Formula 1
F1, il Mondiale si deciderà all’ultima gara: tutti i precedenti del passato
Il Mondiale di Formula Uno 2021 verrà deciso all’ultima gara, degno epilogo di una stagione in cui abbiamo assistito a un perenne tira e molla tra Max Verstappen e Lewis Hamilton, destinati appunto a giocarsi il titolo nell’atto finale di Abu Dhabi. Non siamo più abituati a questa situazione, poiché ultimamente il campionato veniva chiuso matematicamente in anticipo. Non capitava, infatti, dal 2016 di vedere un ultimo Gran Premio decisivo per stabilire il Campione. Un lustro fa, i contendenti erano lo stesso Hamilton e Nico Rosberg, che alfine ebbe la meglio sul compagno di squadra. Già, perché cinque anni orsono la partita era un affare di famiglia in casa Mercedes. Per trovare un ultimo GP con gli sfidanti appartenenti a due team differenti si deve risalire addirittura al 2012, quando a Interlagos arrivarono in piena bagarre Sebastian Vettel (Red Bull) e Fernando Alonso (Ferrari). Ebbene, quella ormai prossima a chiudersi è la 72ma edizione del Mondiale di Formula Uno e sarà la 30ma a essere decisa dal Gran Premio finale.
1950 – FARINA Nino [Alfa Romeo]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP D’ITALIA
26 FANGIO Juan Manuel (Alfa Romeo)
24 FAGIOLI Luigi (Alfa Romeo)
22 FARINA Nino (Alfa Romeo)
ANALISI
Contano per il Mondiale solo quattro risultati. Fangio e Farina ne hanno tre, al contrario di Fagioli che invece è già a quota quattro. Dunque tutti i punti ottenuti a Monza da Fangio e Farina verranno conteggiati nel totale. Fagioli, invece, può incrementare il suo bottino al massimo di tre punti.
La possibilità di guida condivisa amplia il numero di possibilità in tema di risultati e di ex aequo. Nel complesso FANGIO si può permettere di cedere 3 punti a FARINA. Quest’ultimo deve invece guadagnarne 5 per avere la certezza del titolo. Dal canto suo FAGIOLI si può laureare Campione solo vincendo la gara con il giro più veloce, a patto che Fangio non marchi alcun punto e Farina non chiuda secondo. Fagioli è infatti arrivato quattro volte secondo e ha meno margine dei due rivali.
ANDAMENTO DELLA GARA
Farina prende il comando seguito dalla Ferrari di Ascari, mentre Fangio si installa in terza posizione. Al 22° passaggio Ascari si ritira per la rottura del motore, ma Fangio viene sorpassato dall’Alfa Romeo di Taruffi. Due giri dopo sulla vettura di Fangio si rompe il cambio. L’argentino sale allora a bordo proprio della vettura di Taruffi, conscio che in caso di successo di Farina, avrebbe dovuto chiudere giocoforza 2° realizzando il giro più veloce in gara (nel qual caso, i due avrebbero chiuso a 30 punti pari, ma l’argentino si sarebbe laureato Campione grazie ai migliori piazzamenti). Al 34° giro però nuovo ritiro di Fangio, sulla cui auto si rompe il motore. Farina rimane in testa sino al traguardo e vince il Mondiale. Fagioli si piazza terzo, senza però mai essere un fattore.
1951 – FANGIO Juan Manuel [Alfa Romeo]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI SPAGNA
27 (28) FANGIO Juan Manuel (Alfa Romeo)
25 ASCARI Alberto (Ferrari)
21 GONZALEZ José Froilan (Ferrari)
ANALISI
Il Gran Premio di Spagna è di fatto uno spareggio tra FANGIO e ASCARI, entrambi padroni del proprio destino. Chi vince la gara vince il titolo, indipendentemente da chi realizza il giro di veloce e del piazzamento dell’altro. GONZALEZ invece è obbligato a vincere con il giro più veloce, sperando che Fangio non incrementi il suo punteggio e Ascari non incrementi il suo punteggio di più di 2 punti (in pratica non arrivi secondo).
ANDAMENTO DELLA GARA
Ascari, partito dalla pole position, si pone in testa davanti a Farina e Fangio, che però prende il comando già al 4° giro. Le Ferrari si dimostrano infatti in grande difficoltà a causa della scelta degli pneumatici. Le Alfa Romeo optano per usare cerchioni da 18 pollici, mentre le Ferrari decidono per quelli da 16. Le vetture del Cavalino Rampante sono costrette a fermarsi ripetutamente ai box proprio a causa della loro scelta. Fangio domina e vince con il giro più veloce, precedendo di quasi un minuto Gonzalez, mentre Ascari non va oltre il quarto posto, a due giri.
1956 – FANGIO Juan Manuel [Ferrari]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP D’ITALIA
30 FANGIO Juan Manuel (Ferrari)
22 COLLINS Peter (Ferrari)
ANALISI
FANGIO è favorito, ma COLLINS può ancora ribaltare la situazione. Se il britannico dovesse vincere realizzando il giro più veloce, l’argentino sarebbe obbligato ad arrivare secondo. Invece, se Collins dovesse vincere senza giro più veloce, Fangio dovrebbe arrivare secondo, oppure terzo con il giro più veloce.
ANDAMENTO DELLA GARA
Stirling Moss (Maserati) si pone rapidamente al comando seguito da Henry Schell (Vanwall), mentre le Ferrari di Juan Manuel Fangio e Peter Collins si installano in terza e quarta piazza. Il britannico deve peraltro effettuare una sosta ai box all’11° giro e perde posizioni. La situazione di Fangio appare tranquilla, ma al 17° passaggio si deve ritirare per la rottura dello sterzo. Collins è quinto, ma successivamente ritiri di Schell e Behra lo portano in terza posizione dietro a Moss e all’altra Ferrari di Musso. Mancano ancora 20 tornate e, allo scopo di non far correre rischi a Fangio, viene ordinato a Musso di fermarsi per cedere la vettura all’argentino. Il pilota italiano però si rifiuta e al box Ferrari si genera una violenta lite tra il DS Enrico Sculati stesso e il “manager” di Fangio Marcello Giambertone. Sculati abbandona addirittura il box e Giambertone prende le redini della situazione, chiedendo a Collins di cedere la sua monoposto a Fangio, rinunciando di fatto a ogni residua possibilità di vincere il titolo. Il britannico, da gentleman, accetta ponendo fine alla contesa iridata.
1958 – HAWTHORN Mike [Ferrari]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI MAROCCO
40 (43) HAWTHORN Mike (Ferrari)
32 MOSS Stirling (Vanwall)
ANALISI
HAWTHORN è favorito, ma MOSS può ancora ribaltare la situazione. Se il pilota della Vanwall dovesse vincere realizzando il giro più veloce, quello della Ferrari sarebbe obbligato ad arrivare secondo. Invece, se Moss dovesse vincere senza giro più veloce, Hawthorn dovrebbe arrivare secondo, oppure terzo con il giro più veloce.
ANDAMENTO DELLA GARA
Moss va subito in fuga seguito a debita distanza dalla Ferrari di Phil Hill, mentre l’altra Vanwall di Tony Brooks e la Ferrari di Mike Hawthorn sono in bagarre per il terzo posto. Al 30° giro Brooks rompe il motore, lasciando le due Ferrari in seconda e terza posizione. In questo modo il Cavallino Rampante può effettuare il gioco di squadra, scambiando le posizioni dei due piloti. Moss vince con il giro veloce, ma il secondo posto di Hawthorn è sufficiente per garantirgli il Mondiale.
