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Nuoto
Nuoto, Mondiali vasca corta: l’Italia è una potenza. Si compete con una mentalità vincente
E’ stato definito l’anno d’oro dello sport italiano e quanto accaduto nel Mondiali 2021 di nuoto in vasca corta ad Abu Dhabi ha il sapore della conferma. Nell’Etihad Arena l’Italnuoto ha alzato la voce e, dopo i risultati roboanti degli Europei in vasca corta di Kazan (Russia), nella rassegna iridata si è dimostrato quanto l’Italia sia a tutti gli effetti una potenza di questa disciplina.
Lo dicono i numeri e le medaglie: 5 ori, 5 argenti e 6 bronzi; 40 presenze in Finale; 20 primati personali; 11 record italiani; terzo posto nel medagliere alle spalle degli Stati Uniti (9-9-12) e del Canada (7-6-2), ma davanti alla Russia (4-7-4), alla Svezia (4-5-3) e alla Cina (4-1-2). Alla fine della fiera l’Italia è seconda per numero di medaglie (16) solo agli Usa (30).
Sono dati importanti che certificano quanto il movimento funzioni e sia riuscito ad assorbire l’addio di Federica Pellegrini e una preparazione non perfetta di Gregorio Paltrinieri sul piano dei risultati finali. “E’ stato un anno eccezionale. Dobbiamo ringraziare i ragazzi che sono i protagonisti di questa cavalcata; le società, i tecnici, gli staff federali puntuali nel seguire e assistere tutti i nuotatori. Il mondiale chiude una stagione in cui l’Italia è sempre stata protagonista: alle Olimpiadi, agli Europei, ai Mondiali. Abbiamo raggiunto un ruolo importante nel contesto internazionale. Le medaglie sono rilevanti, ma l’impegno e la disponibilità per il bene della squadra dei ragazzi, che rispettano tutti e non temono nessuno, lo sono ancora di più. La volontà di alzare sempre l’asticella e la capacità di creare gruppo aiuta l’inserimento dei più giovani e assicura ciclicità. La presenza gara nelle finali continua a crescere; c’è densità e copertura in tutti gli stili. Siamo pienamente soddisfatti delle sinergie poste in atto con le società e del sistema nuoto che sta garantendo la continuità di risultati“, le considerazioni (fonte: FIN) del Direttore Tecnico Cesare Butini.
Dalle parole di Butini si possono estrapolare due concetti importanti, ovvero il desiderio di alzare l’asticella e la capacità di motivarsi nel gruppo. Il circolo virtuoso del nuoto è ormai un fatto acclarato e ciò, sulla base anche delle testimonianze degli atleti, è risultato fortificato dalle tante esperienze internazionali che gli azzurri hanno fatto nel 2021. Si è sperimentata una preparazione un po’ diversa: allenarsi con la gara. L’International Swimming League ha rappresentato questo ed è probabilmente anche grazie a tale aspetto che uomini come Alessandro Miressi, Matteo Rivolta e Alberto Razzetti sono i personaggi copertina di questa rassegna.
Il velocista di Moncalieri è riuscito a conquistare l’oro nei 100 stile libero in vasca corta, prova nella quale neanche il bicampione mondiale e trieuropeo Filippo Magnini era riuscito a prevalere. Un Miressi trascinatore nelle staffette 4×50 sl e 4×100 mista d’oro, gara quest’ultima in cui Rivolta ha dato un contributo importante. Per il lombardo un oro storico nei 100 farfalla, da associare ai bronzi nei 50 farfalla e della 4×50 mista.
Una Nazionale con la mentalità vincente che non teme il confronto, ben rappresentata da quanto fatto da Razzetti. Il ligure è stato capace di vincere due medaglie mondiali (oro nei 200 farfalla e bronzo nei 200 misti) nella stessa giornata, senza dimenticare il riscontro cronometrico del muro dei 4′ abbattuto nei 400 misti (quarto posto nella Finale). Sono lontani anni luce i tempi nei quali i nostri portacolori, in contesti di questo genere, temevano lo spalla a spalla con atleti qualificati, non avendo gli stessi risultati in ambito nazionale.
E’ proprio il caso di dirlo: di acqua ne è passata sotto i ponti. E, dunque, in una competizione che ha avuto tante assenze, gli azzurri si sono fatti trovare pronti dando un chiaro segnale di vitalità e ponendo il punto esclamativo su un’annata da ricordare.
Foto: LaPresse