Combinata nordica
Combinata nordica, via alla Coppa del Mondo femminile. Gyda Westvold Hansen la donna da battere, Annika Sieff guida le azzurre
Venerdì 3 dicembre Lillehammer terrà a battesimo la II edizione della Coppa del Mondo femminile di combinata nordica, che però può tranquillamente essere considerata la prima vera stagione di vita del circuito maggiore. Infatti nel 2020-21 la Sfera di cristallo è stata assegnata in maniera farsesca sulla base di una gara secca, in barba persino agli stessi regolamenti della Fis, i quali impongono di tenere almeno tre competizioni per dare valore a una classifica generale.
Le problematiche generate dalla pandemia hanno portato alla cancellazione di tutte le quattro prove inizialmente in programma, nonché di due recuperi. Così, per evitare la figuraccia di dover annullare l’edizione inaugurale, la Federazione Internazionale ha optato per derogare il proprio statuto, a dimostrazione di quanto la Fis coccoli la neonata disciplina, destinata a diventare olimpica a partire da Milano-Cortina 2026.
La statunitense Tara Geraghty-Moats dovrebbe ringraziare sentitamente, poiché ha ricevuto la Sfera di cristallo in virtù del successo nella gara di Ramsau, passando alla storia come la prima atleta di sempre a imporsi nella classifica generale della versione rosa della disciplina. La ventottenne americana, però, non ha toccato palla ai Mondiali di Oberstdorf e, rendendosi conto di faticare oltremodo contro le giovanissime avversarie, ha preferito tornare al primo amore agonistico, ovvero il biathlon, abbandonando quindi la combinata nordica. Con la veterana del Vermont in altre faccende affaccendata, non mancheranno comunque le ragazze da tenere d’occhio nel 2021-22, che si spera possa avere una vera e propria Coppa del Mondo e non una parodia della stessa.
I presupposti ci sono tutti, perché il calendario prevede 9 gare individuali in sei differenti località, con inizio a dicembre e conclusone a marzo. La grande favorita per conquistare la Sfera di cristallo è indubbiamente Gyda Westvold Hansen, diciannovenne norvegese vincitrice dell’oro iridato a Oberstdorf. La scandinava è in grado di eccellere nel salto e di tenere botta alle migliori sugli sci stretti, risultando quindi difficilissima da battere. In casa Norvegia occhio anche alle sorelle Leinan Lund. Non sono al livello della caposquadra, ma l’hanno accompagnata sul podio dei Mondiali 2021. La maggiore, Mari, ha 22 anni ed è forse la più solida delle due. È però la minore, la ventenne Marte, ad avere il potenziale più alto, a patto di trovare stabilità sul trampolino (fatto sinora riuscitole raramente).
A dispetto della tripletta iridata, la combinata nordica femminile non è proprietà della Norvegia. Un’altra nazione di vertice è indubbiamente l’Austria, a sua volta forte di un tridente invidiabile. La diciottenne Lisa Hirner è indicata da tempo come una potenziale rivale di Westvold Hansen, rispetto alla quale paga ancora leggermente dazio in ambo le componenti. L’altra classe 2003 Annalena Slamik eccelle nel salto, ma soffre nel fondo. Al contrario, la diciassettenne Sigrun Kleinrath non teme confronti sugli sci, ma deve crescere di colpi sul trampolino.
La principale avversaria di Westvold Hansen dovrebbe però essere la ventunenne nipponica Anju Nakamura, a patto di contenere i danni rispetto alla scandinava nel salto. Se dovesse riuscirci, poi potrebbe persino risultare superiore alla norvegese nel fondo. Restando in Giappone, bisogna sottolineare come sino a un paio di inverni orsono Ayane Miyazaki fosse la più quotata in assoluto. La diciannovenne asiatica ha però faticato nell’ultimo biennio, senza più riproporsi ai piani alti delle classifiche. Se dovesse essere recuperata, allora il Paese del Sol levante avrebbe due carte da primissime posizioni.