1959 – BRABHAM Jack [Cooper-Climax]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEGLI USA
31 BRABHAM Jack (Cooper)
25½ MOSS Stirling (Cooper/Brm)
24 BROOKS Tony (Ferrari)
ANALISI
BRABHAM è Campione se
– Vince
– Arriva secondo con GPV
– Arriva secondo senza GPV e nessuno tra Moss e Brooks vince con GPV
– Arriva terzo con GPV e nessuno tra Moss e Brooks vince
– Arriva terzo senza GPV o non sale sul podio e nessuno tra Moss e Brooks vince o arriva secondo con GPV
MOSS è Campione se
– Vince con GPV
– Vince senza GPV e Brabham non arriva secondo con GPV
– Arriva secondo con GPV, Brabham è alle sue spalle e Brooks non vince
BROOKS è Campione se
– Vince con GPV (+9 pts -> Totale 33)
– Vince senza GPV (+8 pts -> Totale 32) e Brabham non arriva secondo con GPV
– Arriva secondo con GPV (+7 pts -> Totale 31) e sia Brabham che Moss sono alle sue spalle
ANDAMENTO DELLA GARA
Alla partenza Brooks viene tamponato dall’altra Ferrari di Von Trips, vedendosi costretto a una lunga sosta ai box che di fatto lo pone fuori gara. Moss, partito dalla pole position, si pone al comando e prova ad andare in fuga, ma si ritira dopo soli cinque giri a causa della rottura della trasmissione. A questo punto Brabham è virtualmente già Campione. L’australiano rimane in testa sino a 400 metri dal traguardo, quando termina la benzina. Scende e spinge la sua vettura a braccia sino alla bandiera a scacchi, venendo classificato quarto.
1962 – HILL Graham [Brm]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL SUDAFRICA
39 (43) HILL Graham (Brm)
30 CLARK Jim (Lotus)
ANALISI
CLARK è ancora padrone del proprio destino. Infatti, vincendo il GP del Sudafrica si laureerebbe Campione del Mondo indipendentemente dal piazzamento di HILL. Questo perché contano i migliori cinque risultati e lo scozzese ha marcato punti solo 4 volte (tre vittorie e un quarto posto). L’inglese invece ha già all’attivo tre vittorie e due seconde piazze. Un ulteriore secondo posto in Sudafrica gli sarebbe quindi inutile, poiché verrebbe scartato.
ANDAMENTO DELLA GARA
Clark parte dalla pole position e si pone al comando, restando saldamente al comando sino al 63° giro, quando si deve ritirare a causa di una perdita d’olio. In questo modo il titolo va a Hill, che per di più vince anche la gara.
1964 – SURTEES John [Ferrari]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL MESSICO
39 (41) HILL Graham (Brm)
34 SURTEES John (Ferrari)
30 CLARK Jim (Lotus)
ANALISI
HILL è Campione se
– Vince
– Arriva secondo e Surtees non vince
– Arriva terzo e Surtees non vince
– Non sale sul podio, Surtees non arriva tra i primi due e Clark non vince
SURTEES è Campione se
– Vince
– Arriva secondo e Hill non sale sul podio
CLARK è Campione se
– Vince, Hill non sale sul podio e Surtees non arriva secondo
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Clark realizza la pole position, Surtees è quarto, mentre Hill è sesto. Alla partenza Clark si pone al comando, mentre Hill e Surtees scattano male, retrocedendo rispettivamente al decimo e al tredicesimo posto. I due cominciano prontamente a rimontare e al 12° giro Hill è terzo, posizione che gli varrebbe il titolo, in quanto Surtees è alle sue spalle. Al 31° giro Hill viene però tamponato dalla Ferrari di Bandini, con cui è in bagarre. L’inglese vede danneggiati i suoi scarichi ed è costretto a una lunga sosta ai box, dalla quale riparte senza però avere alcuna chance di essere competitivo. La situazione si cristallizza, Clark comanda davanti alla Brabahm di Dan Gurney e alle due Ferrari di Bandini e Surtees. Al terz’ultimo giro si verifica però un clamoroso colpo di scena: Clark rallenta vistosamente a causa di un problema al suo motore. A questo punto la Ferrari capisce che Surtees può vincere il titolo, ma è necessario scambiare le posizioni dei piloti. Il box Ferrari segnala freneticamente a Bandini di rallentare proprio in occasione dell’ultimo passaggio prima della tornata conclusiva. L’italiano capisce e, proprio nel corso dell’ultimo giro, lascia la seconda posizione a Surtees, che si laurea così Campione.
1967 – HULME Denis [Brabham-Repco]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL MESSICO
47 HULME Denis (Brabham)
42 BRABHAM Jack (Brabham)
ANALISI
A HULME è sufficiente arrivare tra i primi quattro per mettere matematicamente fuori gioco BRABHAM, il quale è invece obbligato a vincere sperando che il compagno di squadra non marchi più di 2 punti. Un secondo posto sarebbe infatti inutile per il pilota-costruttore, che scarterebbe la quinta posizione del GP degli USA, salendo a 46.
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Brabham e Hulme sono rispettivamente quinto e sesto. Hulme parte male, è ottavo alla fine del primo giro, ma rimonta rapidamente e al dodicesimo passaggio è già quinto con Brabham davanti a lui. Hulme può gestire la situazione e si laurea Campione del Mondo. Vince Jim Clark (Lotus) davanti appunto a Brabham e Hulme.
1968 – HILL Graham [Lotus-Ford]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL MESSICO
39 HILL Graham (Lotus)
36 STEWART Jackie (Matra)
33 HULME Denis (McLaren)
ANALISI
HILL è Campione se
– Vince
– Arriva secondo o terzo (45/43) e Stewart non vince
– Arriva quarto o quinto (42/41), Stewart non arriva tra i primi due e Hulme non vince
– Arriva sesto (40), Stewart non sale sul podio e Hulme non vince
– Non marca punti, Stewart non arriva tra i primi quattro e Hulme non arriva tra i primi due
STEWART è Campione se
– Vince (45) e Hill non sale sul podio
– Arriva secondo (42), Hill non sale sul podio e Hulme non vince
– Arriva terzo (40), Hill non arriva tra i primi cinque e Hulme non vince
– Arriva quarto (39), Hill non marca punti e Hulme non vince
HULME è Campione se
– Vince (42) e Hill non sale sul podio
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Hill realizza il terzo tempo, Hulme il quarto e Stewart il settimo. Hill parte benissimo e si pone al comando davanti a Stewart. I due ingaggiano una lotta per la leadership. Lo scozzese sorpassa l’inglese al 5° giro, ma il londinese effettua il contro sorpasso alla 9^ tornata. Nel frattempo Hulme, quarto, si deve ritirare all’11° passaggio a causa della rottura della sospensione posteriore. A questo punto Jo Siffert, sulla seconda Lotus, sale in cattedra. Lo svizzero sorpassa Stewart al 17° giro e Hill al 22°, ponendosi al comando. L’elvetico però sprofonda in classifica quando si deve fermare lungamente ai box per far riparare l’acceleratore. Hill e Stewart restano primo e secondo fino al 50° giro, quando sulla vettura dello scozzese si verificano una serie di problemi che lo rallentano irreparabilmente. Hill ha la strada spianata verso la vittoria e il titolo
1974 – FITTIPALDI Emerson [McLaren-Ford]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEGLI USA
52 FITTIPALDI Emerson (McLaren)
52 REGAZZONI Clay (Ferrari)
45 SCHECKTER Jody (Tyrrell)
ANALISI
FITTIPALDI è Campione se
– Arriva nei primi quattro davanti a Regazzoni
– Arriva quinto o sesto, davanti a Regazzoni e Scheckter non vince
– Non marca punti, non ne marca neanche Regazzoni, Scheckter non vince
REGAZZONI è Campione se
– Arriva nei primi quattro davanti a Fittipaldi
– Arriva quinto o sesto, davanti a Fittipaldi, Scheckter non vince
SCHECKTER è Campione se
– Vince, Fittipaldi non arriva nei primi cinque e Regazzoni non arriva tra i primi quattro
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica i tre pretendenti al titolo sono tutti lontani dalle primissime posizioni. Scheckter è sesto, Fittipaldi ottavo e Regazzoni nono. Dopo la partenza, si ritrovano invece rispettivamente quinto, sesto e settimo, ma Regazzoni retrocede rapidamente al nono posto. Dopodiché crolla tra il 13° e il 15° passaggio a causa di un’usura anomala delle gomme e di un ammortizzatore difettoso. Lo svizzero sprofonda nelle retrovie. Fittipaldi si accontenta di seguire Scheckter fino a quando il sudafricano non si ritira per un problema meccanico. Il brasiliano chiude 4° e si laurea Campione del Mondo, mentre Regazzoni si classifica 8°.
1976 – HUNT James [McLaren-Ford]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL GIAPPONE
68 LAUDA Niki (Ferrari)
65 HUNT James (McLaren)
ANALISI
LAUDA è Campione se
– Vince
– Arriva secondo o terzo (74/72) e Hunt non vince
– Arriva quarto o quinto (71/70) e Hunt non arriva tra i primi due
– Arriva sesto (69) e Hunt non sale sul podio.
– Non marca punti e Hunt non arriva tra i primi quattro.
HUNT è Campione se
– Vince
– Arriva secondo (71) e Lauda non sale sul podio
– Arriva terzo (69) e Lauda non arriva tra i primi cinque
– Arriva quarto (68) e Lauda non marca punti
ANDAMENTO DELLA GARA (73 GIRI)
In qualifica Hunt è secondo e Lauda terzo. Domenica sul circuito del Fuji diluvia e la partenza viene ritardata. I piloti discutono il da farsi, con Fittipaldi e Lauda decisi a non gareggiare. Gli organizzatori spingono affinché si parta comunque, mentre tra le squadre le sole favorevoli al regolare svolgimento del GP sono March, Surtees e Shadow. Bernie Ecclestone, promoter della gara e al tempo stesso presidente della F1CA, propone un compromesso, ovvero che il GP abbia luogo fuori campionato. La direzione gara però è inflessibile e dopo un’ora e mezzo di discussioni viene dato l’annuncio della partenza. Al via Hunt si pone immediatamente al comando, mentre Lauda viene superato da tanti avversari. L’austriaco rientra ai box alla fine del secondo giro, ritenendo che i rischi siano eccessivi. Si ritira, quindi, volontariamente. Anche Fittipaldi prende la stessa decisione qualche minuto dopo. A questo punto è però chiaro come ad Hunt sia sufficiente giungere tra i primi quattro per laurearsi Campione. La pioggia cessa e l’asfalto si asciuga progressivamente. Il britannico resta al comando sino al 62° giro, quando viene sorpassato sia da Depailler che da Andretti. Hunt vanta comunque quaranta secondi di vantaggio sul quarto e appare tranquillo. Tuttavia al quint’ultimo passaggio si verifica un clamoroso colpo di scena. L’inglese rientra ai box con uno pneumatico sgonfio. Cambiate le gomme riparte, ma è scivolato in quinta posizione, seppur a pochi secondi dal gruppetto composto da Depailler, Regazzoni e Jones che sta lottando per il secondo posto. Al penultimo giro Hunt scavalca Regazzoni e Jones tornando terzo e assicurandosi il titolo! Il britannico però scoprirà di aver vinto il Mondiale solo una volta arrivato ai box.
1981 – PIQUET Nelson [Brabham-Ford]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI LAS VEGAS
49 REUTEMANN Carlos (Williams)
48 PIQUET Nelson (Brabham)
43 LAFFITTE Jacques (Ligier)
ANALISI
REUTEMANN è Campione se
– Vince
– Arriva secondo o terzo (55/53) davanti a Piquet
– Arriva quarto, quinto o sesto (52/51/50) davanti a Piquet e Laffitte non vince
– Non marca punti, non ne marca neanche Piquet e Laffitte non arriva tra i primi due
PIQUET è Campione se
– Vince
– Arriva secondo (54) e Reutemann non vince
– Arriva terzo, quarto, quinto o sesto (52/51/50/49) davanti a Reutemann e Laffitte non vince
LAFFITTE è Campione se
– Vince (52), Reutemann non sale sul podio e Piquet non arriva secondo
– Arriva secondo (49) e nessuno tra Reutemann e Piquet marca punti.
ANDAMENTO DELLA GARA (75 GIRI)
In qualifica Reutemann realizza la pole position, mentre Piquet, peraltro sofferente di dolori alla cervicale, è quarto. Laffitte è mestamente dodicesimo. Sia l’argentino che il brasiliano partono male, al contrario del francese, il quale è invece un missile. Dopo la bagarre iniziale comanda Jones, davanti a Prost, Villeneuve e Giacomelli. Laffitte è quinto, Reutemann settimo e Piquet ottavo. L’argentino è costantemente minacciato dal brasiliano, che riesce a sorpassarlo al 18° giro. Reutemann cede anche ad Andretti (Alfa Romeo), scivolando al nono posto, andando a chiudere un trenino di ben sette vetture guidato da Villeneuve, che occupa la terza posizione! Al 22° passaggio Piquet sorpassa Watson ed entra in zona punti, diventando virtualmente campione. Nella tornata successiva Laffitte scavalca Giacomelli e, quasi contemporaneamente, Villeneuve si ritira per un problema all’iniezione. Come se non bastasse Andretti supera Piquet. A un terzo della distanza Jones è saldamente al comando con quindici secondi di vantaggio su Prost e una quarantina su Laffitte, seguito a breve distanza da Giacomelli, Andretti, Piquet, Watson e Reutemann.
Al 27° giro Giacomelli finisce in testacoda e riparte decimo. Alla 29ma tornata Watson si ferma ai box per cambiare pneumatici. Brutto segno per chi monta le Michelin, che sembrano soffrire il degrado più delle Goodyear. Al 30° passaggio Andretti si ritira a causa della rottura di una sospensione. A questo punto Laffitte è terzo con 8 secondi di vantaggio su Piquet, il quale ne ha a sua volta 12 su Reutemann.
Al 32° giro Reutemann, palesemente in difficoltà a causa di sospensioni troppo dure, viene sorpassato anche da Mansell. Subito dopo Prost è costretto a cambiare gomme, poiché anche lui è vittima dell’usura eccessiva dei Michelin. Riparte sesto, ma comincia a rimontare sugli altri due contendenti. Anche Laffitte monta Michelin, ma prosegue. Si tratta di un errore, perché le sue gomme crollano. Tra 45° e il 52° giro perde svariate posizioni e solo allora decide di cambiarle. Ritorna in pista ottavo, ormai fuorigioco dalla corsa al titolo. Nel frattempo Piquet viene sorpassato da Mansell e Giacomelli, restando comunque in quinta posizione, piazzamento sufficiente per vincere il Mondiale, in quanto Reutemann è dietro di lui. Il brasiliano però è in enorme sofferenza fisica, sia per i problemi al collo che per il grande caldo. Watson e Laffitte rimontano prepotentemente, mettendo in discussione la sua presenza in zona punti al termine del GP. Cionondimeno Piquet riesce a resistere sino al traguardo, giungendo 5° e laureandosi Campione del Mondo.
1982 – ROSBERG Keke [Williams-Ford]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI LAS VEGAS
42 ROSBERG Keke (Williams)
39 PIRONI Didier (Ferrari)
33 WATSON John (McLaren)
ANALISI
WATSON si può laureare Campione solo vincendo con ROSBERG fuori dalla zona punti.
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Rosberg è sesto e Watson nono. Il finlandese imposta la gara sull’attendismo e la prudenza, senza prendere alcun rischio. Watson rimonta rapidamente sino al terzo posto, ma non ha modo di recuperare su Prost e Alboreto. Il francese soffre a causa degli pneumatici e scivola in classifica. Il britannico della McLaren sale in seconda piazza, risultat comunque inutile anche perché Rosberg chiude quinto e si laurea Campione.
1983 – PIQUET Nelson [Brabham-Bmw]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI SUDAFRICA
57 PROST Alain (Renault)
55 PIQUET Nelson (Brabham)
49 ARNOUX René (Ferrari)
ANALISI
PROST è Campione se
– Vince
– Arriva secondo o terzo (63/61) e Piquet non vince
– Arriva quarto o quinto (60/59) e Piquet non arriva tra i primi due
– Arriva sesto (58), Piquet non arriva sul podio e Arnoux non vince
– Non marca punti, Piquet non arriva tra i primi quattro e Arnoux non vince
PIQUET è Campione se
– Vince
– Arriva secondo (61) e Prost non sale sul podio
– Arriva terzo (59) e Prost non arriva tra i primi cinque
– Arriva quarto (58), Prost non marca punti e Arnoux non vince
ARNOUX è Campione se
– Vince (58), Prost non arriva tra i primi cinque e Piquet non sale sul podio
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Piquet è secondo, Arnoux quarto e Prost quinto. Alla partenza Piquet prende il comando, mentre Prost diventa quarto. Arnoux invece scivola al settimo posto e la sua gara finisce già al 9° giro, a causa di un problema al motore. Nel frattempo Piquet va in fuga, peraltro “coperto” dal compagno di squadra Patrese in seconda posizione. Prost è in bagarre con Lauda per il terzo posto, ma è ormai evidente come solo un problema meccanico possa togliere il titolo a Piquet. Il francese peraltro è costretto a ritirarsi al 36° giro a causa della rottura di una turbina. A questo punto Piquet è conscio che gli è sufficiente chiudere quarto per laurearsi Campione. Il brasiliano gestisce la situazione e taglia il traguardo in terzo, conquistando l’Iride.
1984 – LAUDA Niki [McLaren-TAG Porsche]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL PORTOGALLO
66 LAUDA Niki (McLaren)
62½ PROST Alain (McLaren)
ANALISI
LAUDA è Campione se
– Arriva primo o secondo
– Arriva terzo o quarto (70/69) e Prost non vince
– Arriva quinto o sesto (68/67) e Prost non arriva tra i primi due
– Non marca punti e Prost non sale sul podio
PROST è Campione se
– Vince (71½) e Lauda non arriva secondo
– Arriva secondo (68½) e Lauda non arriva tra i primi quattro
– Arriva terzo (66½) e Lauda non marca punti
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Prost è secondo, mentre Lauda ha problemi e commette un errore, non andando oltre l’undicesimo tempo. Al termine del primo giro il francese è terzo, l’austriaco sempre undicesimo. Tuttavia Prost si sbarazza rapidamente di Mansell e riesce a sorpassare anche Rosberg nel corso del 9° giro. Nel frattempo Lauda è risalito al nono posto dopo aver superato Cheever e Tambay, trovandosi però bloccato dietro alla Toleman di Johansson, che ha un’elevatissima velocità di punta. Grazie a un errore di Warwick e ai problemi al motore di De Angelis, Lauda diventa settimo al 18° passaggio. Nel frattempo Prost è andato in fuga. Alla 27ma tornata Johansson commette un piccolo errore che consente a Lauda di sorpassarlo, guadagnandosi il sesto posto. Nei cinque giri successivi, l’austriaco scavalca Alboreto, Rosberg e Senna, diventando terzo. La seconda posizione, detenuta da Mansell, è però distante 40 secondi. Lauda si getta all’inseguimento del britannico, ma ben presto si rende conto di non poterlo raggiungere a meno di non rischiare seriamente una rottura meccanica. L’austriaco si rassegna quindi a sperare in un guaio di chi lo precede, che si verifica al 52° giro, quando Mansell finisce nella ghiaia a causa di un problema ai freni. A questo punto a Lauda è sufficiente gestire la situazione, giunge sul traguardo secondo e si laurea Campione del Mondo.
1986 – PROST Alain [McLaren – TAG Porsche]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI AUSTRALIA
70 (72) MANSELL Nigel (Williams)
64 (65) PROST Alain (McLaren)
63 PIQUET Nelson (Williams)
ANALISI
Per laurearsi Campione, a MANSELL è sufficiente salire sul podio. In alternativa, se non dovesse classificarsi tra i primi tre, conquisterebbe comunque il titolo se nessuno dei due rivali dovesse vincere la gara. Invece PROST e PIQUET, per arpionare l’Iride, devono vincere sperando che Mansell non si classifichi tra i primi tre.
ANDAMENTO DELLA GARA
Mansell realizza la pole position davanti a Piquet, mentre Prost scatta quarto. Alla fine del primo giro il più efficace è Piquet, che prende il comando davanti a Senna, Rosberg, Mansell e Prost. Senna, alle prese con un motore che non funziona perfettamente, viene ben presto scavalcato da chi lo insegue. Dopodiché Rosberg sorpassa Piquet nel corso del 7° giro, provando ad andare in fuga. Il finlandese sta comunque gareggiando in funzione del compagno di squadra Prost, che all’11° passaggio sorpassa Mansell, raggiungendo poi progressivamente Piquet. Quest’ultimo commette un errore alla 23ma tornata, finendo in testacoda. Riparte, ma è stato sorpassato sia da Prost che da Mansell. La McLaren è quindi nella posizione di effettuare gioco di squadra, ma sarebbe comunque perfettamente inutile perché Mansell è terzo. Al 32° giro Prost tampona leggermente Berger e, credendo di essere vittima di una foratura, rientra ai box per cambiare pneumatici. Vedendo lo stato delle gomme smontate dalla vettura del francese, Patrick Head e Fran Dernie si convincono del fatto che si possa arrivare al traguardo senza effettuare pit-stop per sostituirli. Rosberg a questo punto è ampiamente in testa, con quasi mezzo minuto di vantaggio su Mansell, il quale ha il titolo in pugno. Piquet è terzo, leggermente staccato dal compagno di squadra, mentre Prost è quarto. Alla 45ma tornata Piquet sorpassa Mansell, che comincia a seguirlo come un’ombra. Prost recupera terreno su entrambi, ma Rosberg ha sempre un vantaggio abissale. Il francese però avvicina le Williams e diventa evidente come non sia ancora spacciato nella corsa al titolo. Se dovesse guadagnare il secondo posto, in McLaren potrebbero effettuare gioco di squadra, scambiando le posizioni dei loro piloti. Al contrario la Williams non avrebbe questa possibilità e se Mansell non dovesse sorpassare Piquet, il Mondiale andrebbe a Prost. Al 63° giro si verifica il primo colpo di scena. Rosberg è vittima di una foratura e si ritira. In Williams capiscono che gli pneumatici non possono durare sino a fine gara e preparano il cambio gomme di Mansell, che però alla tornata successiva è vittima di una spettacolare esplosione del pneumatico posteriore sinistro in pieno rettilineo. Il britannico è quindi costretto al ritiro e il box Williams richiama immediatamente Piquet per evitare che subisca la stessa sorte. Mancano 16 giri e Prost ha più di venti secondi di vantaggio sul brasiliano, che si getta all’inseguimento del francese. Prost dovrebbe avere modo di difendersi, ma un problema al suo computer di bordo non gli permette di sapere quanto carburante gli è effettivamente rimasto. Il transalpino deve quindi proseguire “alla cieca”, rischiando di restare senza benzina. Prost arriva però al traguardo e, vincendo la gara, si laurea anche Campione del Mondo!
1994 – SCHUMACHER Michael [Benetton-Ford]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI AUSTRALIA
92 SCHUMACHER Michael (Benetton)
91 HILL Damon (Williams)
ANALISI
SCHUMACHER è Campione se
– Vince
– Arriva secondo o terzo davanti a Hill
– Arriva quarto e Hill non arriva tra i primi due
– Arriva quinto e Hill non sale sul podio
– Arriva sesto e Hill non arriva tra i primi quattro
– Non marca punti e Hill non si classifica tra i primi cinque
HILL è Campione se
– Vince
– Arriva secondo e Schumacher non vince
– Arriva terzo e Schumacher non arriva tra i primi quattro
– Arriva quarto e Schumacher non arriva tra i primi sei
– Arriva quinto e Schumacher non marca punti
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Schumacher è secondo e Hill terzo. Alla partenza entrambi scavalcano il poleman Mansell, ponendosi al primo e secondo posto. Comincia quindi un furioso braccio di ferro, con i due che rimangono vicinissimi anche dopo il primo rifornimento, effettuato in contemporanea al 18° giro. Al 36° passaggio Schumacher commette un errore, finisce largo in una curva e “bacia” il muretto. Torna in pista appena davanti a Hill, che prova a sorpassarlo alla piega successiva. Il tedesco chiude brutalmente la traiettoria e le due monoposto entrano in collisione. La Benetton si solleva da terra e termina la propria corsa contro le protezioni, mentre la Williams sembra poter proseguire. Cionondimeno, un braccio della sospensione anteriore sinistra della vettura di Hill è irrimediabilmente danneggiato. Il britannico si deve ritirare a sua volta e Schumacher si laurea Campione del Mondo.
1996 – HILL Damon [Williams-Renault]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI GIAPPONE
87 HILL Damon (Williams)
78 VILLENEUVE Jacques (Williams)
ANALISI
VILLENEUVE si può laureare Campione solo vincendo con HILL fuori dalla zona punti.
ANDAMENTO DELLA GARA)
In qualifica Villeneuve realizza la pole position, mentre Hill è secondo. Il canadese però scatta malissimo e sprofonda al sesto posto, a differenza del britannico che invece prende il comando. Al 3°giro Hill rischia grosso, poiché Berger prende la sua scia e tenta un attacco azzardato, tamponando leggermente la Williams. Per sua fortuna, l’inglese non subisce nessuna conseguenza, mentre l’austriaco danneggia l’alettone anteriore. Hill va in fuga, mentre Villeneuve sorpassa Irvine all’11° passaggio, diventando quarto. Il canadese però non riesce a guadagnare altro terreno nonostante i suoi sforzi e, per di più, alla 37ma tornata è costretto al ritiro, poiché perde in piena velocità la ruota posteriore destra. Hill, automaticamente Campione del Mondo, va anche a vincere la gara.
1997 – VILLENEUVE Jacques [Williams-Renault]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP D’EUROPA
78 SCHUMACHER Michael (Ferrari)
77 VILLENEUVE Jacques (Williams)
ANALISI
Semplicemente chi arriva davanti tra SCHUMACHER e VILLENEUVE vince il Mondiale. Se nessuno dei due dovesse marcare punti, il titolo andrebbe al tedesco.
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Villeneuve e Schumacher realizzano esattamente lo stesso tempo al millesimo, ma è il canadese a partire dalla pole position, avendo chiuso prima del tedesco il proprio giro migliore. Allo spegnimento dei semafori è però Schumacher a scattare meglio, ponendosi in testa davanti alle Williams di Frentzen e Villeneuve. All’8° giro le due Williams si scambiano di posizione. Dopo il primo pit-stop il canadese raggiunge il tedesco e i due danno vita a un intenso duello, che prosegue anche dopo la seconda sosta. Al 48° passaggio Villeneuve tenta il sorpasso su Schumacher che, sorpreso dalla manovra azzardata dell’avversario, cerca l’incidente. Le due vetture entrano in collisione, ma se la Ferrari risulta irreparabilmente danneggiata, la Williams, seppur ammaccata, può proseguire. Villeneuve si accontenta di gestire la situazione e all’ultimo giro si lascia sorpassare dalle due McLaren, chiudendo terzo e laureandosi Campione del Mondo. Nelle settimane seguenti, la Fia sanziona Schumacher per la sua manovra escludendolo dalla classifica del Mondiale.
1998 – HÄKKINEN Mika [McLaren-Mercedes]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI GIAPPONE
90 HÄKKINEN Mika (McLaren)
86 SCHUMACHER Michael (Ferrari)
ANALISI
HÄKKINEN è Campione se
– Arriva primo o secondo
– Arriva terzo, quarto o quinto (94/93/92) e Schumacher non vince
– Arriva sesto o non marca punti (91/90) e Schumacher non arriva primo o secondo
SCHUMACHER è Campione se
– Vince (96) e Häkkinen non arriva secondo
– Arriva secondo (92) e Häkkinen non si classifica tra i primi cinque
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Schumacher realizza la pole position, mentre Häkkinen è secondo. Al termine del giro di formazione, Trulli spegne la sua Prost sulla griglia. La partenza è abortita e viene effettuato un nuovo secondo giro di formazione, al termine del quale è proprio Schumacher a far spegnere la sua monoposto! Il tedesco è quindi costretto a partire dall’ultima posizione dopo un nuovo giro di formazione. Häkkinen prende il comando davanti alla Ferrari di Irvine, mentre Schumacher si lancia in una disperata rimonta. Il tedesco, partito ventunesimo, è già 12° alla fine del primo giro ed è 7° alla conclusione della quinta tornata. Al 22mo passaggio il Schumacher riesce a risalire sino alla terza piazza, alle spalle appunto di Häkkinen e Irvine. Deve però sperare in un guaio del finlandese. Invece è Schumacher a essere vittima di una disavventura. Al 32° giro il suo pneumatico posteriore destro esplode, probabilmente a causa di un detrito, obbligandolo al ritiro. Häkkinen è automaticamente Campione del Mondo.
