Seguici su

Oltre Cinquecerchi

Scacchi, antidoping per Magnus Carlsen e Ian Nepomniachtchi, che scherzano sul fatto. Il detentore: “Nessun modo di porre problemi seri”

Pubblicato

il

C’è stato un momento un po’ particolare tra Magnus Carlsen e Ian Nepomniachtchi, dopo la terza partita del loro match per il Campionato del Mondo. I due contendenti, infatti, sono stati sottoposti a un controllo antidoping: la FIDE segue le linee guida olimpiche, sperando di entrare un giorno alle Olimpiadi (per adesso, ne organizza di proprie incentrate sulla scacchiera). La faccia di Carlsen quando gli è stato detto di dover effettuare il controllo ha già fatto il giro del web.

Nepomniachtchi ha dichiarato, circa i possibili aiuti del doping negli scacchi: “Se ti dopi, sei fuori dagli eventi, è così che funziona! In realtà, non conosco nessuna medicina che aiuti a giocare a scacchi. Spero che non vedremo qualcuno togliersi le cuffiette dalle orecchie!” E qui il riferimento è a qualche burlone che occasionalmente prova questo genere di furbate, che finiscono regolarmente male con infamia per il baro di turno.

Così invece Carlsen, sempre sulla vena ironica: “Penso che ci siano probabilmente esperimenti da fare. Voglio dire, le persone fanno uso di droghe per prepararsi per gli esami e farli. Penso possano essere di aiuto anche negli scacchi. Se mai il mio livello scacchistico dovesse calare di botto potrei sperimentare, ma per adesso non ne vedo la necessità!

Quanto alla partita vera e propria, il norvegese: “Stavo facendo chiaramente qualche brutta mossa, ma sembrava funzionare tutto piuttosto bene. Non ho visto alcuna maniera per porre problemi seri. Penso sia stata una partita ragionevole“. Di suo, Nepomniachtchi non si è detto frustrato per la situazione: “Essere 3-0 è meglio di fare tre patte, ma faccio quel che posso“.

Ancora il russo: “Qualunque cosa farò, il trend rimarrà questo. Non è circa la mia preparazione, è circa la teoria corrente“. Carlsen: “Parlare di eredità durante un match non è una cosa di cui voglia parlare granché, ma spero che ci sarà qualcuno che vincerà una partita a cadenza classica in un Campionato del Mondo dopo il 2016“.

Foto: FIDE / Eric Rosen

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità