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Scacchi, Mondiale 2021: Carlsen-Nepomniachtchi match vibrante nonostante le patte
Quello che dice il risultato ufficiale è che Magnus Carlsen e Ian Nepomniachtchi sono ancora in parità: 1.5-1.5 è infatti il punteggio dopo le prime tre partite, tutte finite patte. Non ci sono però stati molti momenti in cui i due hanno potuto tirare il fiato e soltanto la terza sfida ha offerto un po’ meno dal punto di vista delle possibilità per entrambi, che hanno giocato tutto sommato correttamente.
L’unica possibilità (relativa) il russo l’ha avuta in virtù della migliore situazione con la quale è uscito dall’apertura, che è risultata essere nuovamente una Spagnola chiusa con arrocco corto alla settima mossa del norvegese, con il Nero. A differenza della prima partita, in cui a 8. h3 Nepomniachtchi si è visto rispondere Ca5, questa volta lo sfidante ha evitato tali complicazioni ed è entrato direttamente in uno dei cosiddetti sistemi anti-Marshall con 8. a4. I due tratti appena citati si ricomprendono all’interno di un insieme di possibili scelte all’ottava mossa in cui rientra anche la spinta di pedona in d4. Qualunque cosa, insomma, per evitare il seguito 8. c3 d5, reso popolare da Frank Marshall e che ha poche mezze misure: o lo si ama (di recente, l’armeno che ora gioca sotto insegne USA Levon Aronian) o lo si odia (Garry Kasparov, che infatti ricorreva sistematicamente agli anti-Marshall).
Chiave della partita la fase che ha portato alla ventunesima mossa. Una linea che non si vedeva ad alti livelli da una decina d’anni ha messo sulla scacchiera una situazione equilibrata, con spazio per il Bianco, ma senza grandi e reali pericoli nell’immediato per il Nero. 29 minuti e 45 secondi sono serviti a Nepomniachtchi prima di utilizzare 21. h3, non la mossa preferita di molti. La preferita era Dd3, ma il russo, com’è stato fatto notare da più parti, era forse più attratto da 21. Cd2, e comunque era un po’ più preoccupato della difesa su possibile controgioco rispetto a opzioni più offensive. Dopo la liquidazione a centro scacchiera, Carlsen ha fatto in modo di creare una fortezza piuttosto impenetrabile nel finale di Alfieri, sebbene con una struttura pedonale non esattamente tra le più belle.
Dopo le battaglie della prima e soprattutto della seconda partita, la terza è sembrata più assomigliare a un momento di, se non rilassamento, quantomeno calma prima di nuove burrasche. C’è da spezzare una serie di patte che, a cadenza classica, ammonta oramai a 17 dal 2016 a oggi (le ultime due di Carlsen-Karjakin, le 12 di Carlsen-Caruana e le prime tre attuali): 17 come quelle che si verificarono anche nel match infinito tra Karpov e Kasparov del 1984-1985, poi mai concluso e fatto ripartire da 0-0 tra lo scontento di entrambi i diretti interessati, che pure volevano trovare una soluzione dopo che si era andati avanti per 48 partite.
C’è un particolare psicologico che è stato notato da Aronian a margine della seconda partita: secondo lui, Carlsen non ama questo format, il che gli crea uno stress e un nervosismo che non ci sarebbero in tornei normali. Quale che sia la verità, e talvolta si è effettivamente vista qualche traccia di nervosismo, va anche notato come Nepomniachtchi stesso, a tratti, abbia forse avuto un pochino meno della sua pur presente vena offensiva, quella che l’ha messo in ottima situazione nella seconda partita. Certo è che i tentativi del Campione del Mondo di crearsi un vantaggio psicologico con le dichiarazioni pre-match non hanno finora sortito alcun effetto.
Come si svilupperà la quarta partita? Complesso dirlo, anche se alcune idee si possono mettere insieme in base allo storico di Nepomniactchi con il Nero. Il russo tende a giocare la Siciliana (c5) su e4, mentre su d4 preferisce Cf6 e, dopo c4, g6, aprendo la strada alternativamente alla Difesa Grünfeld oppure all’Indiana di Re, o Est-Indiana che dir si voglia. Si tratta, in ogni caso, di aperture dietro le quali esiste una teoria estremamente importante e tuttora in grande evoluzione. Abbiamo però visto come ci possono essere delle sorprese: sabato si è finiti nella Catalana, che “Nepo” non gioca con particolare frequenza. E ne è risultata la partita finora più lottata in assoluto. Certo, resta un particolare: un regalo di trentunesimo compleanno il Campione del Mondo vuole proprio farselo.
Foto: FIDE / Eric Rosen