1999 – HÄKKINEN Mika [McLaren-Mercedes]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI GIAPPONE
70 IRVINE Eddie (Ferrari)
66 HÄKKINEN Mika (McLaren)
ANALISI
IRVINE è Campione se
– Vince
– Arriva secondo, terzo o quarto (76/74/73) e Häkkinen non vince
– Arriva quinto o sesto (72/71) e Häkkinen non arriva nei primi due
– Non marca punti e Häkkinen non sale sul podio
HÄKKINEN è Campione se
– Vince
– Arriva secondo (72) e Irvine non arriva tra i primi quattro
– Arriva terzo (70) e Irvine non marca punti
ANDAMENTO DELLA GARA
Häkkinen si qualifica secondo, Irvine quinto. Alla partenza Häkkinen riesce nel cruciale compito di superare Schumacher, scattato dalla pole, ponendosi al comando. Irvine, partito meglio di Coulthard e Frentzen, ma superato dal sorprendente Panis è quarto. In testa Häkkinen e Schumacher ingaggiano un furibondo braccio di ferro. Se il tedesco dovesse superare il finlandese, consentirebbe a Irvine di potersi accontentare del quarto posto. Il duello è intenso, ma Häkkinen rimane sempre davanti. Al 17° giro Panis si ritira, promuovendo Irvine in terza piazza. Il nordirlandese successivamente viene scavalcato da Coulthard dopo il primo pit-stop, ma non ha niente da temere da chi lo segue. Dunque è evidente come tutto dipenda dall’esito della sfida tra Häkkinen e Schumacher. Al 35° passaggio Coulthard commette un errore, finisce in testacoda e danneggia la sua vettura. Rientrato ai box, torna in gara quasi doppiato, bloccando ostinatamente Schumacher quando deve prendergli un giro. In questo modo il tedesco perde ogni residua speranza di mettere in difficoltà Häkkinen, che vince gara e titolo, mentre Irvine si piazza terzo.
2003 – SCHUMACHER Michael [Ferrari]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI GIAPPONE
92 SCHUMACHER Michael (Ferrari)
83 RÄIKKÖNEN Kimi (McLaren)
ANALISI
RÄIKKONEN si può laureare Campione solo vincendo con SCHUMACHER fuori dalla zona punti.
ANDAMENTO DELLA GARA
Le qualifiche sono condizionate dal maltempo, così Räikkönen è solo ottavo, mentre Schumacher addirittura quattordicesimo. Il finlandese sale rapidamente in quinta posizione, mentre il tedesco diventa presto decimo. Tuttavia, nel corso del sesto giro si tocca con Sato, danneggiando il proprio alettone anteriore. Schumacher è costretto a rientrare ai box, sprofondando al ventesimo posto. Alla nona tornata Montoya, leader della gara, si ritira per un problema al motore. Dopo la prima salva di pit-stop, Räikkönen si ritrova quarto dietro a Barrichello, Alonso e Coulthard. Lo spagnolo però si ritira al 18° giro, a sua volta tradito dal propulsore. Dopo il suo rifornimento, avvenuto al 25° passaggio, Schumacher è dodicesimo alle spalle del fratello Ralf. In teoria la situazione del tedesco è piuttosto confortevole, ma se Barrichello, saldamente al comando, dovesse avere un problema tecnico, allora Räikkönen si troverebbe la vittoria in pugno, in quanto la McLaren potrebbe facilmente scambiare le posizioni dei due piloti. Schumacher effettua la sua ultima sosta al 37° giro, riuscendo a scavalcare il fratello che si ferma subito dopo. In questo modo entra in zona punti. Incredibilmente alla 40ma tornata Michael Schumacher viene tamponato dal fratello Ralf. Per sua fortuna la Ferrari non subisce alcun danno, a differenza della Williams che deve effettuare una nuova sosta ai box. La situazione non cambia sino al traguardo, Räikkönen chiude secondo e, per di più, Schumacher è ottavo, laureandosi Campione del Mondo.
2006 – ALONSO Fernando [Renault]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL BRASILE
126 ALONSO Fernando (Renault)
116 SCHUMACHER Michael (Ferrari)
ANALISI
SCHUMACHER si può laureare Campione solo vincendo con ALONSO fuori dalla zona punti.
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Schumacher è vittima di un problema all’alimentazione poco prima del Q3, pertanto deve partire dal decimo posto. Alonso scatta invece dalla quarta casella. Lo spagnolo si limita a gestire la situazione per tutta la gara, giungendo secondo senza grossi patemi. Schumacher, risalito al quinto posto dopo otto giri, subisce peraltro una foratura alla nona tornata e si ritrova ventesimo. Da lì comincia una spettacolare rimonta, che lo porta sino alla quarta posizione finale.
2007 – RÄIKKONEN Kimi [Ferrari]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL BRASILE
107 HAMILTON Lewis (McLaren)
103 ALONSO Fernando (McLaren)
100 RÄIKKÖNEN Kimi (Ferrari)
ANALISI
HAMILTON è Campione se
– Arriva primo o secondo
– Arriva terzo, quarto o quinto (113/112/111) e Alonso non vince
– Arriva sesto o settimo (110/109), Alonso non arriva tra i primi due e Räikkönen non vince
– Arriva ottavo (108), Alonso non sale sul podio e Räikkönen non arriva tra i primi due
– Non marca punti, Alonso non arriva tra i primi quattro e Räikkönen non arriva tra i primi due
ALONSO è Campione se
– Vince (113) e Hamilton non arriva secondo
– Arriva secondo (111) e Hamilton non arriva tra i primi cinque
– Arriva terzo (109), Hamilton non arriva tra i primi sette e Räikkönen non vince
– Arriva quarto (108), Hamilton non marca punti e Räikkönen non arriva tra i primi due
RÄIKKÖNEN è Campione se
– Vince (110), Hamilton non arriva tra i primi cinque e Alonso non arriva secondo
– Arriva secondo (108), Hamilton non arriva tra i primi sette e Alonso non sale sul podio
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Hamilton è secondo, Räikkönen terzo e Alonso quarto. Alla partenza le Ferrari scattano meglio di tutti. Massa, in pole, si pone al comando davanti a Räikkönen, mentre Hamilton si vede sorpassato anche da Alonso. Il britannico tenta immediatamente di riprendersi la terza piazza, ma ritarda troppo la frenata e finisce lungo. Quando rientra in pista è ottavo. L’inglese sorpassa quasi subito Trulli e, al 7° giro, sopravanza anche Heidfeld. Tuttavia durante l’8° passaggio si verifica un clamoroso colpo di scena. Il cambio di Hamilton finisce in folle e per trenta secondi la sua vettura procede lentamente! Il britannico riesce a resettare la monoposto, ma nel frattempo è piombato in diciottesima posizione. In testa le Ferrari si dimostrano superiori, prendendo un buon vantaggio su Alonso. Massa è sempre primo, ma è chiaro come sia pronto a cedere il successo a Räikkönen. A questo punto è evidente come tutto dipenda da Hamilton. Se dovesse rimontare fino al quinto posto vincerebbe il titolo, che altrimenti andrà a Räikkönen. Dal canto suo Alonso, impossibilitato a contrastare le Ferrari, adotta una tattica attendista, dovendo sperare che il finlandese abbia un inconveniente e che il compagno di squadra non arrivi nei primi cinque. Hamilton si lancia in un disperato recupero, adottando una strategia a tre soste, ma dopo il primo pit-stop è ancora quattordicesimo. A metà gara il britannico è comunque risalito al nono posto. L’inglese diventa ottavo superando Coulthard al 42° giro, ma durante la seconda tornata di soste la Ferrari scambia le posizioni dei propri piloti. La situazione di Hamilton si fa disperata, essendo virtualmente settimo (Trulli, davanti a lui, deve effettuare ancora una sosta), ma non avendo modo di raggiungere le Bmw di Heidfeld e Kubica, in piena bagarre con la Williams di Rosberg. I tre rischiano l’incidente un paio di volte, ma giungono tutti al traguardo. Räikkönen si laurea così Campione del Mondo, ma non è finita. Alle verifiche tecniche il carburante delle Bmw e delle Williams viene trovato più freddo del consentito, mettendo le vetture a rischio squalifica. Se così dovesse essere, Hamilton diventerebbe quarto e vincerebbe il titolo! Cionondimeno, gli steward decidono di non prendere alcun provvedimento, ritenendo che non vi siano prove di dolo da parte dei due team, confermando così il risultato del Gran Premio. La McLaren fa ricorso, ma l’appello viene rigettato.
