Editoriali

F1: Mercedes bambinesca, il fattore C di Verstappen e una Ferrari che vuole tornare Ferrari nel 2022

Pubblicato

il

Oggi la Mercedes ci ha fatto tornare tutti un po’ bambini. Al campetto o con un gioco di società, perdere faceva sempre malissimo: da rovinarsi una serata, se non una giornata intera! E si accampavano sempre mille scuse, si cercava l’improbabile cavillo per ribaltare il risultato. Di fatto si sbatteva volontariamente la testa contro il muro, ben consapevoli che nulla sarebbe cambiato…

Max Verstappen è il nuovo campione del mondo di F1, c’è poco da aggiungere o da fare. Le gare sono terminate (addirittura alle porte dell’invero, fortuna che si gareggiava ad Abu Dhabi con il rischio neve scongiurato…) ed il Campionato più avvincente  della storia si è deciso all’ultimo giro dell’ultima gara. Gli americani, padroni della F1, volevano lo spettacolo: quello che hanno regalato questi due campioni, con ogni probabilità, tra qualche anno verrà raccontato in un film sullo stile di “Rush”.

Va bene che gli interessi economici in gioco sono incommensurabili e smisurati. Tuttavia la Mercedes ha fatto davvero la figura della guastafeste, perché in primo luogo con i suoi ricorsi ha impedito al neo-iridato di godersi appieno la festa (voi sareste sereni nel ballare e cantare, sapendo che su di voi pende la spada di Damocle di un ricorso? Io sinceramente no…). La scuderia di Stoccarda è andata a sporcare una giornata memorabile per la F1 e lo sport in generale, non accettando il verdetto della pista e battendo i piedi veramente come un bambino a cui hanno strappato di mano il gioco preferito. Aggrapparsi ai cavilli non è servito, i reclami sono stati respinti. Ma non finisce qui, perché si è materializzato anche l’appello. Si rischia di scadere nel patetico, ammesso che non sia già avvenuto. Come diceva una canzone, “Bisogna saper perdere…“.

E’ altrettanto comprensibile che la Mercedes fatichi ad accettare un risultato che reputa immeritato. La gara era stata dominata da Lewis Hamilton, che ha guidato una macchina superiore alla Red Bull, come ha ammesso candidamente anche Chris Horner. A 6 giri dalla fine l’inglese vantava 11 secondi di vantaggio, la gara era in cassaforte. Fino all’incidente di Nicholas Latifi, a cui probabilmente Helmut Marko erigerà una statua in marmo. Max Verstappen è stato di sicuro bravo, ma certamente anche parecchio fortunato. La sua partenza si è rivelata disastrosa (e dire che aveva il vantaggio delle gomme soft) e, nonostante le avesse tentate tutte con l’aiuto della squadra (dalla strenua resistenza di Sergio Perez per rallentare Hamilton, sino al disperato doppio pit-stop), francamente nulla avrebbe potuto se il GP si fosse concluso senza imprevisti. La Dea Bendata gli ha dato una mano colossale, consentendogli poi di piazzare un sorpasso all’ultimo giro (ancora con gomme soft nuove e fresche, contro le hard ormai usurate del rivale) che lo ha consacrato nella leggenda di questo sport ed anche campione del mondo… di fattore C! Nella vita serve anche quello…

F1, perché i reclami della Mercedes sono stati respinti. Le spiegazioni della FIA

E infine veniamo alla Ferrari. Il terzo posto nella classifica costruttori non ci scalda minimamente il cuore. Meno di zero. Stiamo parlando della scuderia più vincente in assoluto della storia della F1, che purtroppo da ormai troppo tempo sembra essersi abituata alla mediocrità. Il team-principal Mattia Binotto non fa che parlare del 2022 sin dal 2020…Anche oggi si è sbilanciato con frasi importanti: “E’ da tanto che lavoriamo alla nuova macchina, nel 2022 capiremo chi siamo“. Il nuovo simulatore avveniristico, da poco varato a Maranello, potrebbe dare una mano in questo senso. Di sicuro non si può più sbagliare: non azzeccare un progetto a cui si sta lavorando da un biennio dovrebbe portare, a nostro avviso, a delle dimissioni di massa. Peraltro il fatto che Mercedes e Red Bull si siano ‘scannate’ sino a metà dicembre 2021 per il Mondiale, lascia pensare che, almeno inconsciamente, abbiano in parte sacrificato le energie mentali in vista della rivoluzione regolamentare prevista per la prossima annata. Resta un grande punto di domanda che ci accompagnerà per i prossimi due mesi, sino ai test di Barcellona previsti a febbraio. Lì inizieremo a capire se la Ferrari sarà sulla buona strada per tornare ad essere veramente la Ferrari, ovvero una macchina costruita per vincere il Mondiale e non arrivare terza a 290 punti dalla prima…

Foto: LivePhotoSport

Exit mobile version