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Nuoto, Assoluti vasca corta. L’Italnuoto non frena, tra addii, conferme e volti nuovi

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Saranno ricordati come i Campionati Italiani dell’addio di Federica Pellegrini, quelli che si sono chiusi ieri a Riccione ma non è stata solo la sacrosanta festa alla Divina ad aver caratterizzato la due giorni riccionese. Aspettarsi risultati di prestigio da chi arrivata direttamente da un Europeo concentrato in sei giorni e dalla trafila di gare delle tre settimane della ISL era quantomeno pretenzioso ma chi, tra i big impegnati in Olanda, è in condizione ha comunque lasciato il segno, non sempre vincendo ma dimostrando anche la buona volontà di esserci.

Chi, invece, ha preparato questo appuntamento, come alcuni giovani interessanti, sgombri da pensieri di viaggi e gare internazionali, in alcuni casi ha saputo stupire e ha lasciato intravedere qualcosa di molto buono in prospettiva. E’ il caso, ad esempio, del ranista imolese Simone Cerasuolo, che già si era messo in mostra nella categoria juniores e che ora è perfettamente inserito anche fra i più grandi, avendo battuto in due giorni di gare due volte Nicolò Martinenghi e una volta Fabio Scozzoli, grazie ai nuovi record mondiali juniores di 50 e 100 rana. Una rana azzurra, al maschile e al femminile, che, Covid permettendo (in attesa degli sviluppi della questione Scozzoli) va ad Abu Dhabi per cercare di sbaragliare il campo con Castiglioni, Carraro (che però potrebbe essere infastidita dalla quarantena) e Pilato al femminile e con Martinenghi e Scozzoli (incrociando le dita) in campo maschile.

L’altro nome nuovo sulla bocca di tutti è quello di Simone Stefanì, salentino, allievo di Andrea Sabino a Caserta, che dopo aver vinto i 50 farfalla, è andato a staccare il secondo crono all time in Italia, il quarto in Europa e il nono al mondo in una gara tradizionalmente ostica per l’Italia come i 100 farfalla che invece in questa fase presentano talmente tanti specialisti che proprio Stefanì, che ha nuotato 7 decimi sotto il tempo limite fissato dalla FIN per i Mondiali di Abu Dhabi, non è stato convocato perché gli slot erano già occupati da primatista italiano Matteo Rivolta e dall’argento di Kazan Michele Lamberti, assente a Riccione.

Tra i nomi nuovi che hanno battuto un colpo a Riccione c’è anche Giulia D’Innocenzo, classe 2002, che ha dominato i 100 dorso e c’è Matteo Lamberti, figlio e fratello d’arte, che si è portato a casa i 1500 stile libero ed ha migliorato il record di famiglia dei 400 stile libero. Per il resto tante conferme e poche novità nella Nazionale che sarà meno numerosa rispetto a quella di Kazan (lì però si poteva gareggiare in quattro per gara, ai Mondiali non c’è questa possibilità) ma con tante ambizioni. Del gruppo farà parte Ilaria Cusinato che è apparsa in buona condizione, dopo aver dovuto saltare gli Europei per un attacco influenzale, e che da gennaio sarà a Verona alla corte di Matteo Giunta.

L’elemento di preoccupazione arriva da una delle staffette che più ha esaltato i tifosi azzurri negli ultimi anni, la 4×200 maschile. Alcuni dei protagonisti del grande quarto posto di Gwangju non sono al meglio della condizione (prova ne sia la netta vittoria di Ceccon, che specialità non è, nella gara individuale dei 200 stile) e ad Abu Dhabi il rischio è di non riuscire ad essere grandi protagonisti. Molto meglio vanno le cose nella velocità maschile dove l’Italia punta ad un risultato di prestigio con il terzetto Ceccon, Zazzeri, Miressi con Manuel Frigo e Leonardo Deplano a giocarsi il quarto posto.

Nel mezzofondo Gregorio Paltrinieri, assente a Riccione, ma presente in modo virtuale con la premiazione del suo tecnico Fabrizio Antonelli, ha solo una cartuccia da sparare, nei 1500 stile libero, mentre Simona Quadarella vorrà rifarsi in particolare negli 800 stile dove troppo era stato il divario a Kazan con la russa Kirpichnikova.

Foto LaPresse

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