2008 – HAMILTON Lewis [McLaren-Mercedes]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL BRASILE
94 HAMILTON Lewis (McLaren)
87 MASSA Felipe (Ferrari)
ANALISI
HAMILTON è Campione se
– Arriva tra i primi cinque
– Arriva sesto o settimo (97/96) e Massa non vince
– Non arriva tra i primi sette (95/94) e Massa non arriva tra i primi due
MASSA è Campione se
– Vince (97) e Hamilton non arriva tra i primi cinque
– Arriva secondo (95) e Hamilton non arriva tra i primi sette
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Massa realizza la pole position, mentre Hamilton è quarto. Il giorno della gara il meteo è incerto e, prima della partenza, un acquazzone bagna la pista. Tutti i piloti di vertice scattano con le intermedie. Allo spegnimento dei semafori Massa e Hamilton mantengono le proprie posizioni. L’asfalto comincia ad asciugarsi ed è evidente come si debba passare alle gomme da asciutto. Hamilton però attende l’11° giro, uno in più di Massa, ritrovandosi così al sesto posto. Infatti il brasiliano riesce a mantenere il comando, ma alle sue spalle si installano Vettel e Alonso, che hanno cambiato pneumatici una tornata prima rispetto al paulista e due rispetto al britannico. Quest’ultimo non solo resta dietro a Räikkönen (fermatosi in contemporanea con lui), ma si vede scavalcato persino da Fisichella, ovvero il primo in assoluto a dotarsi di gomme da asciutto. Hamilton sorpassa l’italiano alla 18ma tornata, ritrovando la quinta posizione necessaria per il titolo. Vettel, peraltro, non ha effettuato rifornimento quando ha cambiato pneumatici a causa di un problema al macchinario necessario per il refueling. Il tedesco quindi dovrà effettuare una sosta in più ed è virtualmente alle spalle di Hamilton. La situazione si cristallizza. I primi tre, Massa, Alonso e Räikkönen, sono sgranati. Hamilton si accontenta di gestire il quarto posto senza avere granché da temere da chi lo insegue. Tuttavia, a una decina di tornate dal termine, comincia a piovere, seppur in maniera poco insistente. I primi cinque si fermano per montare intermedie, al contrario di Glock, che tenta l’azzardo di restare in pista con le gomme da asciutto. In questo modo Hamilton diventa quinto, trovandosi braccato da Vettel. Al terz’ultimo giro il britannico commette un piccolo errore, che permette al tedesco di scavalcarlo. A questo punto il titolo andrebbe a Massa! Per due giri l’inglese tenta in ogni modo di sorpassare Vettel, senza però trovare il varco buono. All’inizio della tornata finale la pioggia aumenta notevolmente e chi non ha cambiato gomme è in grossa difficoltà. Vettel e Hamilton piombano su Glock, ormai lentissimo, e lo sopravanzano all’ultima curva! In questo modo Hamilton recupera la quinta piazza in extremis e si laurea Campione del Mondo.
2010 – VETTEL Sebastian [Red Bull-Renault]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI ABU DHABI
246 ALONSO Fernando (Ferrari)
238 WEBBER Mark (Red Bull)
231 VETTEL Sebastian (Red Bull)
222 HAMILTON Lewis (McLaren)
ANALISI
ALONSO è Campione se
– Arriva primo o secondo
– Arriva terzo o quarto (261/258) e Webber non vince
– Arriva quinto (256) e la gara non viene vinta da uno tra Webber e Vettel
– Arriva sesto (254), Webber non arriva primo o secondo e Vettel non vince
– Arriva settimo od ottavo (252/250), Webber non sale sul podio e Vettel non vince
– Arriva nono (248), Webber non arriva tra i primi quattro e Vettel non arriva tra i primi due
– Arriva decimo (247), Webber non arriva tra i primi cinque e Vettel non arriva tra i primi due
– Non marca punti (246), Webber non arriva tra i primi cinque, Vettel non sale sul podio e Hamilton non vince
WEBBER è Campione se
– Vince (263) e Alonso non arriva secondo
– Arriva secondo (256), Alonso non arriva tra i primi cinque e Vettel non vince
– Arriva terzo (253), Alonso non arriva tra i primi sei e Vettel non vince
– Arriva quarto (250), Alonso non arriva tra i primi otto e Vettel non vince
– Arriva quinto (248), Alonso non arriva tra i primi nove e Vettel non arriva tra i primi due
VETTEL è Campione se
– Vince (256) e Alonso non arriva tra i primi quattro
– Arriva secondo (249), Alonso non arriva tra i primi otto e Webber non arriva tra i primi quattro
– Arriva terzo (246), Alonso non marca punti, Webber non arriva tra i primi cinque e Hamilton non vince
HAMILTON è Campione se
– Vince (247), Alonso non marca punti, Webber non arriva tra i primi sei e Vettel non arriva tra i primi due
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica è Vettel ad aggiudicarsi la pole position, con Hamilton secondo, Alonso terzo e Webber solo quinto. Alla partenza, l’unica variazione rispetto alla griglia tra i primi sette è il sorpasso di Button ai danni di Alonso, che diventa quindi quarto. Nel corso del primo giro si verifica un violento incidente tra Schumacher e Liuzzi che provoca l’ingresso della safety car. Durante la neutralizzazione alcuni piloti effettuano il loro cambio gomme. La situazione è favorevole ad Alonso, poiché si trova davanti a Webber e, in questo modo, gli è sufficiente concludere quarto per conquistare il titolo. La gara riparte e Webber tocca leggermente le barriere con la ruota posteriore destra. Insoddisfatto dell’aderenza e, temendo una foratura lenta, l’australiano rientra ai box al termine dell’11° giro. In Ferrari si teme l’undercut e si decide di “coprire” Webber, richiamando Alonso al 15° passaggio. Lo spagnolo in effetti resta davanti all’australiano, ma i due sono ora dodicesimo e tredicesimo. Ben presto raggiungono la Renault di Petrov, che ha già effettuato il proprio cambio gomme durante la safety car. Alonso fatica a trovare spazio per il sorpasso, in quanto la Renault ha un’elevata velocità di punta. Vettel e Hamilton si fermano tra la 23ma e la 24ma tornata. Il tedesco torna in pista secondo, il britannico quinto. Ben presto l’inglese si sbarazza di Kobayashi, ma a sua volta non ha modo di attaccare l’altra Renault di Kubica. Al 39° giro si ferma finalmente anche Button, nel frattempo passato al comando. L’inglese scivola al quarto posto, mentre Kubica allunga ulteriormente il primo stint. A questo punto diventa chiaro come chi ha cambiato pneumatici in regime di safety car abbia addirittura la possibilità di giungere sino al traguardo. Alonso si ritrova così settimo, beffato dalle Renault e da Rosberg. Non si verificano sorpassi e Vettel vince la gara, laureandosi inaspettatamente Campione del Mondo. Alonso infatti chiude settimo, mentre Webber è ottavo.
