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Tennis, Lorenzo Musetti: “Credo che sia giusto sperimentare il coaching”

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Dopo il sorteggio dei gironi gli otto partecipanti alle Next Gen ATP Finals di Milano, che scatteranno domani, martedì 9 novembre, hanno preso parte ad una conferenza stampa: in casa Italia occhi puntati su Lorenzo Musetti, che arriva all’appuntamento da numero 3, ed esordirà con l’argentino Sebastian Baez (7) nell’ultimo incontro della prima giornata.

Sul confronto con la passata esperienza: “Due anni fa venivo da un periodo in cui avevo giocato tanto sulla terra, quindi non ero nelle migliori condizioni, ma mi ero divertito perché era una format diverso rispetto al solito, con nuove regole e nuovi stimoli. Sinceramente non mi sono ancora allenato qua, lo farò oggi pomeriggio. Vengo da un finale di stagione con tante partite sul cemento indoor, quindi spero di non fare fatica ad ambientarmi alla situazione del campo”.

Musetti è un giocatore diverso: “Sono cresciuto tanto fisicamente rispetto a due o tre anni fa e ho molta più esperienza, soprattutto quest’anno che è stato il primo tutto a livello ATP. Ovviamente ci saranno grandi attenzioni e aspettative sui miei match e sul risultato che otterrò qua, ma credo che il pubblico si sentirà e mi farà molto piacere sentire il tifo. Spero che questo non diventi un peso, ecco. Non lo credo, non è la prima volta che gioco in Italia”.

Sulla regola del coaching: “Credo sia molto utile, anche perché non vedo il motivo per cui sia permesso nel circuito WTA mentre noi non abbiamo questa regola. Credo che sia giusto sperimentarlo, giusta l’eliminazione delle cuffie che secondo me rendeva un po’ più di tendenza, di moda la figura del coaching. È giusto in questa modalità, quindi non solo con segnali con le mani o urlando altrimenti si crea solo confusione, e in genere facilitare il coaching, perché ormai in tutti gli sport c’è questa funzione e credo vada anche a migliorare il livello del tennis. È una delle mie regole preferite e spero di poterci giocare anche nell’ATP. A livello junior avevamo già sperimentato questa regola insieme a quella del no-let in battuta che però non mi era piaciuta. Credo di poter parlare a nome di tutti dicendo che è molto utile”.

Foto: © e-motion/Bildagentur Zolles KG/Christian Hofer

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