Formula 1
F1, contraddizioni nella sentenza della FIA contro Max Verstappen a Jeddah
La confusione regna sovrana. Il GP dell’Arabia Saudita, da un certo punto di vista, potrebbe essere definito quello del caos. Sì, perché gli episodi che l’hanno caratterizzato sono stati alquanto controversi. In un contesto nel quale Max Verstappen e Lewis Hamilton hanno offerto uno spettacolo a metà tra l’antisportivo e l’appassionante, la Race Direction ci ha messo lo zampino a sua volta.
La gestione di Michael Masi è stata a dir poco problematica per tempi e modi e la sensazione più che concreta è che la corsa sia scappata dalle mani da quella bandiera rossa al giro n.9 per l’incidente di Mick Schumacher (Haas). In questo contesto a dir poco turbolento, a rimetterci in termini di secondi accumulati è stato Verstappen.
Alla fine della fiera l’olandese ha collezionato 15″ di penalità (+3 punti sulla patente) per il taglio in curva-1 e l’episodio del tamponamento con Hamilton. Legato a quest’ultimo aspetto ci sono delle contraddizioni nel sentenza emessa dalla FIA che destano perplessità dal momento che Lewis ne è uscito ‘immacolato’ pur essendo stato lui a tamponare la monoposto.
Nella nota della Federazione si legge quanto segue: “Alla curva 21 è stato detto a Max di restituire la posizione e dal team è arrivata l’indicazione di farlo strategicamente. Così il n.33 ha rallentato significativamente alla curva 26, ma era ovvio che nessuno dei due volesse prendere il comando prima del detection point della terza zona DRS“. Da questa affermazione si deduce che gli Stewards abbiano compreso come anche Hamilton, pur avendo l’opportunità di superare, volutamente non l’abbia fatto e questo comportamento sia stato valutato perfettamente legittimo. Giusto così?
Altro passaggio interessante è questo: “Verstappen ha dichiarato che si chiedeva come mai Hamilton non l’avesse già superato, e il campione britannico ha detto che, non essendo a conoscenza delle intenzioni dell’altro pilota, non ha capito come mai stesse rallentando improvvisamente“. In realtà a Hamilton era stato comunicato il fatto che Max gli avrebbe dato la posizione, solo che per una cattiva comunicazione a quanto pare si sia generata confusione. Trattasi però di responsabilità di Mercedes e del pilota. Può essere questa una giustificazione per tamponare un’altra monoposto?
A detta dei commissari è stata l’importante decelerazione a causare l’incidente, scagionando Hamilton da qualunque responsabilità. Restano però degli aspetti che non convincono per quanto detto.
Foto: LPS