2012 – VETTEL Sebastian [Red Bull-Renault]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DEL BRASILE
273 VETTEL Sebastian (Red Bull)
260 ALONSO Fernando (Ferrari)
ANALISI
VETTEL è Campione se
– Arriva tra i primi quattro
– Arriva quinto, sesto o settimo (283/281/279) e Alonso non vince
– Arriva ottavo o nono (277/275) e Alonso non arriva primo o secondo
– Non arriva tra i primi nove e Alonso non sale sul podio
ALONSO è Campione se
– Vince (285) e Vettel non arriva tra i primi quattro
– Arriva secondo (278) e Vettel non arriva tra i primi sette
– Arriva terzo (275) e Vettel non arriva tra i primi nove
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Vettel è quarto, mentre Alonso solo ottavo. Il giorno della gara il meteo è incerto, tuttavia si parte con le slick. Alla partenza si verifica un colpo di scena, poiché Vettel scatta male e poi entra in collisione con Bruno Senna, subendo dei lievi danni alla fiancata sinistra. Per sua fortuna può continuare, seppur ritrovandosi in 22ma e ultima posizione. Alonso, invece, si attesta in quarta piazza. Nel frattempo Vettel comincia a rimontare furiosamente. Nel corso dell’ottava tornata inizia a piovere e tanti piloti si fermano ai box per montare gomme intermedie, compresi i duellanti per il titolo. Al contrario Button e Hülkenberg proseguono con le slick. La loro scelta si rivela corretta, poiché la pioggia cessa rapidamente e chi ha messo le intermedie deve effettuare un nuovo pit-stop per rimettere pneumatici da asciutto. Cionondimeno, a causa di alcuni detriti in pista, al 23° giro la direzione gara fa intervenire la safety car, annullando tutti i distacchi creatisi. Alonso è sempre quarto, però Vettel nel frattempo è risalito in quinta posizione. Alla ripresa delle ostilità, il tedesco viene sorpassato sia da Kobayashi che da Massa, ma la situazione gli è comunque favorevole, poiché Alonso non è in grado di reggere il ritmo delle McLaren e di Hülkenberg, che infatti guadagnano notevolmente terreno. Al 52° passaggio Vettel rientra ai box per cambiare pneumatici, ma subito dopo ricomincia a piovere! In testa Hamilton e Hülkenberg entrano in collisione, con il britannico costretto al ritiro. Il tedesco può invece proseguire. Nel frattempo Vettel si ferma nuovamente per montare le intermedie, ma perde molto tempo poiché, a causa di un problema alla radio, i meccanici non hanno preparato le gomme. In contemporanea la direzione gara infligge un drive through a Hülkenberg per aver causato l’incidente con Hamilton. Il tedesco perde tre posizioni e, in questo modo, Alonso si trova secondo. Ciò significa che Vettel deve obbligatoriamente arrivare tra i primi sette per vincere il titolo. Il tedesco riesce nel suo intento, concludendo sesto e laureandosi Campione del Mondo.
2014 – HAMILTON Lewis [Mercedes]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI ABU DHABI
334 HAMILTON Lewis (Mercedes)
317 ROSBERG Nico (Mercedes)
ANALISI (L’ultima gara assegna punteggio raddoppiato)
HAMILTON è Campione se
– Arriva primo o secondo
– Arriva terzo, quarto o quinto (364/358/354) e Rosberg non vince
– Arriva sesto (350) e Rosberg non arriva tra i primi due
– Arriva settimo od ottavo (346/342) e Rosberg non sale sul podio
– Arriva nono o decimo (338/337) e Rosberg non arriva nei primi quattro
– Non marca punti e Rosberg arriva tra i primi cinque
ROSBERG è Campione se
– Vince (367) e Hamilton non arriva secondo
– Arriva secondo (353) e Hamilton non arriva tra i primi cinque
– Arriva terzo (347) e Hamilton non arriva tra i primi sei
– Arriva quarto (341) e Hamilton non arriva tra i primi otto
– Arriva quinto (337) e Hamilton non marca punti
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Rosberg realizza la pole position, mentre Hamilton è secondo. Il britannico però scatta meglio del tedesco e si pone subito al comando, davanti al compagno di squadra. I due ingaggiano un braccio di ferro, guadagnando comunque parecchio terreno su chi insegue, dinamica sfavorevole a Rosberg perché anche in caso di vittoria necessita di un avversario che si infili tra lui e Hamilton. Al 25° giro il tedesco inizia però a soffrire di problemi elettrici, a causa dei quali rallenta e perde notevolmente terreno. Hamilton si laurea così Campione del Mondo, vincendo anche la gara.
2016 – ROSBERG Nico [Mercedes]
PILOTI IN LOTTA PER IL TITOLO ALLA VIGILIA DEL GP DI ABU DHABI
367 ROSBERG Nico (Mercedes)
355 HAMILTON Lewis (Mercedes)
ANALISI
ROSBERG è Campione se
– Sale sul podio
– Arriva quarto, quinto o sesto (379/377/375) e Hamilton non vince
– Arriva settimo od ottavo (373/371) e Hamilton non arriva tra i primi due
– Non arriva tra i primi nove e Hamilton non sale sul podio
HAMILTON è Campione se
– Vince (380) e Rosberg non sale sul podio
– Arriva secondo (373) e Rosberg non arriva tra i primi sei
– Arriva terzo (370) e Rosberg non arriva tra i primi otto
ANDAMENTO DELLA GARA
In qualifica Hamilton realizza la pole position, mentre Rosberg è secondo. Alla partenza i due mantengono le rispettive posizioni. Dopo il primo pit-stop, effettuato tra l’8° e il 9° giro, il tedesco si ritrova terzo, alle spalle di Verstappen, che segue una strategia di una sola sosta. Rosberg riesce a sorpassarlo al 20° passaggio, tornando secondo. Dopo l’ultimo cambio-gomme, effettuato tra la 29ma e la 30ma tornata, Hamilton decide di giocare il tutto per tutto. Abbassa volontariamente il proprio ritmo, allo scopo di far riavvicinare gli avversari, nella speranza che Rosberg ne venga attaccato. A una decina di passaggi dal termine, il britannico rallenta sensibilmente, consentendo a Vettel e Verstappen di agganciarsi al compagno di squadra. Cionondimeno, sia il teutonico della Ferrari che l’olandese hanno pneumatici molto usurati, dunque non possono attaccare Rosberg, che si difende sino al traguardo e si laurea Campione del Mondo.
Foto: La Presse