Il medesimo discorso fatto per Miyazaki vale anche per la tedesca Jenny Nowak, classe 2002 che a livello junior era in grado di sfidare ad armi pari le Westvold Hansen e le Nakamura. La sassone è però stata risucchiata dalla crisi generalizzata del settore femminile teutonico, calato inaspettatamente e improvvisamente di livello sia in ambito salto che in ambito combinata. A proposito di Germania e di specialiste, la veterana Svenja Würth, in passato salita sul podio proprio nella Coppa del Mondo di salto, ha tentato una nuova avventura. Sinora ha fatto flop, ma è l’intero sistema teutonico a essere in enorme sofferenza. Se il movimento schwarz-rot-gold dovesse ritornare in bolla, allora l’esperta ventottenne di Baiersbronn potrebbe spostare gli equilibri sul trampolino e cambiare completamente le regole del gioco. È un grande “se”, ma va tenuto in considerazione, così come va tenuta in considerazione la slovena Ema Volavsek, classe 2002 reduce da gare estive impressionanti. Saprà confermarsi anche sulla neve? A breve il responso.
Last, but not least, l’Italia, a tutti gli effetti Paese di vertice della disciplina. Già, perché il movimento azzurro potrebbe, in linea teorica, contare su tre ragazze di altissimo livello, a cominciare da Annika Sieff. La diciottenne trentina non teme confronti nel salto, dove è anzi una delle migliori in assoluto nel panorama della combinata. Addirittura in autunno si era valutata l’ipotesi di farla diventare momentaneamente una specialista, con l’obiettivo di provare a partecipare ai Giochi olimpici di Pechino 2022. Alcuni addetti ai lavori, infatti, la ritenevano seconda solo a Lara Malsiner nel contesto azzurro. Cionondimeno, si è saggiamente deciso di non stravolgere il percorso di crescita della teenager di Varena, che parte con l’ambizione di chiudere la classifica generale di Coppa del Mondo nelle prime sei posizioni. Sieff ha il potenziale per frequentare regolarmente i quartieri nobili delle classifiche, salendo anche sul podio nelle giornate in cui saprà esprimersi al top sul trampolino e difendersi al meglio nel fondo. Ad affiancare la trentina, ci potrebbero essere altre due punte, ammesso e non concesso che il fisico le possa sostenere. In rigoroso ordine alfabetico citiamo per prima Daniela Dejori, diciannovenne gardenese che potrebbe garantire con costanza piazzamenti nella top-ten. Si è però utilizzato il condizionale in quanto l’altoatesina ha vissuto un’estate difficile, durante la quale ha dovuto fare i conti una sequenza di inghippi atletici non banali. La sua condizione è quindi un’incognita da verificare sul campo e non possono essere effettuate previsioni in merito alla sua reale competitività. Sarà della partita, inoltre, Veronica Gianmoena, più navigata rispetto alle compagne di squadra. La ventiseienne trentina, ex saltatrice, potrebbe a sua volta stanziarsi a ripetizione nella top-ten. Nel suo caso, però, il grosso punto interrogativo è rappresentato dal fatto di essere reduce da un grave infortunio che l’ha costretta a rinunciare ai Mondiali di Oberstdorf. Anche il suo livello effettivo andrà riscontrato in pista e non bisognerà restare delusi se non dovesse ottenere i medesimi risultati del passato, in quanto l’inverno 2021-22 potrebbe essere quello della transizione verso un pieno recupero.
Infine, l’Italia avrebbe potuto avere a disposizione anche una quarta ragazza, ovvero Lena Prinoth, gardenese classe 2003. Purtroppo un rilevante problema di salute sembra aver compromesso la sua stagione. Dietro al citato quartetto ci sono diverse giovanissime ancora alle prime armi, delle quali è prematuro parlare, poiché è impossibile prevedere quale possa essere il loro percorso agonistico.
Foto: La Presse