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Flop sportivo 2021 – Oscar OA Sport: scherma e tiro, che delusione alle Olimpiadi. Chamizo e Lombardo…

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Il 2021 è stato un anno semplicemente memorabile per lo sport italiano. L’Italia ha vinto in molteplici contesti, ha trionfato su tutta la linea, ha scritto record stupefacenti e ha regalato emozioni indelebili a tutti gli appassionati. In un’annata agonistica che sarà davvero difficile eguagliare in un prossimo futuro, ci sono comunque state alcune contoprestazioni che stonano in un maresma di successi apocalittici. La redazione di OA Sport ha selezionato i più grandi flop dell’anno nell’ambito degli Oscar di OA Sport 2021. Di seguito le cinque principali delusioni dello sport italiano negli ultimi 12 mesi.

OSCAR OA SPORT 2021, I FLOP DELL’ANNO:

PRIMO POSTO – NAZIONALE ITALIANA DI SCHERMA ALLE OLIMPIADI: 

Da miniera di medaglie d’oro a flop inatteso e amarissimo. Da fioro all’occhiello dello sport tricolore a disciplina da riformare entro i confini nazionali. L’Italia ha fatto sempre affidamento alla scherma per fare saltare il banco alle Olimpiadi e in diverse edizioni questo sport ha rimpinguato in maniera rilevante le casse azzurre, ma a Tokyo abbiamo assistito a una debacle totale e che ha pesato sensibilmente sul medagliere della nostra spedizione (chissà dove saremmo arrivati con una scherma a pieno regime…). 

Nel Sol Levante sono sì state conquistate cinque medaglie (3 argenti, 2 bronzi), ma è mancato il titolo. Daniele Garozzo nel fioretto, Luigi Samele nella sciabola, la squadra maschile di sciabola sono arrivati a un passo dall’apoteosi, fermandosi proprio sul più bello. L’Inno di Mameli non è suonato ai Giochi per la quinta volta nella storia, ma i precedenti sono decisamente lontani (l’ultimo risaliva al 1980, poi bisogna tornare alle due edizioni post Roma 1960).  

Da segnalare anche le lamentele di alcuni atleti nei confronti dei CT e della gestione tecnica. Bisogna ripartire con umiltà per tornare a brillare come spetta alla scherma italiana, già a partire dai prossimi appuntamenti: i Mondiali 2023 saranno a Milano e precedono le Olimpiadi di Parigi 2024, non manca poi così tanto tempo. 

SECONDO POSTO – NAZIONALE ITALIANA DI TIRO (A SEGNO E A VOLO) ALLE OLIMPIADI: 

Tiro a segno e tiro a volo sono sempre stati un forziere di medaglie per l’Italia alle Olimpiadi, uno dei feudi in cui il tricolore ha sventolato tronfio e orgoglioso, bello rampante. Un fortino che permetteva al Bel Paese di restare in alto nel medagliere. A Rio 2016 addirittura quattro ori per sette podi complessivi, a Londra 2012 cinque allori con l’Inno di Mameli intonato in un paio di occasioni (giusto per citare le edizioni più recenti). 

Nella storia a cinque cerchi, 43 medaglie complessive di cui 16 ori (soltanto scherma, ciclismo e atletica hanno fatto meglio). A Tokyo 2020, invece, soltanto l’argento di Diana Bacosi nello skeet (dove si impose cinque anni fa). Per il resto una serie di controprestazioni e di risultati sottotono da parte dei nostri portacolori. 

Se fosse arrivato l’abituale apporto del tiro staremmo parlando di Olimpiadi ancora più memorabili per la nostra Nazione. Bisogna tornare a Sydney 2000 per ritrovare l’Italia senza ori olimpici nel tiro… Si tratta di una delle grandi delusioni di quest’annata agonistica, si deve lavorare per tornare presto in auge. 

TERZO POSTO – MANUEL LOMBARDO: 

Una delle grandi delusioni dell’Italia alle Olimpiadi. Il judo si distingue al Nippon Budokan, dove si sono festeggiate le medaglie di bronzo di Odette Giuffrida e Maria Centracchio, ma è mancato l’uomo più atteso dell’intera spedizione. Manuel Lombardo si era presentato nel tempio delle arti marziali da numero 1 del ranking mondiale e da favorito per la conquista della medaglia d’oro nella categoria fino a 66 kg. 

Il 22enne piemontese, alla sua prima partecipazione a cinque cerchi, aveva conquistato pochi mesi prima il titolo europeo e l’argento mondiale. Nel momento clou, però, ha clamorosamente fallito: l’inattesa sconfitta contro il non irresistibile brasiliano Daniel Gargnin ai quarti di finale pesa ancora tantissimo.  

Quel waza-ari ad appena sette secondi dal termine dei regolamentari fa ancora malissimo, proprio come la sconfitta contro il sudcoreano An Baul nel match che metteva in palio il bronzo. Un risultato che grida vendetta: l’azzurro ci riproverà tra tre anni a Parigi 2024, in quell’occasione nella categoria fino a 73 kg. 

QUARTO POSTO – FRANK CHAMIZO: 

Il lottatore italo-cubano è un talento cristallino, capace di vincere ben due titoli mondiali (tra i 65 kg nel 2015, tra i 70 kg nel 2017) e un argento iridato (tra i 74 kg nel 2019), oltre a quattro sigilli continentali in tre differenti categoria di peso. Il suo rapporto con le Olimpiadi è però controverso e i risultati non sono stati all’altezza del suo talento: a Rio 2016 si dovette accontentare della medaglia di bronzo tra i 65 kg, a Tokyo 2020 non è andato oltre il quinto posto tra i 74 kg.  

Le brutte sconfitte in semifinale contro il bielorusso Mahamedchabib Kadzimahamedau (7-9) e nella finalina per il bronzo contro lo statunitense Kyle Dake (0-5) lo relegano giù dal podio a cinque cerchi con grandissima amarezza. Un risultato ben al di sotto delle aspettative per una delle punte di diamante dello sport tricolore negli ultimi anni. 

QUINTO POSTO – MARGHERITA PANZIERA: 

La nuotatrice si è presentata alle Olimpiadi di Tokyo 2020 con grandissime ambizioni, tra l’altro dopo aver ben figurato agli Europei (oro sui 200 dorso, argento sui 100 dorso). La 26enne, però, fatica a esprimersi ai Giochi e rimane fuori dalle due finali nelle specialità di riferimento: una doppia eliminazione inattesa, una controprestazione importante da parte di una delle atlete di punta della nostra spedizione a cinque cerchi in vasca. 

Foto: Lapresse

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