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Oltre Cinquecerchi
Scacchi, Europei a squadre 2021: Italia femminile, altra impresa, battuta l’Armenia e 2° posto! Open, pari e rimpianti con la Norvegia
Continua lo spettacolare inizio di Europei a squadre 2021 per l’Italia femminile. A Catez ob Savi, in Slovenia, sono loro finora le grandissime protagoniste della spedizione azzurra, con un’altra vittoria di quelle difficili da pronosticare, contro l’Armenia ottava forza del torneo, ma fino a questo momento imbattuta. Rimpianti invece per la squadra Open (o meglio, per Daniele Vocaturo, come vedremo): è 2-2 con la Norvegia, secondo pareggio consecutivo dopo quello con l’Inghilterra.
Partiamo naturalmente dal colpo delle donne. La prima parte la costruisce Olga Zimina, che si districa bene all’interno di un sistema non battuto così di frequente della Partita Indiana. Ed è proprio lei, con il Bianco, a uscire meglio dall’apertura e a trovarsi con una grande dinamicità sulla scacchiera. L’avversaria, Lilit Mkrtchian, appare incapace di comprendere a fondo la posizione, trovandosi sempre in situazione passiva fino alle battute finali, in cui una situazione già disperata si trasforma in persa alla trentasettesima mossa, di Cavallo in c3. A quel punto per il Bianco è disponibile un matto in tre: l’abbandono arriva appena prima della capitolazione del Re. Vale la pena godersi lo spettacolo.
La seconda parte è tutta nelle mani di Daniela Movileanu: anche lei con il Bianco, entra nella classicissima variante Sveshnikov della Difesa Siciliana e fino alla mossa numero 17 è tutta pura teoria delle aperture già sviscerata. Appena se ne esce, però, alla diciottesima Susanna Gaboyan piazza la sua Donna nera in h4, il che la infila in una specie di tomba. A 19. g3 è costretta a rispondere con Dh3, e muovendosi per un po’ da quelle parti detta Donna risulta sostanzialmente avulsa dal gioco. Tanto di guadagnato per Movileanu, che ha spazio per muovere i propri pezzi con efficacia e tenere legati quelli del Nero. L’italiana gioca sempre con maestria, l’armena crolla dalla mossa 43 in poi e, alla vista di un matto in tre, prima di poterlo subire abbandona.
A certificare il risultato è la patta di Elena Sedina (che un paio di possibili occasioni non le vede) contro Anna Sargsyan, arrivata al termine di un lungo finale sempre rimasto impossibile da vincere per una delle due. Continua, invece, la caccia di Elina Danielian alla medaglia d’oro individuale in prima scacchiera continua, stavolta a spese di una Marina Brunello che, sotto pressione fin dalla quattordicesima mossa in uscita da una trasposizione verso l’Indiana di Re, commette un paio di vistosi errori che le costano la partita, e il secondo, fatale, è alla trentaquattresima, coprendo uno scacco di Alfiere con il pedone f invece che con il suo omologo. Risultato: qualità piuttosto netta in meno e sempre più grande difficoltà a contenere l’inevitabile avanzata del Bianco sull’ala di Re (pedone passato, Donna e Torre da quelle parti): inevitabile la resa al 48° tratto. Punteggio complessivo: 2.5-1.5.
Per quanto riguarda invece la squadra Open, è molto accesa la sfida con la Norvegia. Ci sono subito due patte, quella piuttosto veloce di Luca Moroni con Frode Urkedal (35 mosse) e quella più lunga di Alessio Valsecchi con Lars Oskar Hauge, con doppia situazione di svantaggio alla quale riesce a porre rimedio dividendosi il mezzo punto dopo 54 tratti.
Lo svarione a dir poco imprevedibile, però, lo compie Daniele Vocaturo in prima scacchiera contro Johan-Sebastian Christiansen: quando la posizione, nella quale si trova sempre leggermente meglio pur senza che tale vantaggio possa considerarsi decisivo. Alla trentaduesima, con un finale di Torri presumibilmente destinato a essere pari, lo svarione, nemmeno giustificato da problemi di tempo: Torre d1 in d4, che in poche parole è un’autotrappola dal momento che nel giro di due mosse l’altra si perde. Vocaturo abbandona praticamente all’istante. A salvare la situazione ci pensa di nuovo Francesco Sonis, che, con il Nero, sfrutta un brutto svarione al 25° tratto di Benjamin Notkevich, il quale non vede una serie di temi tattici che lo portano alla perdita di un Alfiere senza compenso in termini di materiale. Al diciannovenne di Oristano basta semplicemente controllare di lì in poi, con il suo avversario costretto a cedere l’intera posta dopo 53 mosse.
La sfida tra leader nel torneo Open, Ungheria-Azerbaigian, termina sul 2-2 con Mamedov che risponde a Bledura e due patte; ciò permette alla Russia, aiutata da un bel Dubov contro Wojtaszek, di riagganciarsi a quota 7 grazie al successo sulla Polonia. L’Italia è nel gruppone a quota 4 che va dal 14° al 26° posto. Si segnala anche la performance di Alireza Firouzja: il francese, ad oggi, nel ranking live sarebbe a quota 2789, sempre più vicino a quei 2800 che lo consegnerebbero a una cerchia ristrettissima di esseri umani.
Per quel che riguarda le donne, la squadra azzurra tocca vette che fanno realmente venire le vertigini: c’è addirittura la seconda posizione in classifica, dietro alla Russia, la superfavorita della manifestazione che, grazie a Gunina e Shuvalova, batte per 3-1 la Georgia e crea un divario già di rilievo rispetto alle principali avversarie.
E saranno proprio le russe, inevitabilmente, le prossime avversarie dell’Italia. Si tratta di un confronto che vede qualunque formazione possibile che Fabrizio Bellia, il capitano non giocatore della squadra femminile, sfavorita di fronte alla corazzata che ha dominato quasi tutte le ultime edizioni dell’evento. Per quanto riguarda la selezione Open, invece, c’è la Finlandia, squadra oggettivamente meno forte e con la quale si può portare a casa un successo che darebbe buon respiro alla classifica.
Foto: Mario Aliaksandr / Shutterstock.com