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Basket: ufficiale la nomina di Steve Kerr come nuovo allenatore di Team USA
Oramai era solo l’ufficialità a mancare, ma adesso è arrivata anche quella: Steve Kerr è ufficialmente il successore di Gregg Popovich, del quale era già vice, sulla panchina di Team USA. E lo sarà per tutto il ciclo 2022-2024, cioè per i Mondiali del 2023 e per le Olimpiadi di Parigi.
Queste le prime parole del diretto interessato: “Sono incredibilmente onorato di rappresentare il nostro Paese come capo allenatore del team nazionale maschile di USA Basketball. E’ un’opportunità esaltante e sono emozionato per la sfida. Chiaramente devo ringraziare molte persone, in particolare Grant Hill, Jim Tooley e Sean Ford di USA Basketball, e naturalmente Gregg Popovich e Jerry Colangelo, che mi hanno dato l’opportunità di essere assistente allenatore nel più recente staff USA”.
E ancora: “Sono ben più che entusiasta di lavorare con tre coach di cui ho enorme rispetto, cioè Erik Spoelstra, Monty Williams e Mark Few. Allenare Team USA è una grande responsabilità, che chiama a raccolta uno sforzo di gruppo con un team di coach che si impegna per la squadra, per l’obiettivo e per l’un l’altro. Non potrei chiedere un miglior gruppo di personalità individuali di alto livello per aiutarmi a guidare la nostra squadra nazionale. Il nostro obiettivo, chiaramente, è di vincere e rendere la nostra nazione orgogliosa. Lavoreremo duro per farlo“.
L’allenatore dei Golden State Warriors, che è tale dal 2014, ha raccolto, dall’inizio di questa era, dati impressionanti: un record di 376-171 in regular season, cioè il 68.7% in percentuale di vittorie, e di 77-28 nei playoff (73.3%) nelle cinque apparizioni della franchigia. Tre gli anelli, cinque le NBA Finals consecutive, ed è lui l’uomo che ha guidato Golden State al record di 73-9 in stagione regolare nell’annata 2015-2016. Oltre che, naturalmente, a tre anelli NBA da aggiungere ai cinque conquistati da giocatore. Sono soltanto quattro gli altri ad aver vinto sia in campo che in panchina: Phil Jackson, KC Jones, Tommy Heinsohn, Bill Russell.
Foto: LaPresse