta di diamante della squadra sarà nuovamente Lara Malsiner, il cui 2020-21 non è stato particolarmente brillante. La ventunenne gardenese avrà come obiettivo quello di tornare ai livelli del periodo 2017-2020, quando sapeva attestarsi con continuità fra le prime venti, facendo saltuariamente capolino nella top-ten, se non episodicamente addirittura sul podio. L’unica altra azzurra attualmente all’altezza del circuito maggiore è la sorella minore Jessica, che al contrario è reduce dalla miglior stagione della carriera. La diciannovenne altoatesina nella prima fase del 2020-21 ha raggiunto risultati di assoluto rispetto, salvo calare di rendimento nella seconda metà dell’inverno. L’augurio è quello di ritrovare presto la zona punti, frequentata con regolarità nella parte iniziale dell’ultima annata agonistica. Si vedrà, inoltre, se qualche altra ragazza potrà avere chance in Coppa del Mondo. In tal senso, la principale indiziata appare Martina Ambrosi. Il progetto, per la verità piuttosto tardivo, di convertire momentaneamente al salto la combinatista Annika Sieff è invece tramontato prima ancora di sorgere.
Foto: La Presse